È scattato dal primo dicembre il divieto per i produttori europei di usare i neonicotinoidi classificati da Bruxelles come dannosi per le api e responsabili del fenomeno di moria degli insetti impollinatori. Dopo due anni d’applicazione, il bando potrebbe essere tolto oppure rinnovato, a seconda di cosa emergerà dalle analisi sull’impatto di questa sospensione.

Dal primo dicembre agrofarmaci dannosi per le api banditi per almeno due anni
Clothianidin
, Thiamethoxam e Imidacloprid sono stati ufficialmente banditi dai suoli europei a partire dall’inizio del mese. Il divieto, deciso sulla base di un parere di Efsa, l’autorità europea di sicurezza alimentare, era stato annunciato dalla Commissione europea lo scorso aprile, e riguarda le colture come colza, mais, girasole e cotone, che attirano particolarmente le api. Le uniche eccezioni per l’utilizzo saranno per le colture in serra e per il periodo successivo alla fioritura.

La lobby agricola britannica appoggia Syngenta nel ricorso contro Bruxelles
Ma la messa al bando non è senza voci contrarie. A fine novembre la più importante lobby agricola britannica, Nfu, si è schierata al fianco della battaglia legale di Syngenta, la compagnia svizzera produttrice che già ad agosto ha presentato un ricorso contro la decisione di Bruxelles, tacciando lo studio dell’Efsa di essere incompleto e inaccurato. Secondo Nfu, il mantenimento di un range ampio di agrofarmaci è vitale per un’agricoltura sostenibile e produttiva e il bando si pone in direzione contraria a questo principio.

E non è tutto per le api: discussioni su miele e Ogm
Api protagoniste anche in un altro campo: la discussione sulla necessità di indicare tracce di Organismi geneticamente modificati (Ogm) sui barattoli di miele. I deputati della Commissione ambiente al Parlamento europeo si sono recentemente espressi contro l’iniziativa della Commissione di escludere gli apicoltori dall’obbligo di inserire in etichetta la presenza di polline proveniente da colture geneticamente modificate.
Nel loro voto, il polline viene definito come un ingrediente del miele e non come una mera componente naturale: pertanto, se la quantità di polline ogm superasse la soglia dello 0,9%, scatterebbe l’obbligo di indicarne la presenza in etichetta. Una procedura che, secondo gli esperti, potrebbe essere complicata e costosa. Il dossier passerà ora al vaglio della sessione plenaria dell’Europarlamento.