Sta entrando nel vivo il processo di riforma della Pac, la politica agricola della comunità europea che dovrà accompagnare il lavoro dei campi dopo il 2013. Dopo tanto parlarne, il 17 novembre il Commissario europeo Dacian Ciolos comunicherà al Parlamento europeo le prime proposte concrete di questa riforma. Un primo importante passo che potrà rivelarsi fondamentale nelle scelte che saranno prese nella fase finale, quando le proposte saranno tradotte in strumenti legislativi. Già si conoscono le linee essenziali di questa “Comunicazione” del Commissario, che sul fronte dei pagamenti diretti si divide lungo le direttrici del sostegno al reddito e della tutela ambientale. I pagamenti diretti avranno dunque una base comune che garantisca un livello minimo e uniforme in tutti gli Stati membri. Per le aree svantaggiate si prevede un aiuto supplementare che sarà agganciato alla superficie coltivata e che potrà essere integrato a livello nazionale. E’ invece destinato ad estinguersi il supporto esistente per le zone svantaggiate previsto all’interno del secondo pilastro della Pac. Al sostegno di base si aggiungerà una “componente verde” che avrà carattere obbligatorio e che potrebbe assumere la forma di iniziative agroambientali semplici o generalizzate anche a cadenza annuale.

 

Aiuti ai “piccoli”

Sul fronte dei pagamenti diretti la “Comunicazione” prevede la possibilità di un sostegno volontario accoppiato per specifici settori che verrebbe concesso solo per determinate aree o per particolari tipologie produttive. Per ridurre il rischio di abbandono delle attività agricole, con i conseguenti negativi riflessi sull’occupazione, è probabile venga proposto un livello di pagamenti diretti minimi da destinare ai piccoli agricoltori.

 

Riequilibrare la Pac

Resta sullo sfondo il problema del disequilibrio nella erogazione degli aiuti diretti che deriva dalla grande diversità di condizioni economiche e ambientali nei paesi della Ue. Fra le soluzioni proposte vi è quella di un sistema che garantisca un livello minimo di aiuti al quale si contrapponga un tetto massimo per le aziende di grandi dimensioni, utilizzando fra i parametri di valutazione la capacità occupazionale di tali aziende.

 

Occhio ai mercati

Altro capitolo affrontato dalla “Comunicazione” è quello dei mercati e degli strumenti per ridurre l’impatto negativo sui redditi che deriva dalla grande volatilità dei prezzi. Fra gli strumenti di stabilizzazione del reddito si ipotizzano sistemi assicurativi e fondi mutualistici che avrebbero il vantaggio di non configgere con gli accordi Wto (organizzazione per il commercio mondiale). Sempre in tema di mercati si ipotizza l’estensione del periodo di intervento e l’allargamento dell’ammasso privato anche a prodotti oggi esclusi (le carni avicole, ad esempio).

 

Quadro strategico

La “Comunicazione” si preoccupa anche di dare maggiore organicità agli interventi con la messa a punto di un “quadro strategico comune” che ottimizzi le politiche di sviluppo rurale, più orientate all’ambiente, con le altre politiche comunitarie nelle quali rientrano vari capitoli, dallo sviluppo delle vendite dirette, agli aiuti ai giovani agricoltori. In altri termini, la riforma della Pac dovrebbe continuare a fondarsi su due pilastri, il primo più equo nella distribuzione delle risorse e attento all’ambiente, il secondo sulla competitività e l’innovazione.

 

Sostegni indispensabili

Fra gli scenari ipotizzati, oltre a quello appena delineato, resta ancora possibile la scelta di una “rivoluzione” della Pac, con l’abolizione delle misure di sostegno al reddito e al mercato, tesi che trova alcuni sostenitori fra i paesi della Ue. Una “non-soluzione” che avrebbe come conseguenza la concentrazione delle attività agricole nelle zone più vocate e l’abbandono di quelle meno redditizie e competitive, che sarebbero abbandonate e marginalizzate. Destinate di conseguenza anche ad un degrado ambientale. L’esatto contrario di ciò che si vorrebbe ottenere con la riforma della Pac. Ora la “comunicazione” dovrà essere approvata dal Collegio dei Commissari per poi iniziare con il 17 novembre al Parlamento europeo, il suo cammino verso la definizione delle proposte legislative, attese entro l’estate del prossimo anno.