Con il 2026 inizierà il quarto anno di applicazione dell'attuale Pac e possiamo dire che ormai gli agricoltori hanno preso confidenza con le nuove regole. Ecoschemi, Buone Condizioni Agronomiche e Ambientali (Bcaa) e condizionalità rafforzata sono ormai termini familiari, che sicuramente non tramonteranno il prossimo anno. Nel 2026, infatti, non sono previsti grandi cambiamenti, ma solo un po' di correzioni, alcune delle quali sono già state introdotte nel corso del 2025.
Vediamo dunque, insieme ad Angelo Frascarelli, professore presso l'Università degli Studi di Perugia e profondo conoscitore della Pac, cosa ci aspetta nel 2026. "Si tratta perlopiù di aggiustamenti", spiega Frascarelli. "Il 2026 sarà un anno cruciale per la Pac, ma non per l'attuale. Sarà fondamentale per la prossima, visto che nel corso dell'anno si definiranno i contenuti della nuova Politica Agricola Comune, che entrerà in vigore nel 2028".
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Controlli Ams: tutelarsi con le foto geotaggate
Nel 2025 sono entrati in vigore i controlli tramite Ams, Area Monitoring System, di cui abbiamo parlato approfonditamente in un precedente articolo. L'Unione Europea ha infatti messo a punto un sistema di controllo automatico basato sull'analisi delle immagini scattate dai satelliti Sentinel. Le foto vengono elaborate con algoritmi capaci di rilevare informazioni come la lavorazione del suolo, la coltura seminata o raccolta, la bruciatura delle stoppie o l'inerbimento.
Il sistema, in dotazione agli enti pagatori, restituisce un feedback attraverso bandierine colorate. Se all'agricoltore compare una bandierina gialla o rossa significa che qualcosa non è conforme alle regole, e quindi si rischiano sanzioni o il mancato pagamento.
"Per anni gli agricoltori si sono abituati ai controlli in campo, che tuttavia erano sporadici e spesso inefficaci nel rilevare tempestivamente le infrazioni", sottolinea Frascarelli. "Con i controlli Ams, invece, le immagini vengono aggiornate ogni pochi giorni".
E chi si è visto alzare una bandierina rossa pur avendo rispettato le regole? "Il sistema Ams può sbagliare. Per questo consigliamo sempre agli agricoltori di scattare fotografie dei propri campi durante le operazioni agronomiche cruciali, in modo da avere prove delle operazioni effettuate. Le foto devono essere geotaggate, una funzione disponibile su tutti gli smartphone". Per sicurezza, le immagini devono essere conservate fino alla fine dell'anno successivo alla presentazione della domanda unica.
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Ecoschema 1: antibiotici sotto controllo e debutto dello Sqnba
L'Ecoschema 1, che prevede un pagamento per la riduzione dell'antimicrobico resistenza e per il benessere animale, ha subìto alcune modifiche. In particolare, il periodo di monitoraggio dell'uso degli antibiotici (Livello 1) sarà dal 1° ottobre 2025 al 30 settembre 2026. Un periodo di dodici mesi sfalsato rispetto all'anno solare, che consente di erogare anticipi nel 2026 potendo già contare su un sufficiente numero di mesi monitorati.
Per il Livello 2, relativo al benessere animale, dopo lunga attesa è finalmente entrato in funzione il Sistema di Qualità Nazionale per il Benessere Animale (Sqnba). Si tratta di una certificazione rilasciata agli allevatori che rispettano una serie di norme volte a garantire il benessere dei capi di bestiame.
Ecoschema 5: premi altalenanti per gli impollinatori
Per quanto riguarda l'Ecoschema 5, che incentiva la semina di essenze di interesse apistico, la grande incognita riguarda l'entità del premio. Nel 2023 pochi agricoltori aderirono alla misura e il premio fu elevato, oltre i 659 euro per i seminativi. L'anno successivo, attirati dalle alte quotazioni, molti aderirono, e il premio crollò a 356 euro. Nel 2025, l'introduzione dell'obbligo di acquistare sementi certificate ha spinto molti a rinunciare, facendo nuovamente salire il premio oltre i 650 euro.
E nel 2026? È probabile che molti agricoltori tornino a puntare su questo Ecoschema, anche perché il basso prezzo dei cereali ha ridotto la redditività delle aziende, soprattutto al Sud, che potrebbero cercare un'integrazione con questa misura.
Il 2026 e il futuro della Pac
Pur non portando grandi novità operative, il 2026 sarà un anno decisivo per la Pac 2028-2034. Come evidenzia Angelo Frascarelli, a Bruxelles si dovrà votare il nuovo bilancio pluriennale, che determinerà le risorse disponibili. Attualmente sono previsti tagli significativi, dal 20 al 30%, a seconda che si calcoli anche l'inflazione.
Inoltre, nel corso del 2026 entrerà nel vivo la discussione sulla nuova Pac, che teoricamente dovrebbe essere approvata entro Natale. "Ma è improbabile che si arrivi a un accordo così velocemente perché i punti di frizione sono moltissimi e il Parlamento Europeo ha già espresso insoddisfazione per la proposta della Commissione", sottolinea Frascarelli.
Oltre che da un taglio dei fondi, la Pac 2028-2034 sarà caratterizzata da una fusione dei pilastri tradizionali in un unico fondo nazionale gestito dai singoli Stati membri. La proposta della Commissione Europea prevede cambiamenti radicali, come la sparizione dei Titoli, il passaggio a pagamenti basati sulla superficie, una maggiore autonomia per le singole Nazioni nella gestione della condizionalità ambientale e la sostituzione degli Ecoschemi con altre misure. Le proposte hanno già suscitato reazioni negative nel settore agricolo a causa delle riduzioni di budget e dei profondi cambiamenti nella struttura della politica agricola.
"La Pac avrà ancora un ruolo importante nella formazione del reddito degli agricoltori, ma non è il fattore più determinante", conclude Angelo Frascarelli. "Oggi le vere incognite sono due: i prezzi di mercato e il clima. Le aziende agricole devono dunque individuare strategie, non facili, per stabilizzare rese e prezzi".





























