La Presidenza greca di turno dell'Ue ha deciso di non votare, vista la scontata mancanza di maggioranza qualificata tra gli Stati membri.
La parola finale spetta quindi alla Commissione europea che entro domani dovrà decidere se autorizzare o meno la coltivazione del mais transgenico commercializzato dalla Pioneer.
Al Consiglio di parla di “un'inedita situazione giuridica” sull'eventualità che la Commissione europea sia obbligata o meno a prender e una decisione in assenza di giudizio da parte del Consiglio.
La Commissione, in base alle regole attuali, senza un voto favorevole o contrario può adottare automaticamente il via libero al mais 1507, su cui il commissario alla Salute, Tonio Borg, si è a più riprese mostrato favorevole, non da ultimo oggi in conferenza stampa: “Ci sono stati in questi 13 anni ben 6 pareri favorevoli dell'Efsa (l'Autorità sulla sicurezza alimentare Ue, ndr) e, in assenza di una decisione politica dei 28, la Commissione deve basarsi sui pareri tecnici".
L'Italia ha confermato la sua posizione contraria all'autorizzazione insieme ad altri 18 Paesi, tra cui la Francia. 5 Paesi si sono espressi a favore del mais 1507 (Spagna, Regno Unito, Svezia, Estonia e Finlandia) e 4 hanno annunciato che si sarebbero astenuti (Germania, Belgio, Repubblica Ceca e Portogallo).
Il ministro per gli Affari europei, Enzo Moavero, ha detto: "Oggi il Consiglio Ue non ha espresso il suo voto, e la Commissione è invitata a riflettere e prenderne nota". Secondo Moavero "non c'è un'interpretazione univoca" dei testi legali Ue. “Se l'autorizzazione non sarà adottata sotto presidenza greca, l'Italia si farà promotrice della proposta della Commissione approvata dal Parlamento Ue ma finora bloccata dagli stati membri che lascia la libertà di scelta ai singoli paesi sugli Ogm”.