Il frutto della papaya (Carica papaya) ha un sapore dolce (pur avendo un basso contenuto in zuccheri) e delicato. A me personalmente ricorda un po' quello del melone, ma con un aroma molto più intenso ed avvolgente e con sentori tipici dei frutti tropicali in genere. È anche un frutto ricco di molti nutrienti: vitamine A, B, C ed E, potassio, magnesio, acido folico e pantotenico, caroteni e flavonoidi.
Il consumo di papaya in Italia e in Europa, così come di tutti i frutti tropicali (e sub-tropicali) ed esotici, sta crescendo spinto da un'alimentazione più salutistica e concettualmente nuova. C'è da sottolineare però che il mercato ha una buona predisposizione verso i frutti tropicali d'origine italiana. Perché oggi è possibile in Sicilia (in primis) coltivare papaya, mango, avocado, litchi e frutto della passione. Questa vicinanza produttiva ai principali mercati ci permette di raccogliere frutti 'tree ripe' (maturi sull'albero e quindi più buoni) e con una bassa impronta carbonica.
Questa spinta commerciale ha fatto sì che la papaya ed alcuni frutti esotici diventassero delle valide e remunerative opportunità produttive, alternative alle più tradizionali del Sud Italia che vivono un periodo di profonda crisi agronomica e di reddito. Una coltura potenzialmente redditizia che però ha bisogno di diverse attenzioni per essere coltivata al meglio.
Nel 2018 nel mondo secondo Faostat sono state prodotte 13.290.320 tonnellate di papaya su una superficie coltivata di 1.015.498 ettari. L'India è il primo produttore con 5.989.000 tonnellate (45% del totale), seguita dal Brasile con 1.060.392 tonnellate e dal Messico con 1.039.820 tonnellate. L'Italia non è inserita nella classifica, che conta 70 paesi, visto che al momento la produzione siciliana è limitata a poche centinaia di tonnellate destinate principalmente a mercati locali, piccoli negozi e vendita online.
L'ambiente ideale per la papaya
La papaya, nel bacino Mediterraneo, viene coltivata in Spagna (Malaga, Almeria e Isole Canarie) e in ltalia, Sicilia in modo particolare. Nell'isola della Trinacria però può essere coltivata solo in alcune aree vocate, che possiamo indicare in quelle che si affacciano al Tirreno.
In base alle attività di ricerca dell'Università di Palermo la papaya deve essere coltivata sotto copertura (almeno per la parte invernale e primaverile). Pensare di coltivare la papaya solo all'aperto in ambiente italico è impossibile. La papaya infatti ha bisogno di caldo (temperature medie di circa 20-22 °C), soffre molto le basse temperature invernali (già a 5-6 °C possono crearsi problemi), risente delle gelate tardive (anche le più leggere) e del vento. Per quanto riguarda il terreno deve essere ben lavorato, ricco di sostanza organica, sciolto, con un pH sub-acido o neutro e privo di ristagni idrici.
In Sicilia le condizioni in cui si coltiva permettono alla papaya di fruttificare nei mesi compresi da aprile a novembre, e non per tutto l'anno come avviene nei paesi tropicali.
E' importante anche l'esposizione che deve essere in pieno Sole, condizione che permette una crescita rapida ed un'abbondante produzione di frutti. In linea generale le principali varietà vendute sul mercato europeo appartengono al gruppo delle Solo, Golden, Sunrise, Kapoho Solo e Formosa (Anon, 2009). Clicca qui per vedere su Plantgest alcune di queste varietà.
Acqua e concimazione
Per produzioni di circa 50 tonnellate/ettaro di papaya è stimato che il fabbisogno di nutrienti per ettaro e per anno sia: azoto 100 kg/ha, fosforo 40 kg/ha, potassio 60 kg/ha. Per maggiori informazioni sulla concimazione puoi consultare il sito internet di Ilsa Group. Per quanto riguarda l'acqua la papaya ha bisogno di essere irrigata, evitando però i ristagni. I metodi migliori d'irrigazione sono le manichette forate con gocciolatori. Per maggiori informazioni sulla disponibilità d'acqua e sull'irrigazione puoi consultare il sito internet di Irritec.
Pianta di papaya coltivata in coltura protetta in Sicilia
(Fonte foto: © Papaya di Sicilia - Pagina Facebook)
Allo scopo di rispondere al meglio alle esigenze del mercato italiano ed europeo con un prodotto made in Sicily di qualità da tempo presso il Dipartimento di Scienze agrarie e forestali dell’Università degli studi di Palermo si stanno conducendo diverse attività di ricerca.
Per maggiori informazioni sulla gestione colturale della papaya e dei frutti tropicali e sub-tropicali in genere consultare la pagina del Prof. Vittorio Farina dell'Università di Palermo e la pagina Facebook 'Frutticoltura tropicale e sub-tropicale - UniPa'.
Bibliografia
- La coltivazione della Papaya in Sicilia: qualita` dei frutti e prospettive. Di Carella A., Saletta F., Gianguzzi C., Perrone, A., Sortino G., Caracci M., Palazzolo E., Gentile C., Farina V.) - Agrisicilia N.11-12 del Nov-Dic 2018;
- Fresh fruit and vegetables (Anon, 2009). In: CBI Market Survey: The EU Mar- ket for Papaya. 13 p.;
- Effect of Lactarius piperatus fruiting body maturity stage on antioxidant activity measured by several bioche- mical assays. Food and chemical Toxicology, 45(9), 1731-1737;
- Partial diallel to evaluate the combining ability for economically important traits of papaya (Sergio Lucio David MarinI, Messias Gonzaga Pereira, Antonio Teixeira do Amaral Júnior, Luiz Aurélio Peres Martelleto, Carlos David Ide - 2006) Scientia Agricola, volume 63, pg. 540-546;
- Postharvest Application of Aloe vera Gel-Based Edible Coating to Improve the Quality and Storage Stability of Fresh-Cut Papaya (Vittorio Farina, Roberta Passafiume, Ilenia Tinebra, Dario Scuderi, Filippo Saletta, Giovanni Gugliuzza, Alessandra Gallotta, Giuseppe Sortino) - Hindawi, Journal of Food Quality, Volume 2020, pagina 10;
- Sito internet Papaya di Sicilia: www.papayadisicilia.it;
- Sito internet Ilsa Group: www.ilsagroup.com;
- Sito internet Irritec: wwwirritec.it;
- Sito internet Università di Palermo: pagina del prof. Vittorio Farina, docente di Frutticoltura tropicale e subtropicale presso UniPa;