Dopo la chiusura della finestra temporale per l'accesso al credito, il 12 dicembre sono state pubblicate le percentuali ufficiali di riduzione del credito d'imposta Zes Unica per l'agricoltura relative al 2025. Un passaggio chiave che consente alle aziende agricole del Sud Italia di conoscere l'effettivo beneficio ottenibile sugli investimenti realizzati.
Da un primo conteggio, l'ammontare delle richieste pervenute - pari a oltre 300 milioni di euro - ha nettamente superato la dotazione stanziata per il 2025 di 50 milioni di euro, facendo annunciare una riduzione drastica delle percentuali di credito concedibile per ciascuna richiesta.
Un colpo di mano dell'ultimo minuto assestato lo scorso martedì 16 dicembre dal maxi emendamento alla Legge di Bilancio 2026 presentato dal Governo e annunciato dal ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, ha introdotto - tra le varie modifiche - la revisione delle aliquote del credito d'imposta, aprendo a un possibile rafforzamento del sostegno e ad un rifinanziamento per il 2026 fino ad ora escluso.
Ripercorriamo il funzionamento della misura, i meccanismi di calcolo del credito e vediamo cosa cambia alla luce dei dati definitivi, tra dotazioni disponibili, intensità di aiuto, riduzioni applicate e modifiche in atto.
Zes Unica per l'agricoltura in breve
La Zes Unica per l'agricoltura è una misura rivolta alle imprese agricole, forestali, della pesca e dell'acquacoltura operanti nelle regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna) e si affianca alla misura Zes Unica più generalista e dedicata a tutte le imprese (non agricole) del meridione.
La misura prevede un credito d'imposta per investimenti in beni strumentali nuovi, tra cui macchine e mezzi agricoli, impianti e attrezzature, con la possibilità di includere anche terreni e immobili fino al 50% del valore complessivo dell'investimento.
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Il credito d'imposta è calcolato applicando un'intensità di aiuto massima pari al 65% della spesa ammissibile che può salire all'80% in presenza di specifiche condizioni come investimenti ambientali, per il benessere animale o realizzati da giovani agricoltori.
L'importo effettivamente ottenibile è ridotto in modo proporzionale per tutti i beneficiari se le richieste complessive superano la dotazione finanziaria annuale che per il 2025 era pari a 50 milioni di euro. Tale riduzione è espressa in percentuale e calcolata come rapporto tra il limite totale di spesa e l'ammontare complessivo dei crediti d'imposta richiesti.
Dalle stelle alle stalle
La percentuale di riduzione per il 2025 - ovvero la percentuale da utilizzare per calcolare la quota di aiuto effettivamente erogata sulla base del credito di imposta generato - inizialmente annunciata dall'Agenzia delle Entrate in data 12 dicembre 2025 (prima del Maxi emendamento ndr.) con provvedimento n. 570047, è risultata essere pari al 15% per la Pmi e al 18% per le grandi imprese.
Questo perché l'ammontare complessivo dei crediti d'imposta risultanti dalle comunicazioni validamente presentate, è stato pari a 310.227.164 euro a fronte di una dotazione per il 2025 di soli 50 milioni di euro.
| Beneficiario | Credito d'imposta totale richiesto | Budget disponibile | Percentuale di riduzione |
| Imprese del settore pesca e acquacoltura | 2.336.507 euro | 2.336.507 euro (*) | 100% |
| Grandi imprese agricole | 21.644.403 euro | 4.000.000 euro | 18,4805% |
| Microimprese, piccole e medie imprese agricole | 286.246.254 euro | 43.663.493 euro | 15,2538% |
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(*) 9.663.493 euro avanzati rispetto alla previsione e spostati sulle voci successive |
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Le percentuali di riduzione per il mondo agricolo sono quindi molto basse e non si avvicinano minimamente a quelle della stessa misura del 2024, pari al 100% in quanto i fondi erano stati sufficienti a coprire la totalità delle domande.
Ne consegue che, ad esempio, in una generica Pmi agricola l'acquisto di un trattore da 100mila euro (spesa ammissibile) che ha generato un credito d'imposta del 65% (intensità di aiuto massima), pari a 65mila euro (credito d'imposta richiesto), è ora ridotto al 15%. Il credito d'imposta effettivamente ottenibile è quindi pari a circa 9.915 euro.
maxi emendamento e Legge di Bilancio: cambia tutto
Il maxi emendamento alla Legge di Bilancio 2026 del 16 dicembre scorso - che approderà in senato il 22 dicembre e verrà discusso nei giorni successivi per fare ritorno alla Camera tra Natale e Capodanno - introduce due importanti novità.
In primis genera un'iniezione di fondi pari a circa 133 milioni di euro, innalzando le aliquote viste sopra (15% e 18%) al 58,8% per le Pmi agricole e al 58,6% per le grandi imprese agricole. Un incremento non indifferente.
Riprendendo l'esempio precedente, il credito d'imposta effettivamente ottenibile passa da circa 9.915 euro a oltre 38 mila euro, cioè circa 4 volte tanto.
| Beneficiario | Percentuale di riduzione pre maxi emendamento |
Credito fruibile pre maxi emendamento |
Percentuale di riduzione post maxi emendamento |
Credito fruibile post maxi emendamento |
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| Grandi imprese agricole | 18,4805% | 12% (14,8%*) | 58,6102% | 38,1% (46,9%*) | |
| Microimprese, piccole e medie imprese agricole | 15,2538% | 9,9% (12,2%*) | 58,7839% | 38,2% (47%*) | |
| * in caso di investimenti ambientali, per il benessere animale o realizzati da giovani agricoltori | |||||
In secondo luogo, nonostante la bozza della Legge di Bilancio 2026 non lo prevedesse, con la modifica introdotta la Zes viene rifinanziata con 50 milioni di euro per il 2026.maxi emendamento
Se il maxi emendamento non venisse accolto - ipotesi poco probabile in quanto presentato dal Governo stesso per voce di Giorgetti -, le aliquote rimerebbero al 15 e 18%. Ciò comporterebbe anche un mancato rifinanziamento per il 2026, eliminando il contenitore dedicato al mondo agricolo che tornerebbe ad attingere dalla dotazione stanziata in generale per le realtà imprenditoriali locali, come succedeva prima del 2024.
Per ulteriori aggiornamenti dobbiamo attendere l'approvazione della Legge di Bilancio prevista per fine anno.


































