Ieri, 18 dicembre 2025, le manifestazioni degli agricoltori aderenti al Copa Cogeca a Bruxelles, precedute dalla manifestazione del 17 a Liegi degli agricoltori di Via Campesina Europa, hanno raggiunto un primo risultato: non sarà ratificato dal Consiglio l'accordo Ue-Mercosur fino a gennaio prossimo, quando saranno cambiate le norme di salvaguardia. Su tanto si è registrata la riuscita del tentativo di mediazione della presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni, spalleggiata dal presidente francese Emmanuel Macron, che ha ottenuto lo slittamento della ratifica dell'accordo Ue-Mercosur a gennaio 2026.
Verso revisione clausole di salvaguardia per Ue Mercosur
In merito all'accordo sul Mercosur, come già dichiarato in Parlamento dalla presidente del Consiglio, e ribadito anche al presidente del Brasile Luiz Inácio Lula da Silva, il Governo italiano è pronto a sottoscrivere l'intesa non appena verranno fornite le risposte necessarie agli agricoltori, che dipendono dalle decisioni della Commissione Europea e possono essere definite in tempi brevi.
Il Consiglio ha così deciso di rinviare la ratifica, al fine di consentire le opportune modifiche al regolamento proposto dalla Commissione sulle norme di salvaguardia. La richiesta dei sindacati degli agricoltori è di un'attivazione immediata delle clausole di salvaguardia con l'avvio delle indagini subito e non dopo quattro mesi di aumenti delle importazioni. Sul dettaglio delle criticità presenti nelle attuali norme di salvaguardia - che peraltro sono al centro di un accordo di compromesso tra Parlamento Ue e Consiglio e che ora sono da rivedere, si veda questo articolo di AgroNotizie®.
Pac post 2027, passa lo schema danese
Sempre ieri, 18 dicembre 2025, il Consiglio Europeo ha preso atto della presentazione del progetto di schema di negoziato elaborato dalla presidenza danese e ha proceduto a uno scambio di opinioni sul futuro Quadro Finanziario Pluriennale dell'Unione Europea. Inoltre, il Consiglio Ue ha invitato "la presidenza entrante a proseguire i lavori, al fine di raggiungere un accordo tempestivo. Un accordo entro la fine del 2026 consentirebbe l'adozione di atti legislativi nel 2027, necessaria per garantire che i finanziamenti dell'Ue raggiungano i beneficiari senza interruzioni nel gennaio 2028".
Questo il contenuto della nota conclusiva del Consiglio Ue di ieri riguardante il bilancio unionale 2028-2034 contro il quale hanno protestato ieri a Bruxelles per un intero pomeriggio le delegazioni delle organizzazioni agricole europee aderenti al Copa Cogeca contrarie al taglio del 23% del budget della Politica Agricola Comune. La manifestazione ha visto la partecipazione di oltre 8mila persone secondo la polizia belga, di oltre 10mila secondo i sindacati degli agricoltori.
Pac 2021-2027, via libera a semplificazione
Altro evento della giornata: il Consiglio ha dato il via libera definitivo alla semplificazione della Pac 2021-2027. L'obiettivo è rafforzare la competitività dell'agricoltura europea riducendo la burocrazia, sostenendo gli agricoltori, compresi i piccoli agricoltori e le imprese in fase di avviamento, incoraggiando l'innovazione e stimolando la produttività. Il Regolamento sarà presto pubblicato e sarà possibile applicarlo si dall'inizio del 2026. Su tanto per i dettagli si veda questo articolo di articolo di AgroNotizie®.
L'incontro vertici Ue-Copa Cogeca, ma la lotta continua
Ieri, verso mezzogiorno a Bruxelles, poco dopo l'inizio del vertice europeo, e a manifestazione di protesta iniziata, una delegazione di Copa Cogeca ha incontrato la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa e il commissario all'Agricoltura, Christophe Hansen.
Tre le richieste della delegazione guidata da Massimiliano Giansanti: innanzitutto una Pac solida, comune e ben finanziata dopo il 2027, insieme a un Quadro Finanziario Pluriennale che fornisca soluzioni e sostenga la competitività e la crescita.
Ma anche un commercio equo e trasparente che tuteli efficacemente gli standard europei di produzione e i settori più sensibili, contribuendo al contempo a migliorare la competitività. Ultima richiesta, ma non certo per importanza: un programma di semplificazione reale, migliore regolamentazione e certezza del diritto.
"In tempi di incertezza, i nostri agricoltori hanno bisogno di affidabilità e supporto. E l'Europa li sosterrà sempre", hanno scritto i vertici europei su X, riferendo di un incontro proficuo e produttivo. "Con un sostegno forte e duraturo nel bilancio dell'Ue, aiuti mirati per le piccole aziende agricole e familiari, nonché per i giovani agricoltori. E semplificazione per rendere più facile la vita quotidiana degli agricoltori. L'Europa è con voi, ora e in futuro".
Parole che non convincono in pieno i vertici dei sindacati agricoli europei, tanto che il comunicato stampa di metà giornata del Copa Cogeca sull'incontro recita: "i vertici del Copa e della Cogeca hanno ribadito chiaramente al presidente del Consiglio Costa, alla presidente della Commissione von der Leyen e al commissario per l'Agricoltura Hansen le tre richieste fondamentali che hanno unito la protesta odierna".
"La palla - è scritto ancora nella nota - è ora nel campo della Commissione Europea, del Parlamento e del Consiglio. La protesta potrebbe concludersi oggi, ma la lotta continua. Ora è il momento che le istituzioni ascoltino e agiscano con coraggio. Il futuro dell'agricoltura europea e la sicurezza alimentare di 450 milioni di cittadini dipendono da questo".
I nodi finanziari della Pac post 2027
L'impressione che si ha è che si sia svolto un dialogo con una intesa solo apparente tra la troika Ue e i vertici di Copa e Cogeca. Questo perché il paradosso della proposta di Pac 2028-2034 è che sposta l'enfasi su giovani in agricoltura, innovazione e aree rurali, poi però procura un taglio del budget nominale rispetto a quello della programmazione attuale del 23%. L'ultima proposta della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, il correttivo emerso dal confronto trilaterale con la presidente del Parlamento Roberta Metsola e con la presidente di turno dell'Unione, Mette Frederiksen, è di recuperare il taglio dei fondi esclusivi per l'agricoltura sul fondo unico dal fondo comune, obbligando gli Stati membri ad impiegarne almeno il 20% per rimpolpare le politiche agricole nei piani di cooperazione nazionali e regionali.
Secondo calcoli di Confagricoltura, questa riassegnazione di risorse dal fondo comune del fondo unico al fondo esclusivo agricolo del fondo unico farebbe comunque scomparire almeno il 10% nominale del budget della Pac attuale proiettato sul settennio 2028-2034.
Per un recupero totale del budget della Pac attuale gli Stati membri dovrebbero andare ben oltre quella quota aggiuntiva obbligatoria del 20% da sottrarre al fondo comune, che è parte del fondo unico e che è formalmente in condominio con altre politiche Ue: dovrebbero infatti attingere una ulteriore quota volontaria che potrebbe comunque cambiare o scomparire al mutare degli orientamenti politici a livello dei singoli governi nazionali dei 27 Stati membri, opzione vista non a caso con molta contrarietà da parte delle organizzazioni agricole, la cosiddetta rinazionalizzazione della Pac.
Qualora tutto anche filasse liscio si andrebbe comunque a perdere almeno il 14% di potere d'acquisto, nel caso fosse recuperato l'intero budget nominale della Pac 2021-2027. L'unificazione dei pilastri poi, altro tema, non farà scomparire il ruolo delle regioni, ma la programmazione dei fondi, anche ai fini degli investimenti, avrà una regia nazionale ancora più forte, legata alla discrezionalità di parte della spesa di potestà dei governi nazionali.
Pertanto, quanto l'incontro definito "proficuo" dalla troika europea andrà a sciogliere questi nodi e quanto il negoziato predisposto sul budget dalla presidenza danese potrà dare i frutti sperati, al momento non è dato sapere.
La manifestazione del 17 dicembre 2025 a Liegi
La manifestazione di ieri è stata preceduta il 17 dicembre a Liegi da una analoga protesta delle organizzazioni di agricoltori dell'European Milk Board (Emb) e del Coordinamento Europeo Via Campesina (Ecvc) che si erano radunate all'aeroporto di Liegi "per esprimere la loro rabbia per le politiche dell'Ue che mettono a repentaglio l'agricoltura europea" è scritto in una nota di Via Campesina Europa.
Gli agricoltori di Mig, Abl, Fugea, Boerenforum e La Confédération Paysanne si sono riuniti simbolicamente in questo snodo chiave del commercio internazionale con un messaggio comune che respinge fermamente il trattato Ue-Mercosur e chiede una Pac forte con un bilancio solido per garantire agli agricoltori un reddito dignitoso. "Di fronte alla ripresa delle grandi proteste agricole in Francia, Grecia e Belgio, e alla vigilia del Consiglio europeo, l'Unione europea non può continuare a ignorare le richieste degli agricoltori" avevano tuonato gli agricoltori delle organizzazioni aderenti a Via Campesina.

Un momento della manifestazione del 18 dicembre 2025
(Fonte: Confagricoltura Lazio)
La manifestazione del 18 dicembre a Bruxelles
Durante la manifestazione di ieri, il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, ha detto "Le guerre e i conflitti commerciali di questi ultimi anni hanno fatto emergere la centralità del cibo e la necessità di sviluppare filiere agroalimentari quasi autonome".
"La Cina, nell'ultimo vertice esteso a Russia, India e Brasile, ha posto la filiera alimentare al top delle priorità. Gli Usa, con il Farm Bill, destinano all'agricoltura risorse quadruple rispetto all'Europa - ha sottolineato Prandini -. E l'Ue? Taglia i fondi in maniera folle: 90 miliardi in meno, 9 miliardi solo per l'Italia. Von der Leyen così impedisce di produrre cibo di qualità per la salute degli europei e di potenziare le esportazioni. Gli altri Paesi agiscono per salvaguardare le proprie produzioni, mentre l'Europa è oggi incapace di proteggere i suoi settori chiave".
"Siamo in piazza per dire no a un'Europa che svende l'agricoltura, mette le armi davanti al cibo, compromette la sicurezza alimentare dell'Unione e rischia di far chiudere, solo in Italia, oltre 270mila aziende del settore. È inaccettabile: o arriva una scossa politica forte e un cambio di rotta deciso o si condanna il nostro futuro". Questo l'appello del presidente nazionale di Cia - Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, dalla manifestazione a Bruxelles.
In prima linea la folta delegazione Cia, riunita sotto lo striscione "Ursula, basta bugie", con cartelli che parlano chiaro: "Pac post 2027: non è una riforma, è la fine dell'agricoltura", "Agricoltori senza Pac, Europa senza cibo" e "Terra chiama Ursula, la sicurezza siamo noi". Una presa di posizione netta, a tutela di tutti i cittadini europei, contro la proposta della Commissione targata von der Leyen, che vuole tagliare le risorse del 23%, sottraendo all'Italia 9 miliardi di euro, e far confluire la Pac in un fondo unico, generando competizione tra settori, mettendo a rischio il mercato comune e colpendo al cuore il sistema produttivo europeo e nazionale.
"Siamo tornati a Bruxelles per ribadire che la proposta della Commissione Europea per la Politica Agricola Comune post 2027, legata a doppio filo al drastico taglio di oltre il 20% del bilancio agricolo comunitario, è caratterizzata da un inaccettabile compromesso al ribasso che incide sensibilmente sulla redditività dei produttori agricoli, mettendo conseguentemente a rischio la sicurezza alimentare di tutta l'Europa, così come la sostenibilità ambientale e sociale di un comparto che apporta un contributo insostituibile in termini di tutela e di presidio del territorio" ha affermato il presidente della Copagri Tommaso Battista, che ha guidato una corposa delegazione della Confederazione Produttori Agricoli lungo le strade della capitale belga.
"In un contesto internazionale marcato da tensioni crescenti e in una situazione nella quale è sempre più gravoso il peso dei costi di produzione e delle tariffe energetiche, è fondamentale mettere in campo delle misure che vadano a rafforzare la competitività del primario e l'autonomia strategica e alimentare dell'Unione Europea, ovvero esattamente il contrario di quanto prevede la recente proposta dell'Esecutivo comunitario", ha osservato il presidente di Copagri, ricordando che "a destare particolare preoccupazione è l'istituzione del cosiddetto fondo unico, che rischia di incidere sulla crescita dell'agricoltura, depotenziando l'efficacia delle relative politiche di sviluppo e andando ad annacquarne le specificità, assimilandole a macro obiettivi ben più ampi e generici, quali la coesione, l'innovazione e la transizione verde".
Molto decise anche le posizioni della cooperazione agricola italiana. "Siamo arrabbiati e vogliamo essere ascoltati. Non vogliamo essere presi in giro. Non vogliamo una proposta della Commissione Europea come questa, con minori risorse, con minore autonomia strategica alimentare e con la frammentazione tra i Paesi e la rinuncia al ruolo leader nel mondo". Sono le parole che Cristian Maretti, presidente di Legacoop Agroalimentare ha pronunciato ieri mattina a Bruxelles in occasione della manifestazione organizzata dal mondo agricolo.
"Non c'è solo il grave problema del taglio di oltre il 20% di risorse al comparto, che resta inaccettabile. Ci preoccupa allo stesso modo la totale assenza di una visione strategica da parte della Commissione che di fatto sceglie di delegare a 27 singoli Stati la politica agricola, l'unica vera politica comune che è stata realizzata da quando esiste l'Europa unita. Una totale assenza di visione, che si riflette anche nella scelta di non prevedere più un sostegno specifico agli investimenti in innovazione, vera leva della competitività e del futuro del comparto". Riassume così il presidente di Fedagripesca Confcooperative Raffaele Drei i temi al centro della partecipazione della Federazione alla manifestazione di protesta di ieri a Bruxelles in occasione della riunione del Consiglio Agricolo.




























