La produzione di pere in Italia sta vivendo un momento di profonda crisi: cimice asiatica, gelate tardive, alluvioni, maculatura bruna, aumento dei prezzi e limitata disponibilità di principi attivi. Questo insieme di problematiche ha dimezzato la produzione in Emilia Romagna, areale fortemente vocato alla coltura.
Tuttavia, le varietà prodotte in questa regione rappresentano oltre il 60% delle pere presenti sul mercato nazionale. Una filiera quindi importante per gli agricoltori, dove il marchio di Indicazione di Origine Protetta (Igp) è in crescita e necessita di essere maggiormente valorizzato. In contemporanea, il Consorzio della Pera dell'Emilia Romagna Igp sta tracciando il consumatore target per avviare campagne commerciali sempre più mirate.
In questo contesto il Consorzio di Tutela Pera dell’Emilia Romagna Igp, con il contributo del Ministero dell'Agricoltura della Sovranità Alimentare e delle Foreste, ha presentato in anteprima martedì 2 dicembre 2025 a Bologna il progetto "Il perfetto frutto gourmet", una nuova iniziativa dedicata al canale Horeca. L'obiettivo della giornata è stato quello di fare conoscere la filiera, dal campo fino alla tavola, promuovere il consumo e aprire nuove opportunità per il settore.
L'evento ha visto la partecipazione di UnaPera, Cso Italy, Opera, Valfrutta Fresco e Alessio Mammi, assessore all'Agricoltura, Agroalimentare, Caccia e Pesca dell'Emilia Romagna.
"Tra gli obiettivi di queste iniziative c'è quello di consolidare i consumatori. Ma anche di puntare a target fino a oggi meno coinvolti nel consumo, come i più giovani, che invece stanno tornando a scegliere questo frutto" spiega Adriano Aldrovandi, presidente di UnaPera.
Sono stati invitati anche sei chef ambassador che hanno creato 12 ricette originali utilizzando le diverse varietà di pera dell'Emilia Romagna Igp.
"L'Igp è fondamentale in questo senso per fare raccontare la pera a cuochi e bartender, un mondo più vicino ai futuri consumatori. Questo ci apre la possibilità di presentarci in una modalità diversa dal solito e, allo stesso tempo, di dare nuovi impulsi al settore produttivo, sempre più attento a certe dinamiche di mercato" conclude Aldrovandi
Produzioni in Emilia Romagna
In occasione dell'incontro si è fatto il punto sui numeri della pericoltura, sia nazionale che regionale.
"Negli ultimi 6 anni la pericoltura ha vissuto un tempesta perfetta. Causata da eventi atmosferici estremi, insetti alieni, fitopatologie aggressive e stringenti normative sull'uso degli agrofarmaci - spiega Manuel Manfredi, direttore di Opera -. Se aggiungiamo anche gli effetti dell'inflazione del 2022, questa situazione ha portato a ingenti perdite produttive con l'abbattimento progressivo dei frutteti".
La produzione media nazionale difatti è passata da 728mila tonnellate nel periodo 2015-2018 a 365mila tonnellate nel periodo 2019-2025. Nello specifico, in Emilia Romagna si è passati da 494mila tonnellate a 226mila tonnellate (un calo del 54%).
"La pericoltura regionale rappresenta però ancora oltre il 60% della produzione nazionale" specifica Manfredi.
Forte anche la riduzione delle superfici coltivate. A livello nazionale, tra il 2018 e il 2025, si è passati da 30mila a 19.600 ettari; in Emilia Romagna invece si è registrata una riduzione da 18.300 a 10.500 ettari (300mila tonnellate in meno).
"Dai dati elaborati la curva di declino nell'ultimo anno si è alleggerita: la perdita del 2025 è dell'8%, rispetto al biennio precedente che era del 12-14%".
Con la perdita di produttività è aumentato l'import, che ha superato le 120mila tonnellate (+40%), abbassando la competitività del prodotto made in Italy. Questo quadro, secondo Manfredi, è favorito anche dalla mancata reciprocità delle pere importate.
Con il calare dell'offerta nazionale sono calati anche i consumi domestici assestandosi, negli ultimi 4 anni, a 90mila-95mila tonnellate.
Risulta perciò strategica la valorizzazione tramite il marchio Igp: dal 2016-2017 le superfici a certificazione Igp sono passate da 700 ettari a circa 3.600 ettari. Con un potenziale di commercializzazione di 90mila tonnellate e un raddoppio delle quantità commercializzate, nel 2025-2026, rispetto alla campagna precedente.
"Il marchio ha le potenzialità per diventare il cuore e il riferimento del consumo domestico di pere nel nostro Paese" conclude Manfredi.
Chi consuma la pera?
I risultati della ricerca NielsenIQ, presentati in questo paragrafo, mostrano una fotografia delle abitudini alimentari nel consumo di frutta e individua il consumatore "tipo" di pere.
La frutta viene consumata da adulti, prevalentemente donne (54%), e preferita dagli over 65 che la consumano più volte al giorno. Il consumo in genere aumenta con l'aumentare dell'età.
Chi rientra nella fascia d'età over 55 tende a consumare la frutta a fine pasto, quindi dopo pranzo e/o dopo cena. Le fasce d'età più giovani, dai 25 ai 45 anni, invece la consumano a colazione o come snack spezza fame.
La pera poi è particolarmente apprezzata dalle famiglie senza figli. Inoltre, per il 13% del campione totale rappresenta il frutto preferito dai consumatori.
La campagna di comunicazione
Il progetto prevede una campagna di comunicazione nazionale e multicanale sui principali portali e riviste di settore, in partenza proprio a dicembre. In parallelo, l'iniziativa è affiancata da una narrazione su televisione, radio, quotidiani nazionali, riviste consumer e digital per intercettare quel pubblico attento a salute e benessere.
"È una campagna ben diversificata e calibrata che si rivolge a soggetti diversi: ristoratori, consumatori e cittadini. Questa non è solo una strategia di marketing ma è generale, a sostegno della pera e della sua intera filiera" dice Alessio Mammi, assessore all'Agricoltura, Agroalimentare, Caccia e Pesca dell'Emilia Romagna.

In foto i 6 chef ambassador, Alessio Mammi e i rappresentanti del Consorzio
(Fonte: AgroNotizie®)






























