Nella fattispecie, la collaborazione prevede la definizione dello spazio espositivo Maldive nel Padiglione “Isole, mare e cibo”. Inoltre, la realizzazione di una serie di eventi scientifici e culturali per tutto il periodo dell’Esposizione Universale, non soltanto nello spazio Maldive, ma anche in altre sedi, come quali l’Acquario Civico di Milano e l’Università di Milano-Bicocca.
L’intesa prevede la preparazione di un documentario sulla cultura della pesca e dell’agricoltura nelle Maldive; l’organizzazione di conferenze ed eventi aperti al pubblico sui temi di Expo (Nutrire il pianeta, energia per la vita); lo sviluppo di app per la telefonia mobile e tablet sugli argomenti di Expo; una “summer school” organizzata dall’Università di Milano-Bicocca nella Repubblica delle Maldive e aperta agli studenti di tutto il mondo.
Donne in agricoltura e sistemi idroponici. Sono allo studio anche specifici eventi focalizzati sul ruolo delle donne maldiviane, imprenditrici agricole e la presentazione di progetti innovativi come la costruzione di sistemi idroponici (coltivazione in acqua) sul mare.
Già in passato l’Università di Milano-Bicocca e le Maldive hanno collaborato insieme. Nell’ambito, ad esempio, della realizzazione del MaHre Center, il centro internazionale di ricerca e formazione dell’Ateneo milanese, realizzato nel 2009 sull’isola di Magoodhoo nell’atollo di Faafu e divenuto in pochi anni un punto di riferimento nel campo della gestione ecosostenibile degli ambienti marini tropicali.
Il progetto prevede il coinvolgimento del Centro di ricerca e Alta formazione - MaHre Center, dei dipartimenti di Biotecnologie e Bioscienze, Scienze umane per la formazione, sociologia e ricerca sociale, informatica, sistemistica e comunicazione, Scienze della salute.
Pesca e agricoltura biologica. Oltre a ciò, saranno raccontate alcune delle attività più significative delle isole maldiviane, attraverso documentari sulla vita dei pescatori sulla scogliera corallina, il loro rapporto con il mare, la manualità che ancora caratterizza le tecniche di pesca tradizionale; e il modello di agricoltura biologica sostenibile gestito da donne imprenditrici, come Shahida Zubair con la sua azienda nell’atollo di Baa.
Per Paolo Galli, docente di Ecologia e direttore del MaRhe Center e coordinatore del progetto internazionale, “il progetto consente alle Maldive di muoversi nel contesto italiano e di far conoscere la propria cultura e la fragilità di quell’ecosistema, dall'altro conferma la vocazione internazionale della nostra Università”.
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Fonte: Agronotizie