Si è svolto il 29 maggio presso l’azienda Fabri Guarini di Camerlona (Ra) di Terremerse, il Press-Tour nei campi sperimentali di colture cerealicole organizzato da Agrofarma e Assofertilizzanti con l’obiettivo di evidenziare sul campo le differenze tra appezzamenti trattati e non trattati con sostanze chimiche e fertilizzanti e di conseguenza parlare come questi mezzi tecnici contribuiscano a produrre alimenti sani e di qualità.
“Crediamo che agrofarmaci e fertilizzanti possano aiutare e coadiuvare un corretto sviluppo delle piante - spiega Marco Rosso, direttore generale di Agrofarma e Assofertilizzanti - e dell’intera attività produttiva. E’ indispensabile promuovere l’utilizzo ottimale di questi mezzi tecnici, integrati con altri fattori di produzione agricola, diffondendo così una cultura dell’agricoltura sostenibile che concili le esigenze della produttività con la salubrità dei raccolti e la protezione dell’ambiente”.
Nei circa 5 ettari dell’azienda sperimentale sono presenti particelle (o piccolissimi appezzamenti) con varietà cerealicole sottoposte ad un uso differenziato di agrofarmaci, fertilizzanti e tecniche agronomiche.
“E’ indispensabile capire come la ricerca e l’innovazione di prodotto e di tecnologia siano indispensabili per un’agricoltura più efficace - continua Rosso -, più sicura, più redditizia e più consapevole. Ogni anno la nostra associazione reinveste una parte del proprio capitale in attività di ricerca e di sperimentazione. I nostri centri sono dislocati in tutta Italia, per poter provare i mezzi tecnici su tutte le specie e in diverse condizioni pedoclimatiche ed agronomiche.
Gli agrofarmaci sono la risposta decisiva alla crescente domanda mondiale di prodotti alimentari. E’ grazie al loro corretto impiego che si è verificato un incremento della produttività e dell’efficienza agricola, una riduzione dei prezzi, raccolti più abbondanti e alimenti protetti e di maggiore qualità.
Senza gli agrofarmaci è reale il rischio di un sensibile abbattimento della produzione agricola, a causa delle diverse malattie delle piante con tutta una serie di conseguenze sulla salute dell'uomo, degli animali e sull'andamento dell'economia”.
Alcuni dati su Agrofarma
Agrofarma è l’Associazione di Federchimica che rappresenta le imprese del comparto dei prodotti chimici per l’agricoltura, ovvero degli agrofarmaci. Le imprese che aderiscono ad Agrofarma realizzano il 95% del fatturato italiano del comparto, che si colloca intorno agli 807 milioni di euro. (Fonte Agrofarma e dati del 2010).
Il mercato degli agrofarmaci in Italia e nel mondo
L’introduzione di nuove tecnologie sempre più avanzate e rispettose delll’ambiente ha consentito di ridurre le dosi d’impiego, tanto che nel periodo 1990-2010 si è registrato un calo del 32% nel consumo nazionale di agrofarmaci: si è passati dalle 141.200 tonnellate del 1990 alle 95.830 tonnellate del 2010. Per quanto concerne le sostanze attive sono soprattutto i fungicidi e gli erbicidi che hanno determinato il consistente decremento del mercato, essendo di fatto le famiglie più interessate all’introduzione di molecole innovative a bassi dosaggi d’impiego: -37% per i fungicidi, -44% per gli insetticidi, -18% per gli erbicidi, +13% per i fumiganti. Bisogna però far presente come il valore del mercato italiano di agrofarmaci sia cresciuto del 15,3% nel corso degli ultimi dieci anni, passando da 700 milioni di euro del 2000 agli 807 milioni di euro del 2010: +20% per i fungicidi, +6% per gli insetticidi, +9% per gli erbicidi, +150% per i fumiganti.
Secondo un’indagine condotta da Nomisma nel 2007 per Agrofarma, il 47,3% dei produttori agricoli italiani ha individuato gli agrofarmaci come fattori che presentano elevata importanza strategica e modeste criticità nella gestione.
Si ricorda che l'Italia vale circa il 3% del mercato mondiale che, secondo CropLife International, nel 2009 era di circa 37,8 miliardi di dollari, in calo del 6,5% rispetto al 2008 quando valeva 40,4 miliardi di dollari.
Uno sguardo alla sicurezza alimentare
Interessante anche il dato relativo ai residui, la quota di sostanza che rimane nel prodotto alimentare trattato.
L’ultimo rapporto ufficiale del ministero della Salute e relativo all’anno 2009 afferma che in due casi su tre (62,5%) i campioni sono risultati del tutto privi di residui. Il 36,7% dei campioni è risultato entro i termini di legge e quindi non costituisce pericolo per il consumatore, mentre nell0 0,8% dei campioni è risultato sopra la soglia di legge (la media europea è il 3,5%).
La percentuale di irregolarità negli ortofrutticoli ha subito negli anni un progressivo decremento (dal 5,6% del 1993 allo 0,8% del 2009): un valore ascrivibile alle attività di controllo e ad una maggiore consapevolezza nell’impiego di prodotti fitosanitari da parte dell’agricoltore. “Il superamento occasionale di un limite legale - sottolinea ad ogni modo il rapporto - non comporta un pericolo per la salute, ma il semplice sorpasso di una soglia legale tossicologicamente accettabile”.
A questo rapporto si aggiunge quello eseguito dall’Onr - Osservatorio nazionale residui sempre nel 2009: nel 70,2% i campioni analizzati erano senza traccia di residui, il 27,7% aveva residui ma entro i limiti di legge, nel 2,1% sono stati riscontrati residui sopra la soglia di legge. Tutti i residui trovati al di sopra della quantità ammessa per legge sono stati rilevati in quantità dalle 100 alle 1000 volte inferiori a quelle potenzialmente nocive per la salute umana.