Le erbe fresche annoverano numerose colture minori tra cui, a titolo di esempio, prezzemolo, salvia, rosmarino, timo, basilico. Merceologicamente, queste colture, vengono in genere definite colture aromatiche e sono talora di estrema importanza in alcune aree di produzione. E’ il caso, ad esempio, della piana di Albenga (Sv) dove circa 250 ha di SAU sono utilizzati per la coltivazione di specie aromatiche (Fonte: Cciaa Savona). In quest’area, pertanto, colture come timo, basilico, salvia rosmarino, menta, melissa, maggiorana, dragoncello, erba cipollina ed altre ancora rappresentano uno dei settori più vivaci dell’economia agricola.

Sfortunatamente, nonostante tali specie siano comunemente conosciute quali specie rustiche in quanto molto spesso presenti spontaneamente nella flora locale, una volta poste in coltivazione sono soggette all’attacco di parassiti sia animali sia fungini. Tra questi ultimi si annoverano temibili fitopatie causate da Phytophthora spp., Peronospora spp., agenti di mal bianco, Sclerotinia sclerotiorum, Alternaria sp., Botrytis cinerea, Phoma sp., ed altre ancora. 

Botrytis cinerea, in particolare, è un fungo patogeno capace di infettare un gran numero di specie di piante coltivate, potendo essere molto aggressiva in particolare su ferite di vario tipo che possono essere presenti sulle superfici vegetali. Successivamente all’infezione, il patogeno penetra nei tessuti vegetali determinandone la necrosi e, conseguentemente, danni anche molto gravi. Le condizioni ottimali di sviluppo della malattia sono rappresentate da temperature intorno ai 20-25°C e alte umidità relative, ma, anche a temperature più basse, il fungo è in grado di svilupparsi, ancorchè più lentamente. Il patogeno può insediarsi praticamente su tutte le parti epigee: fusti, foglie, frutti, fiori, anche se leggermente diversa può essere la sintomatologia a seconda della parte colpita. Nel caso delle “erbe fresche” i siti elettivi di infezione sono rappresentati da foglie e fusti. Compaiono dapprima delle aree irregolari di seccume dal colore tendenzialmente chiaro. Queste evolvono presto in marciumi che, in presenza di alte umidità ambientali, daranno origine ad un più o meno denso feltro miceliale grigiastro.

Questo lavoro sintetizza i risultati di una serie di prove sperimentali realizzate su basilico e finalizzate alla verifica della efficacia di un formulato a base di boscalid + pyraclostrobin a confronto con formulati di riferimento a base di rame, ziram, azoxystrobin e cyprodinil + fludioxonil per il contenimento di Botrytis cinerea

Signum, prodotto a base di pyraclostrobin + boscalid, è un fungicida attivo nel controllo di diversi funghi patogeni, tra cui agenti di mal bianco, Monilia sp, Botrytis cinerea, agenti di antracnosi, Sclerotinia sp., Cladosporium sp., Alternaria sp. La miscela di due principi attivi appartenenti a famiglie chimiche diverse, ovvero le strobilurine (pyraclostrobin) e le nuove anilidi (boscalid), conferisce, infatti, al prodotto un ampio spettro di azione. Inoltre, avendo i due principi attivi meccanismi di azione diversi, tra loro e rispetto ad altri prodotti in commercio, Signum determina scarse possibilità di insorgenza di “resistenza incrociata positiva” con altre sostanze fungicide.

Signum esplica al meglio la sua azione fungicida laddove maggiore è la richiesta di energia del fungo patogeno, bloccando la germinazione delle spore (o conidi) e la formazione e crescita del relativo tubulo germinativo. Per questo motivo è indicato l’impiego del prodotto nelle fasi precoci del processo infettivo.

Il formulato possiede proprietà citotropiche e translaminari e, già dopo poche ore dall’applicazione, raggiunge la circolazione linfatica locale e redistribuendosi omogeneamente nella foglia.

Signum si è dimostrato selettivo nei confronti dei principali artropodi utili adoperati in lotta integrata. Tra questi, a solo titolo di esempio, si citano: Typhlodromus pyri, Aphidius rhopalosiphi, Chrysoperla carnea, Poecilus cupreus, Pardosa spp, Dacnusa sibrica, Diglyphus isaea, Macrolophus caluginousus, Anthocoris nemoralis, Amblyseius andersonii, Phytoseiulus persimilis

Nelle prove i formulati a base di rame e azoxystrobin sono stati considerati di riferimento in quanto già ammessi sulla coltura di basilico prima ancora della registrazione di quello a base di boscalid + pyraclostrobin. A partire dal 2008, invece, il prodotto a base di ziram è stato escluso dallo schema sperimentale in quanto non più ammesso sulla coltura, mentre i formulati a base di cyprodinil + fludioxonil e di solo boscalid sono stati inclusi nelle prove anche se non ammessi sulla coltura di basilico in quanto di provata efficacia antibotritica il primo, e per esigenze di confronto sperimentale il secondo. Parte di tali risultati è già stata presentata in occasione delle Giornate Fitopatologiche 2010 (Bogliolo et al., 2010).

Materiali e metodi

Le prove (4 in tutto) sono state condotte in ambiente protetto su bancale sopraelevato e a terra. Complessivamente in serra sono state effettuate: 1 prova (prova 1/2007), simulando coltivazioni sottoposte alla raccolta mediante estirpazione completa delle piantine allo stadio di 4-6 foglie vere, e 3 prove (prova 2/2007, 3/2008, 4/2008) simulando coltivazioni sottoposte a raccolta mediante cimatura delle piante. Nel primo caso, pertanto, si è proceduto a semina a spaglio utilizzando la cv Genovese Superbo SAIS ed ottenendo una densità colturale di circa 300 piante/m2. Nel secondo caso, invece la coltivazione è stata effettuata ottenendo una densità inferiore, e comunque non superiore a 100 piante/m2. Le prove 1/2007, 3/2008, 4/2008 sono state condotte operando su substrato di coltivazione a base di torba (pH 6,5, % sostanza organica > 20%), mentre la sola prova 2/2007 è stata effettuata su terreno franco sabbioso (pH 7,8, % sostanza organica 2,5%). 

Risultati

In occasione della prima prova, la valutazione della percentuale di piante infette sulle parcelle non trattate ha evidenziato una non elevata incidenza degli attacchi del patogeno. Dalle osservazioni effettuate è stato possibile evidenziare l’assenza di significative differenze tra l’effettuazione di uno o due trattamenti con il formulato Signum. La prova 2/2007 ha previsto l’effettuazione di tre trattamenti eseguiti sempre il giorno prima dell’inoculazione artificiale (distribuzione di sospensione alla concentrazione di 1x104 conidi/ml). I trattamenti con Signum a dose massima e a dose minima hanno mantenuto livelli significativamente inferiori di incidenza della malattia rispetto al testimone non trattato. L’applicazione di Signum a dose maggiore o minore non è apparsa differire significativamente, presentando una tendenziale, anche se non significativa, maggiore efficacia rispetto ai trattamenti effettuati con i prodotti di riferimento. Le prove 3/2007 e 4/2007 hanno confermato la buona efficacia di Signum in particolare quando confrontato con trattamenti con formulati a base di rame e di azoxystrobin, quest’ultimo utilizzato prevalentemente per il contenimento di Peronospora belbharii.   

Conclusioni

In conclusione il formulato Signum ha garantito risultati comparabili al principale prodotto commerciale di riferimento Cyprodinil + Fludioxonil, il cui impiego, come già si diceva,  non è autorizzato su erbe fresche. In aggiunta occorre evidenziare che tutti i trattamenti effettuati sulla coltura hanno dimostrato una perfetta selettività del prodotto sulla stessa. In tutte e quattro le prove effettuate si evidenzia come Signum abbia fornito costantemente  risultati decisamente migliori rispetto ai formulati Rame da solfato e Ziram. Inoltre Signum ha garantito risultati lievemente  migliori o, comunque, statisticamente assimilabili a quelli registrati nelle parcelle trattate con Cyprodinil + Fludioxonil e Azoxystrobin, quest’ultimo autorizzato per impiego su erbe fresche ma non in modo specifico per il contenimento di B. cinerea.

Alla luce di quanto sopra e della recente registrazione di Signum su “Erbe fresche”, si evidenzia come questo fungicida possa efficacemente contribuire, anche in virtù dell’ampio spettro di azione, a contenere alcune temibili fitopatie su colture “minori”, generalmente carenti di appropriate registrazioni.

Ringraziamenti

Lavoro svolto con un finanziamento del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali - Dipartimento delle politiche di sviluppo economico e rurale. Direzione Generale dello sviluppo rurale, delle infrastrutture e dei servizi - SVIRIS IV ricerca e sperimentazione, nell’ambito del progetto “Estensione dell'impiego di alcuni principi attivi su colture minori 'aromatiche' di interesse economico/commerciale in Liguria".

Letteratura citata

Bogliolo A., Minuto A., Bruzzone C., Minuto G. (2010) Possibilità di lotta alla muffa grigia su basilico mediante impiego di sostanze attive di possibile estensione sulla coltura. Atti Giornate Fitopatologiche 2010, 2, 447-448.

Note

1Marchi Andrea, 1Guarino Piero, 2Bogliolo Andrea, 2Minuto Andrea, 2Minuto Giovanni.

1BASF–Italia s.r.l.–div. AGRO, Via Marconato 8 – 20031 Cesano Maderno (MB) – www.agro.basf.it

2Centro Regionale di Sperimentazione ed Assistenza Agricola - Centro di Saggio, Regione Rollo n° 98, 17031, Albenga (SV) – www.cersaa.it.