L'Europa si trova di fronte a una sfida cruciale per raggiungere gli obiettivi climatici del Green Deal entro il 2050: trasformare il sistema industriale attraverso la sostituzione delle risorse fossili con risorse sostenibili. Questo processo richiede la mobilitazione di nuove infrastrutture industriali e la diffusione su larga scala di tecnologie innovative per la produzione di combustibili e prodotti chimici sostenibili. Tuttavia, molti progetti riguardano la costruzione di impianti basati su tecnologie testate solo a livello pilota.

 

Se da un lato tali impianti risultano essenziali per dimostrare la fattibilità operativa di queste tecnologie, dall'altro devono affrontare ostacoli significativi a livello finanziario, proprio per l'incertezza sulla scalabilità dei processi. Questo problema è stato analizzato in profondità grazie al progetto "Barriers to scaling up advanced biofuels - A deep dive into policy and finance" (Ostacoli all'ampliamento dei biocarburanti avanzati - Un tuffo profondo nella politica e nella finanza), finanziato dal Ministero Federale dell'Economia e della Protezione Climatica della Germania, nell'ambito del programma "Knowledge for energy policy" (Conoscenza per le politiche energetiche).

 

Proponiamo ai nostri lettori un riassunto del rapporto, messo a disposizione dall'Etip (European Technology and Innovation Platform), su questo importantissimo argomento.

 
C'è sempre una prima volta per tutto ma, nel mondo della finanza, tutti vogliono "essere i primi ad essere i secondi", perché essere i pionieri è sempre rischioso.

 

Gli impianti pionieri rappresentano il primo passo verso la commercializzazione di tecnologie avanzate per la conversione di biomassa, rifiuti e COin combustibili e prodotti chimici sostenibili, come il carburante per aviazione sostenibile (Saf), il metanolo, l'etanolo di seconda generazione e i liquidi Fischer-Tropsch. Questi progetti sono fondamentali per ridurre la dipendenza dell'Europa dalle risorse fossili e rafforzare la sua autonomia industriale. Tuttavia, circa il 45% delle riduzioni di CO2 necessarie entro il 2050 dipendono da tecnologie che sono ancora in fase di prototipo o dimostrazione, evidenziando l'urgenza di accelerare la loro diffusione su scala commerciale. Ma con quali soldi?


I progetti pionieri si distinguono per la loro elevata intensità di capitale, con investimenti che variano da 100 milioni di euro a oltre 1 miliardo di euro. A differenza delle tecnologie mature, come l'eolico, che possono ottenere il 70-80% del finanziamento tramite debito commerciale, i progetti pionieri si basano principalmente su strumenti di equity e sovvenzioni. Questa frammentazione del capitale, combinata con l'incertezza tecnologica e di mercato, aumenta il costo medio ponderato del capitale e limita l'accesso ai finanziamenti privati.


La bancabilità dei progetti pionieri è ostacolata da diversi fattori:

  • rischi tecnologici. Le tecnologie avanzate, come la gassificazione e la pirolisi, sono spesso applicate a nuove biomasse e catene del valore, rendendo difficile prevedere le prestazioni operative;
  • rischi di costruzione e avviamento. I progetti pionieri affrontano ritardi, costi imprevisti e difficoltà di integrazione dei sistemi durante la fase di costruzione e ottimizzazione operativa. Questo perché devono utilizzare qualche componente critico, prodotto su misura (altrimenti non sarebbero tecnologie pionieristiche!), non esiste personale con esperienza in grado di avviare il sistema in tempi certi e gestire l'operazione stabilmente nel tempo;
  • rischi di approvvigionamento e fornitura. La disponibilità di biomasse sostenibili è frammentata e soggetta a volatilità dei prezzi, mentre i mercati per i prodotti sostenibili sono ancora emergenti, con una domanda incerta;

Il rapporto identifica i principali rischi che ostacolano la scalabilità dei progetti dimostrativi per la produzione di biocarburanti avanzati.

  • Rischi di approvvigionamento delle biomasse:
    • disponibilità. Le catene di approvvigionamento di biomasse, riconosciute come "avanzate" dalla normativa europea, e CO2 biogenica (per esempio, separata dal biogas) sono ancora in fase di sviluppo e non organizzate su scala industriale;
    • qualità e consistenza. La variabilità nella composizione della biomassa può causare problemi tecnici durante il processo di conversione. Ad esempio, da un punto di vista merceologico la parola "paglia" si applica a qualsiasi stelo di pianta erbacea, ma dal punto di vista chimico, la paglia di orzo, di frumento, di riso o di miglio sono cose molto diverse. Un processo industriale messo a punto per paglia di frumento non necessariamente funzionerà con paglia di riso. E la paglia di frumento da una determinata zona geografica o cultivar non necessariamente sarà uguale  a quella da un'altra provenienza o varietà (diverso contenuto di cenere, percentuali di cellulosa e lignina diverse);
    • volatilità dei prezzi. La crescente competizione per le biomasse sostenibili potrebbe aumentare l'incertezza e la volatilità dei prezzi;
    • rischi di controparte. I fornitori di biomasse, spesso nuovi e di piccole dimensioni, potrebbero non avere una solida reputazione o la capacità finanziaria, o la cultura per operare con aziende fortemente strutturate che richiedono adempimenti sempre più stringenti, dalla certificazione Iso 9000 ai bilanci ambientali e di responsabilità sociale corporativa;
  • Rischi di costruzione e avviamento:
    • effetti di scala tecnologica. Le reazioni fisiche e chimiche possono comportarsi in modo imprevedibile quando si passa dalla scala dimostrativa a quella industriale. L'autore sa per esperienza diretta che molti investitori credono di poter semplicemente scalare i prototipi sviluppati da università o centri di ricerca senza considerare il fattore più importante: la stabilità dell'operazione nel tempo. In genere, tale fattore non viene considerato nei prototipi ma diventa cruciale per garantire il ritorno economico di un impianto industriale. (Si vedano due esempi concreti già pubblicati in questa colonna: Che fine ha fatto il miscanto? e Bioetanolo da paglia: analisi dell'ennesimo fallimento);
    • interfacce di sistema. L'integrazione tra nuovi processi di conversione e infrastrutture esistenti aumenta l'incertezza delle prestazioni. Esempi di componenti critici sono catalizzatori e membrane, le cui prestazioni possono variare con le condizioni operative;
    • costi imprevisti e ritardi. Modifiche al design e problemi di approvvigionamento possono aumentare i costi e prolungare i tempi di costruzione.
    • ottimizzazione operativa. La fase di avviamento e messa a punto del processo può durare fino a 36 mesi, con costi operativi elevati e prestazioni iniziali inferiori alle aspettative;
  • Rischi commerciali:
    • mancanza di impegni a lungo termine. Gli acquirenti potrebbero esitare a stipulare contratti di acquisto a lungo termine a causa dell'incertezza sulla domanda futura. Aggiungiamo anche che la Ce ha contribuito ad aumentare tale incertezza, spingendo da un lato la produzione di biocarburanti nella revisione della Red III e dall'altro bandendo le caldaie e le auto con motore a scoppio, per poi fare dietrofront.
    • volatilità dei prezzi. I mercati per i prodotti sostenibili sono ancora emergenti e soggetti a fluttuazioni dei prezzi. L'autore vorrebbe anche sottolineare il rischio, non indicato nel rapporto ma molto concreto, indotto dalla volubilità politica. Poiché una componente della redditività dei biocarburanti sostenibili è data da sovvenzioni e incentivi statali, il rischio di instabilità politica è tutt'altro che trascurabile;
    • rischi di controparte. Gli acquirenti iniziali potrebbero essere piccoli operatori con bilanci limitati, aumentando il rischio di default.

Per superare le sfide dei progetti dimostrativi su scala reale, il rapporto propone un approccio integrato basato su quattro pilastri.

  • Strutturazione del rischio:
    • ogni rischio deve essere assegnato a un responsabile tramite contratti chiari e garanzie;
    • i fornitori di biomasse, gli Epc (Engineering, Procurement, Construction, cioè impresari che forniscono gli impianti chiavi in mano assumendosi il coordinamento di subappalti) e gli Oem (Original Equipment Manufacturer) devono assumersi la responsabilità per le prestazioni e la costruzione;
  • Interventi pubblici:
    • i governi devono fungere da catalizzatori per mobilitare investimenti privati, utilizzando strumenti finanziari come garanzie, prestiti agevolati e sovvenzioni;
    • le garanzie pubbliche possono assorbire i rischi residui, aumentando la fiducia dei finanziatori privati.
  • Supporto durante l'avviamento e messa a punto del processo:
    • garantire liquidità per affrontare le sfide operative iniziali e stabilizzare i flussi di cassa;
    • utilizzare sovvenzioni basate su stato di avanzamento dei lavori o prestiti flessibili per sostenere i costi operativi durante la fase di ottimizzazione.
  • Creazione di un sistema di monitoraggio consultabile e trasparente sulle tecnologie di conversione della biomassa. Il successo dei progetti pionieri genera dati su cui basarsi per migliorare le tecnologie e fiducia da parte di investitori e banche. Nel mondo della finanza si dice che "il capitale ha il coraggio di un coniglio e la velocità di una lepre". Gli investitori fuggono rapidamente dal pericolo, ma sono parimente veloci a prendere decisioni quando possono vedere e accertare casi di successo da imitare.