L'azione svolta dagli organi di controllo in materia di sostanze e preparati pericolosi è strettamente correlata alla presenza, presso fabbricanti, distributori e importatori, delle schede di sicurezza. Come si svolge l'attività di vigilanza da parte dell'Azienda Usl di Modena?

E' obbligatorio fornire le Schede di sicurezza dei prodotti fitosanitari all'utilizzatore professionale, fin dal 30 luglio 2004. La Scheda deve permettere all’utilizzatore di determinare la presenza (sul luogo di lavoro) di qualsiasi agente chimico pericoloso e di valutare l’eventuale rischio, per la salute e la sicurezza dei lavoratori, che deriva dal suo impiego. Con l’entrata in vigore del D.M. 7 settembre 2002, la Scheda deve essere obbligatoriamente preparata da un tecnico competente che deve tenere conto delle esigenze specifiche degli utilizzatori, nella misura in cui sono conosciute e deve indicare gli usi previsti o raccomandati del prodotto chimico fornito. Il Responsabile dell'immissione sul mercato di preparati pericolosi deve garantire che il proprio personale competente abbia ricevuto l’opportuna formazione professionale, compresi eventualmente corsi di aggiornamento.

I soggetti coinvolti nella vigilanza sono prevalentemente individuabili nei servizi dei Dipartimenti di Prevenzione e/o Sanità pubblica delle Aziende sanitarie locali, per garantire la tutela della salute sia della popolazione generale che degli utilizzatori professionali, da esposizioni a sostanze o preparati non correttamente etichettati, imballati e/o classificati. I luoghi in cui è possibile esercitare le azioni di vigilanza e di controllo sulle sostanze e i preparati pericolosi sono i luoghi di fabbricazione, i depositi, le rivendite e i luoghi di lavoro. Nei confronti del Responsabile, la si esegue normalmente presso il rivenditore di prodotti fitosanitari, dove si deve controllare se la Sds sia stata consegnata allo stesso rivenditore e se sia stata consegnata all'agricoltore.
 
Quali sono le informazioni e gli elementi identificativi che gli utilizzatori professionali devono fornire circa i preparati pericolosi?
Devono essere in possesso della Sds, all'atto del primo acquisto.
 
Secondo una recente valutazione condotta a livello europeo, nel 60 per cento dei casi, e oltre, la qualità dei dati relativi alle 16 voci obbligatorie delle Schede di sicurezza risultano inaccurate. Quali sono, stando alla sua esperienza, le principali carenze riscontrate e in quale ambito?
Per quanto riguarda l’attività di controllo in Emilia-Romagna e, nello specifico, il caso modenese, a partire dall’entrata in vigore delle nuove normative quadro in materia di sostanze e preparati pericolosi (D. Lgs. 52/97 e D. Lgs. 285/98) nell’ambito di piani di prevenzione nel territorio dell’Azienda Usl di Modena, sono state compiute indagini per verificare la qualità dei dati presenti nella Scheda di sicurezza di sostanze e preparati pericolosi impiegati negli ambienti di lavoro. A tutt’oggi, anche dopo l’emanazione del Decreto legislativo 14 marzo 2003, n. 65 (D. Lgs.65/03) e la sua ultima modificazione con Decreto legislativo 28 luglio 2004, n. 260 (D. Lgs. 260/04), sono state approntate 396 verifiche di Sds di prodotti chimici presenti negli ambienti di lavoro. Delle 396 Sds valutate, 240 erano relative a preparati pericolosi fabbricati in 8 regioni italiane compresa l'emilia-Romagna.    

In otto anni di controlli e di vigilanze predisposte nei luoghi di lavoro del territorio modenese e per quanto riguarda esclusivamente i preparati pericolosi, i risultati dell’indagine hanno confermato le conclusioni sconfortanti degli anni precedenti, tuttavia con un tendenziale leggero miglioramento. Le valutazioni di pericolosità dei preparati analizzati chimicamente e la qualità dei dati e delle informazioni presenti hanno evidenziato che ben 166 Sds (69%), per diverse motivazioni più o meno rilevanti, sono risultate inadeguate alle note esplicative della guida alla redazione delle Sds. 
Le  carenze e le inaccuratezze individuate nella stesura delle schede presenti nei luoghi di lavoro sono state correlate principalmente alle informazioni in materia di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori e di protezione dell’ambiente, guarda caso e sempre per le stesse voci obbligatorie. Ciò denota chiaramente l’incapacità dei compilatori delle schede di fornire quelle particolari informazioni tecnico-specialistiche.
La collaborazione e la fiducia instaurata dall’Azienda Usl di Modena con le imprese utilizzatrici ha sempre fornito risultati positivi. Inoltre alcuni degli stessi produttori coinvolti nell’attività di controllo ha più volte dichiarato che tale attività li sprona a garantire, con più attenzione, la qualità e la purezza dei prodotti chimici immessi nel territorio modenese.
 
Quali sono i rischi per la salute connessi ad un errato utilizzo delle sostanze pericolose?
L'esposizione ai prodotti fitosanitari può provocare: intossicazione acuta, subacuta, cronica o subcronica, ad esempio le malattie allergiche.
L'intossicazione acuta si verifica normalmente quando l'organismo è esposto a quantità elevate di sostanze pericolose in tempi brevi. Si tratta pertanto di un infortunio sul lavoro.
L'intossicazione cronica si verifica quando l'organismo è esposto a quantità relativamente piccole di prodotti fitosanitari per lunghi periodi di tempo: in questo modo le sostanze colpiscono organi bersaglio (fegato, rene, intestino, sistema nervoso centrale, ecc…) si accumula nelle cellule dell'organismo e determinano alterazioni spesso irreversibili. Si tratta quindi di una malattia professionale.
 
E' possibile fare qualche esempio di intossicazione acuta. Gli esteri fosforici, quali parathion, methil parathion, diazinone e i carbammati, come il carbaryl, methomyl, possono provocare lacrimazione, produzione eccessiva di saliva, vomito, dolori all'addome, diarrea, convulsioni, tremori muscolari, abbassamento della pressione sanguigna. I preparati a base di stagno possono causare mal di testa, ronzii alle orecchie, vertigini, ritenzione urinaria, insufficienza respiratoria e circolatoria. I ditiocarbammati (mancozeb, metiram) in caso di ingestione, possono indurre nausea, vomito, sonnolenza e bronchite.
Inoltre gli studi sperimentali condotti su colture cellulari e su animali da laboratorio hanno consentito di dimostrare che alcuni prodotti fitosanitari sono dotati di azione cancerogena (cioè determinano la trasformazione delle cellule normali in cellule tumorali), mutagena (cioè provocano alterazioni del patrimonio genetico dell'individuo, ossia di quelle molecole che regolano il corretto funzionamento delle cellule dell'organismo) e tossica per il ciclo riproduttivo (cioè diminuiscono la fertilità umana e ad esempio le sostanze teratogene alterano le cellule dell’embrione e del feto provocando anomalie nel nascituro).

Dal momento in cui vengono accertati questi effetti cronici sulla salute dell’uomo le formulazioni che contengono le sostanze fitosanitarie sospette vengono gradualmente tolte dal commercio, in attesa che vengano individuate ed autorizzate formulazioni alternative meno pericolose o addirittura non pericolose. Attualmente l’unica sostanza con proprietà pericolose a lungo termine (proprietà teratogene conclamate e tossica per il ciclo riproduttivo di categoria 2) ancora ammessa nella formulazione di prodotti fitosanitari è il Linuron, impiegato nelle formulazioni di alcuni diserbanti.
Visti i possibili effetti che possono avere sulla salute, è della massima importanza fare un uso contenuto di tutti i prodotti fitosanitari, osservando scrupolosamente tutte le precauzioni e le prescrizioni per un loro corretto impiego.

Le vie attraverso le quali si possono verificare le intossicazioni sono: per ingestione (è la via meno frequente di intossicazione, tuttavia, oltre ad errori grossolani, può accadere che si portino alla bocca le mani o la sigaretta imbrattate dal prodotto), per contatto ( cioè per assorbimento di prodotto fitosanitario attraverso la pelle, è la via più comune di intossicazione, soprattutto quando non si utilizzano i dispositivi di protezione individuale quali tute, maschere protettive, guanti, stivali e quando la pelle è bagnata dal sudore che può favorire l'assorbimento del prodotto, attraverso la pelle, nel sangue. Infine, per inalazione, ed è la modalità più subdola di intossicazione che si può verificare anche se, apparentemente, sono state adottate tutte le misure di protezione consigliate (ad esempio è sufficiente che non funzioni adeguatamente il filtro della maschera o che questo sia esaurito).
 
E quali le sanzioni previste per chi non rispetta gli obblighi di legge e non fornisce la scheda informativa correttamente compilata?
Attualmente incorre in una sanzione che oscilla tra i 2.582 e i 15.493 Euro.

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