L’enterite, spiega Nutreco, per definizione è una patologia polifattoriale. L’agente eziologico (virus, battere o parassita) è soltanto uno dei tre fattori su cui ragionare e agire. Se la problematica è endemica serve concentrarsi sull’ambiente e sull’animale. Le patologie dell’apparato gastroenterico infatti pur riconoscendo, quasi sempre, un’eziologia microbica si devono considerare condizionate: la presenza di fattori favorenti influenza il comportamento biologico dell’agente infettivo. In altri termini la patogenicità del virus, del battere o del parassita può assumere diversi gradi di gravità a seconda delle condizioni di stalla.
La prevenzione di ogni forma di enterite passa attraverso una serie di azioni in stalla volte al controllo/riduzione dell’incidenza dei fattori condizionanti il rischio di malattia.
Punti critici su cui investire tempo:
- pulizia della sala parto e della vitellaia;
- gestione degli spazi (il sovraffollamento è critico anche per i vitelli);
- cure perinatali (è bene ricordare che il vitello frisone nasce anemico e ipoglicemico, perciò sensibile all’ambiente di stalla che pullula di germi);
- tempestiva e corretta somministrazione di un colostro di buona qualità*;
- adeguata alimentazione delle madri durante la fase di transizione (Ricorda la qualità del colostro è correlata alle condizioni di salute e benessere della madre).
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Fonte: Nutreco