In agricoltura nutrire le piante in modo efficace ed efficiente è il primo passo per garantire una produzione abbondante e di qualità, mantenendo allo stesso tempo pratiche virtuose in termini ambientali.
Per arrivare a questo ambizioso risultato uno dei primi passi da compiere è quello di mettere a punto piani di concimazione innovativi e performanti.
Lo sa bene il Consorzio Agrario Terrepadane, impegnato da anni, tramite i propri tecnici agronomi, nello studio delle esigenze nutritive delle colture, prevedendo l'apporto equilibrato delle unità fertilizzanti secondo i fabbisogni e tenendo sempre ben presenti le curve di assorbimento che caratterizzano le diverse colture nelle varie fasi fenologiche.
In questa ottica è necessario tenere presente quanto accade a livello di fisiologia della pianta sia per i macronutrienti (N-P-K), che per i mesonutrienti (Ca, S, Mg) e per i micronutrienti (B, Mn, Mo, Zn, Cu, Fe). Infatti, i nutrienti si comportano diversamente nel terreno: ad esempio, l'azoto è caratterizzato da volatilizzazione o dilavamento se distribuito in momenti sbagliati o se non frazionato correttamente, mentre il fosforo può presentare retrodegradazione, fenomeno che porta a bloccare le sue forme solubili e quindi a non renderlo disponibile per le radici.
I vantaggi della concimazione liquida
Attraverso l'utilizzo di prodotti ad alto livello tecnologico è possibile migliorare l'efficienza dell'assorbimento dei nutrienti da parte delle piante.
Ben consapevole della necessità di fornire prodotti tecnologicamente avanzati, Terrepadane ha da anni investito nella realizzazione dell'impianto Multiliquid di Fiorenzuola d'Arda, grazie al quale la cooperativa produce concimi liquidi per 55mila quintali di prodotti che vengono utilizzati negli apporti in fertirrigazione o nella distribuzione localizzata o fogliare.
La concimazione liquida - grazie al fatto di arrivare sulla coltura già solubilizzata e in prossimità delle radici della pianta - consente un aumento notevole dell'efficienza e la possibilità di apportare i nutrienti nei precisi momenti del fabbisogno colturale.
Il risultato è la diminuzione delle unità fertilizzanti distribuite e quindi il miglioramento dell'impatto sull'ambiente.
Biostimolanti e novità per la coltivazione del pomodoro
Un fronte d'avanguardia su cui Terrepadane sta lavorando in collaborazione con università ed enti di ricerca è rappresentato dall'utilizzo di biostimolanti.
Queste molecole - che vengono sempre più spesso inserite nei piani di concimazione - impattano positivamente sui processi fisiologici con il risultato di rendere più efficiente l'assorbimento dei nutrienti, migliorare la reazione della pianta agli stress abiotici (caldo e siccità ad esempio, ma anche piogge violente), rendere più efficaci i meccanismi di resistenza ai principali parassiti.
Infine, ma solo in ordine cronologico, dalla letteratura scientifica e dalle prove messe in campo da Terrepadane emerge anche un collegamento positivo tra qualità dei prodotti e utilizzo di biostimolanti.
L'ultima novità in questo ambito è una soluzione per la coltivazione del pomodoro che Terrepadane ha messo a punto in collaborazione con l'Università Cattolica e con Isa R&D (una spinoff dell'Università) e che è stata presentata in occasione di Tomato World 2024.
Il progetto vede l'impiego di batteri in grado di fissare l'azoto atmosferico, solubilizzare e rendere disponibili le riserve di fosforo nei terreni, promuovere la qualità del pomodoro e dei suoli con il risultato di arrivare a ridurre fino al 20% la concimazione di fondo.
Dopo 3 anni di sperimentazione i risultati sono stati veramente incoraggianti e il Consorzio Terrepadane ha deciso di intraprendere la strada della commercializzazione, già a partire dall'imminente campagna del pomodoro 2024.
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