È vero, negli ultimi anni si parla sempre più spesso dell'importanza della biodiversità microbica del suolo e quindi di tutta quella rete di batteri, funghi, protozoi, alghe e virus, che possono entrare in relazione con le piante coltivate. Eppure, non tutti i microrganismi sono uguali e, soprattutto, non tutti sono utili all'agricoltura.

 

I microrganismi, infatti, si trovano ovunque: nel suolo, sulle piante, nell'aria, perfino su una crosta di formaggio. Questo però non significa che tutti abbiano un valore agronomico e parlare genericamente di "microrganismi" può essere fuorviante.


In questo articolo ci concentreremo sul ruolo dei microrganismi utili allo sviluppo delle piante, in grado di instaurare relazioni positive con la radice, stimolare l'assorbimento degli elementi nutritivi, migliorare la struttura del suolo e supportare la resilienza della coltura.


Ne parleremo con l'aiuto di Agribios Italiana, azienda produttrice di concimi organici e organo minerali che da oltre 15 anni commercializza prodotti inoculati con microrganismi utili: micorrize, batteri solubilizzatori del fosforo, azotofissatori, produttori di siderofori o ad azione biostimolante. Consorzi microbici costruiti per rispondere a condizioni agronomiche diverse, con l'obiettivo di rigenerare la fertilità dei suoli.


Abbiamo intervistato Carlo Alberto Antoniazzi, direttore commerciale e tecnico di Agribios Italiana, ed Enrico Boscolo Sassariolo, marketing specialist di Agribios Italiana, per fare chiarezza su questo tema complesso. Capiremo perché i microrganismi utili sono così importanti, come vengono selezionati, quali prodotti mette a disposizione Agribios Italiana e soprattutto come orientarsi nella scelta in un mercato sempre più affollato di prodotti a base di microrganismi.

 

Microrganismi utili e sostanza organica per rigenerare i suoli

Il suolo è un ecosistema vivo e complesso, abitato da miliardi di microrganismi che regolano processi fondamentali come la mineralizzazione della sostanza organica, l'umificazione e la disponibilità di nutrienti e che possono avere funzione di bionutrizione, biostimolante, e/o biocontrollo.


Questi microrganismi, tuttavia, non possono vivere e moltiplicarsi se il suolo non è ricco di sostanza organica. Nei terreni dei paesi del Mediterraneo, dove il contenuto di sostanza organica è basso, inserirli senza fornire un substrato adeguato significa perderli dopo poco tempo.

 

Ecco perché Agribios Italiana lavora da anni unendo matrici organiche umificate a consorzi microbici. Lo spiega Carlo Alberto Antoniazzi: "È chiaro che se vogliamo puntare sullo sviluppo dei microrganismi, bisogna apportare anche la sostanza organica. Infatti, anche il microrganismo più performante, in un ambiente non favorevole potrebbe non sopravvivere. Inoltre, serve della sostanza organica umificata: composta da carbonio umico e fulvico, elementi indispensabili per lo sviluppo dei microrganismi nel suolo".

 

Questi prodotti migliorano e riducono la stanchezza del terreno, risultato di decenni di impoverimento biologico, compattamento, monocoltura e concimazioni poco equilibrate.

 

Ma i concimi organici inoculati con microrganismi si possono utilizzare solo in terreni stanchi? "Innanzitutto - afferma Enrico Boscolo Sassariolo - un terreno non diventa sterile da un giorno all'altro. Spesso è un percorso di degradazione, quindi un terreno che è in buone condizioni oggi, non significa che lo sarà ancora tra 5 o 10 anni. In questi casi è opportuno avere un approccio preventivo. Per esempio, ci sono dei terreni apparentemente in salute, pieni di nutrienti immobilizzati nel suolo. In questi casi non serve apportare ulteriori nutrienti, ma è importante inoculare i microrganismi che ne permettono la mobilitazione. Si tratta di utilizzare in maniera efficiente quello che abbiamo a disposizione".

 

Lo sottolinea anche Carlo Alberto Antoniazzi, che dice: "I microrganismi rappresentano una delle tre componenti della fertilità: chimica, fisica e microbiologica. Tutte e tre vanno gestite attraverso un approccio rigenerativo. Perché oggi abbiamo la necessità di dover recuperare una condizione persa: in 25-30 anni siamo arrivati a livelli di sostanza organica nei suoli sempre più bassi, se continuiamo così e non mettiamo in atto dei correttivi, peggioriamo ulteriormente la situazione e non ce lo possiamo permettere".

 

Quali microrganismi utili, quanti, quando e come

I microrganismi utili all'agricoltura sono capaci di instaurare relazioni positive con la radice e con il suolo, migliorando lo sviluppo vegetativo e la disponibilità nutrizionale. Come ricorda Carlo Alberto Antoniazzi di Agribios Italiana: "Quando si parla di microrganismi utili si fa riferimento principalmente a funghi e batteri: microrganismi Pgpr (plant growth promoting rhizobacteria) cioè promotori della crescita delle piante, micorrize che creano simbiosi con le radici, batteri azoto fissatori a supporto dell'assorbimento dell'azoto atmosferico, batteri solubilizzatori del fosforo che rendono biodisponibile il fosforo immobilizzato, funghi del genere Trichoderma per la biostimolazione e il miglioramento dello sviluppo radicale".


Proprio per sfruttare tutte queste potenzialità, Agribios Italiana non lavora con singoli microrganismi ma sviluppa formulazioni specifiche composte da consorzi microbici destinati a specifiche funzioni. "Si tratta di pool di microrganismi - afferma Carlo Alberto - al cui interno ognuno ha un'attività principale e delle attività secondarie. In questo modo si ottimizza il risultato dell'applicazione in campo".


Il lavoro su questi prodotti è iniziato oltre 15 anni fa e si è perfezionato negli anni, fino alla realizzazione di una vera ceppoteca aziendale, grazie anche alla collaborazione con l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza.

 

Oggi, Agribios Italiana dispone di oltre 60 ceppi autoctoni della Pianura Padana selezionati per resistenza, adattabilità e capacità di convivenza.

 

Perché creare una propria ceppoteca? "Molte aziende acquistano microrganismi nelle ceppoteche internazionali - spiega Carlo Alberto Antoniazzi - È legittimo, ma quei microrganismi devono poi adattarsi alle nostre condizioni di temperatura, suolo, pH, salinità e disponibilità idrica. Per questo noi preferiamo selezionare microorganismi autoctoni, per avere una maggiore attività, resistenza, capacità di convivenza e adattabilità alle condizioni ambientali tipiche del Sud Europa".


Naturalmente, perché un inoculo funzioni, deve avere una carica microbica adeguata. Antoniazzi lo spiega con una metafora efficace: "Mettere un microrganismo in un suolo senza carica sufficiente è come mettere un poliziotto in mezzo a 500 detenuti. Non riuscirà a tenerli a bada. Se parto con una concentrazione troppo bassa, il terreno prevarica sull'inoculo". Per questo Agribios Italiana opera su cariche pari ad almeno 106 unità formanti colonia per grammo.


La stessa attenzione viene posta anche sulla gestione produttiva: i microrganismi devono rimanere vivi e attivi, quindi Agribios Italiana utilizza matrice organica umificata e non ricorre a forni di essiccazione, che porterebbero a temperature incompatibili con la loro vitalità.


Fondamentali anche il "come" e il "quando". Questi prodotti vanno:

  • interrati, per evitare il contatto diretto con l'aria e proteggerli dai raggi Uv;
  • distribuiti in autunno, inverno o primavera, evitando i mesi più caldi;
  • applicati rispettando le dosi indicate, perché il sottodosaggio impedisce l'instaurarsi dei microrganismi.

"Il freddo conserva, il caldo disattiva - ricorda Carlo Alberto - e un microrganismo, se esposto a temperature elevate e non gli viene fornita dell'acqua, muore esattamente come qualunque essere vivente". Dopo l'applicazione infatti, la disponibilità di umidità è altrettanto importante: i microrganismi vivono dove c'è sostanza organica e acqua, proprio come i funghi che emergono nel bosco dopo la pioggia.


In sintesi, scegliere il microrganismo giusto, nella quantità corretta e applicato nel momento adatto, non è solo un dettaglio tecnico ma la condizione necessaria perché l'inoculo funzioni davvero.


I prodotti Agribios Italiana a base di microrganismi utili

Negli anni Agribios Italiana ha creato una linea di fertilizzanti solidi inoculati con consorzi microbici selezionati:

Ogni prodotto nasce per un'esigenza agronomica precisa e va utilizzato come strumento per rigenerare il suolo e migliorare la vitalità delle colture.

 

Agri Bio Aktiv

Ammendante a base di letame umificato - non proveniente da allevamenti industriali - inoculato con micorrize, funghi (come Trichoderma harzianum e T. viride) e batteri della rizosfera. La sua funzione è duplice: fornire sostanza organica ed elementi nutritivi ma anche creare le condizioni ideali per lo sviluppo e la proliferazione dei microrganismi benefici.

 

L'impiego di Agri Bio Aktiv permette di ottenere molteplici risultati tra i quali: migliorare lo stato generale della coltura, incrementare le produzioni per ettaro delle colture da reddito, migliorare l'aspetto visivo delle piante ornamentali e dei tappeti erbosi e fornire l'idoneo supporto per lo sviluppo dei microrganismi.

 

Fertilsoil

Per chi deve ripristinare una buona attività microbiologica nei terreni impoveriti, Agribios Italiana propone Fertilsoil, a base di letame essiccato con inoculo di micorrize e microrganismi autoctoni, selezionati proprio per la loro capacità di azotofissazione, solubilizzazione del fosforo, produzione di siderofori e acido indolacetico. È un prodotto pensato per innalzare la fertilità microbica dei suoli stanchi, migliorandone la risposta produttiva nel medio periodo.

 

Biophos

Quando il problema è il fosforo immobilizzato, il prodotto di riferimento è Biophos. Si tratta di un concime organico  multifunzione: oltre ad apportare sostanza organica umificata di elevata qualità e ad azione rigenerante del suolo, contiene uno specifico pool di batteri della rizosfera che agiscono sul fosforo presente nel suolo, rendendolo nuovamente disponibile per le colture.

 

Questo approccio rende la concimazione fosfatica più sostenibile: il fosforo minerale è in via di esaurimento nelle miniere mondiali, con Biophos si utilizza quello già presente nel suolo, ma non più disponibile perché insolubile.

 

Bio Aktiveg

Accanto alle matrici animali umificate, Agribios Italiana ha pensato anche a chi opera in segmenti di mercato - soprattutto orticole da quarta gamma - che richiedono rigorosamente basi vegetali. Da qui nasce Bio Aktiveg, la versione 100% vegetale di Agri Bio Aktiv, formulata su pannelli vegetali anziché letame. Il prodotto, inoltre, è inoculato con batteri della rizosfera e funghi micorrizici.


Biosinergy

Per stimolare lo sviluppo dell'apparato radicale c'è Biosinergy, un attivatore basato su sostanza organica umificata, acidi umici, batteri della rizosfera e funghi micorrizici.

 

La sua particolare composizione, ricca di acidi umici, stimola la radicazione e la simbiosi tra apparato radicale e funghi micorrizici, con grande vantaggio delle piante che possono quindi utilizzare in modo più efficiente l'acqua e gli elementi nutritivi presenti nel terreno.

 

Biosinergy permette di ottenere molteplici risultati: migliorare la fertilità del suolo, fornire l'idoneo supporto per lo sviluppo dei microrganismi, sviluppare l'apparato radicale tramite la formazione di simbiosi micorriziche, favorire la crescita delle piante e la resistenza agli stress di vario genere (idrici e termici).

 

Eco booster di Agribios Italiana, la base che attiva la vita

Secondo Agribios Italiana, per migliorare la salute del suolo non basta introdurre un microrganismo, bisogna metterlo nelle migliori condizioni di vivere, nutrirsi e moltiplicarsi.

 

Da questa consapevolezza nasce Eco Booster, una tecnologia Agribios Italiana che ha la funzione di potenziare l'attività microbica sia dei microrganismi aggiunti, sia di quelli già presenti nel terreno.

 

Si tratta di un substrato ottenuto da processi di fermentazione controllata di matrici naturali, ricco di metaboliti, enzimi, componenti bioattive e modulatori di crescita microbica. È in grado di interagire positivamente coi processi alla base della fertilità dei suoli, favorendo la crescita delle specie microbiche utili. "L'utilizzo di una base organica con microrganismi e l'aggiunta di Eco Booster - spiega Carlo Alberto Antoniazzi - ci facilita sotto due fronti: il primo è lo sviluppo dell'attività microbica presente nel pellet, quindi nel concime, il secondo è lo sviluppo di quella già presente nel suolo. In questo modo si ha la massima espressione di una composizione autoctona".

 

Eco Booster, infatti, attiva le comunità microbiche autoctone, valorizzandole. È un concetto richiamato anche da Enrico Boscolo Sassariolo: "In quei contesti in cui non si vuole apportare nuovi microrganismi, ma solo potenziare quelli che ci sono, Eco Booster è la soluzione più rispettosa del microbiota locale e del terroir".

 

I fertilizzanti prodotti con la tecnologia Eco Booster rigenerano i terreni stanchi, favoriscono i processi di umificazione e promuovono la rapida degradazione delle sostanze inquinanti residuali. Favoriscono inoltre lo sviluppo radicale e i processi di assimilazione di macro e micronutrienti.

 

Con Eco Booster non si nutrono solo le piante, si nutre il microbiota che sostiene la coltura.

 

Come riconoscere un buon prodotto a base di microrganismi: il vademecum per l'agricoltore

Il mercato dei prodotti con microrganismi utili sta crescendo rapidamente, per questo c'è bisogno di fare chiarezza e aiutare gli agricoltori a rispondere alla domande: "Come faccio a capire qual è il prodotto giusto che fa per me?".


Ecco alcuni semplici criteri semplici per valutare la qualità di un fertilizzante inoculato.


Il primo elemento da osservare è l'etichetta. Carlo Alberto lo dice chiaramente: "La legge oggi consente di dichiarare i microrganismi. Se qualcuno afferma che ci sono ma non li scrive, allora questa è già una discriminante". Come accennato all'inizio, infatti, utilizzare solo il termine "microrganismi" è troppo generico: bisogna sapere chi sono, cosa fanno e perché sono stati inseriti nella formulazione.


Il secondo elemento è la qualità della materia prima utilizzata. L'ideale è la sostanza organica umificata: "Perché non basta inoculare un microrganismo utile nel terreno, bisogna garantirne la vitalità", spiega Antoniazzi. Una base ricca di carbonio umico e fulvico rappresenta il nutrimento ideale per permettere ai microrganismi di insediarsi e diventare parte integrante della flora microbica del suolo.


Altro punto essenziale: come è stato prodotto il concime. Se si utilizzano forni di essiccazione per la produzione di pellet si può perdere la vitalità dei microrganismi. Per esempio, Carlo Alberto afferma che: "Già a 38 °C i funghi del genere Trichoderma perdono vitalità e nei processi di essiccazione si superano abbondantemente i 70 °C". Per questo Agribios Italiana non utilizza alcun forno: "Usiamo sostanza organica umificata e processi a freddo, condizioni che garantiscono non solo la sopravvivenza, ma il mantenimento in vita dei microrganismi", sottolinea Antoniazzi.


Infine: da dove arrivano i microrganismi? Ceppi autoctoni selezionati per resistenza, adattabilità e capacità di convivenza, rappresentano un vantaggio importante rispetto a microrganismi provenienti da ceppoteche internazionali, che devono adattarsi a condizioni pedoclimatiche molto diverse.


Per sintetizzare: "La qualità della materia prima e del processo produttivo e la dichiarazione in etichetta - conclude Carlo Alberto Antoniazzi - sono le tre vere discriminanti della credibilità di un prodotto. Chi risponde chiaramente a queste domande può offrire un fertilizzante davvero efficace".