Per promuovere l’innovazione in ambito agricolo, è indispensabile la collaborazione e lo scambio di conoscenze e informazioni tra mondo accademico, istituzioni, produttori, rappresentanti del settore, in una parola tra tutti gli attori interessati.

Da questo presupposto nasce SIA network, la rete per l’agricoltura intensiva sostenibile, presentata dal think-tank e centro di ricerca OPERA a Bruxelles nel corso della sesta conferenza sulla riforma della Pac, lunedì 26 marzo.

All’interno del budget comunitario per i prossimi sette anni (2014-2020), la Commissione europea ha proposto di mettere a disposizione 4,7 miliardi di euro per la ricerca nell’ambito agroalimentare.

“E' tempo di iniziare a discutere verso quali priorità strategiche indirizzare questi finanziamenti” ha dichiarato Ettore Capri, direttore di Opera, presentando il network come un’iniziativa per favorire il dialogo e la ricerca di nuove soluzioni produttive, per un’agricoltura europea innovativa, che sappia far fronte alle sfide del futuro, in primis quella di rispondere a una domanda di cibo che cresce molto di più rispetto al limitato aumento di terre coltivabili.

“La risposta – conclude Capriè ripensare l’approccio alla produzione e al consumo di prodotti agricoli, trovando soluzioni innovative. Ecco il perché di una piattaforma permanente di esperti scientifici, attori istituzionali e rappresentanti del settore”. In particolare, se la parola chiave è innovazione, OPERA sostiene la necessità di allentare i freni allo sviluppo di nuove tecnologie e alla promozione di nuovi approcci e tecniche agricole.

Per l’Istituto per le politiche ambientali europee (Ieep), si tratta di un’iniziativa coraggiosa. “Vorrei porre l’accento anche sulla scelta linguistica della parola intensiva – ha dichiarato Alan Buckwell, presente alla conferenza in rappresentanza dell’Ieep – spesso è un termine associato a un concetto negativo, ma non c’è nulla di sbagliato se per agricoltura intensiva si intende lo sfruttamento massimo delle conoscenze e l’uso di fertilizzanti nella misura necessaria per far crescere le piante, ma non eccessivo, evitando quindi di inquinare suolo e atmosfera”.
Buckwell ha poi sottolineato che l’agricoltura europea, di fatto, è già intensiva se la si paragona con altre aree del mondo, e che l’imperativo posto dalla riforma della Politica agricola comune è proprio per un’attività più intensa e sostenibile.

Paolo De Castro, presidente della Commissione agricoltura al Parlamento europeo (Comagri), ha salutato l’iniziativa definendola “coerente col contesto delle attuali preoccupazioni delle istituzioni europee, ovvero come contrastare la scarsità di risorse naturali e assicurare l’equilibrio tra la necessità di produrre di più e quella di proteggere l’ambiente”.

Lo ha confermato Timothy Hall, capo dell’Unità che si occupa di ricerca agricola all’interno della Commissione europea. Nell’ambito agricolo, l’obiettivo strategico del prossimo programma europeo di ricerca, Horizon 2020, è sicuramente una “produzione eco-intensiva”, ovvero un’attività che assicuri una quantità sufficiente di cibo (ma anche di energia), gestendo le risorse naturali in maniera sostenibile.