La ripresa del ciliegio rappresenta un'interessante prospettiva nel panorama colturale italiano grazie agli ampi margini di miglioramento produttivo e alla sua riscoperta.

La ripresa appare però differente nelle varie aree di coltivazione d'Europa e d'Italia: l'interesse maggiore si ha principalmente in Spagna, Turchia, Germania e Ungheria. In Italia la risposta è buona soprattutto in Puglia,, mentre è più difficile il recupero della coltura in aree storiche come le province di Verona, Vicenza, Modena e Forlì/Cesena.

Secondo i dati pubblicati dal CSO di Ferrara, nel 2000 la superficie coltivata a ciliegie in Italia era di 30.208 Ha con una produzione di 155.673 tonnellate, mentre nel 2009 è stata di 29.724 Ha con una produzione di 116.202 tonnellate. Analizzando meglio i dati si può vedere come in questi dieci anni la superficie coltivata sia mediamente stata sui 30.000 Ha (la punta nel 2001 con 30.689 Ha mentre la coda nel 2005 con 29.302 Ha). Le produzioni invece sono state molto più altalenanti manifestando un forte legame con l'andamento climatico e le varie problematiche ad esso collegato (la punta nel 2000 con 155.673 tonnellate mentre la coda nel 2004 con 95.169 tonnellate). (Fonte CSO su dati Istat)

Analizzando invece la parte legata al mercato, si può vedere come i consumatori apprezzano le ciliegie nonostante i prezzi relativamente alti (media di 3,94 euro/Kg nel 2009). Il potenziale dell'export è notevole e potrebbe essere enormemente sviluppato, ma a condizione di migliorare la fase distributiva. Nel 2008 l'export ha sfiorato le 10.000 t per un valore di 43 milioni di euro mentre nel 2009 abbiamo avuto quasi 5.000 t per un valore di circa 26 milioni di euro. Le importazioni nel 2008 sono state di 6.500 t per un valore di quasi 19 milioni di euro mentre nel 2009 si sono avute 11.000 t di prodotto per un valore di circa 26 milioni di euro. (Dati CSO Ferrara)

L'innovazione elemento fondamentale
La ciliegia è una coltura soggetta a diversi rischi, soprattutto climatici, che rendono problematica la coltivazione e la gestione.

E' perciò necessario guardare alle innovazioni tecniche oggi a disposizione dei coltivatori. La scelta varietale deve essere allineata ai mercati ed alle esigenze dei consumatori: fondamentali sono elevata pezzatura, polpa consistente, colore rosso intenso e brillante, buon sapore dolce e polpa succosa. Proprio per cercare di adeguarsi a questo aspetto sono state licenziate dai vivaisti e dagli istituti di ricerca nuove varietà che, oltre a presentare ottime caratteristiche estetiche e gustative, presentano anche tratti della pianta fortemente innovativi come elevata produttivitàautofertilità e resistenza al cracking ed alla monilia.

Queste nuove varietà hanno inoltre permesso d'ampliare il calendario di maturazione facendolo salire dai 30-40 giorni standard agli attuali 60-90 giorni (inizio di maggio-fine luglio). Altro aspetto fondamentale per il rinnovamento colturale è quello dei portinnesti, con quelli nanizzanti che sostituiscono quelli vigorosi. Bisogna però ricordare che la scelta dei portinnesti va collegata al tipo di terreno, oltre che all'affinità d'innesto con la varietà.

Altro innovativo fattore di successo del ciliegio è dato dal binomio densità d'impianto/forma d'allevamento. Grazie infatti all'introduzione di nuove tipologie di sistemi d'allevamento collegati a nuovi portinnesti nanizzanti è stato possibile aumentare il numero di piante per ettaro, aumentando di conseguenza anche le rese produttive per ettaro: vaso e sue derivate 350-400 piante/Ha, palmetta 600 piante/Ha, fusetto 800-1.000 piante/Ha e asse verticale (o slender spindle e doppia parete inclinata) si può arrivare a 1.000-1.500 piante/Ha.

Anche le tecniche di potatura del ciliegio si sono evolute ed affinate in relazione ai nuovi obiettivi della coltivazione. Si stanno affermando tecniche specifiche legate all'impianto, alla varietà, al tipo di portinnesti ed agli obbietivi produttivi.

Altro fattore decisivo per rendere redditizia la coltura del ciliegio è l'organizzazione della raccolta, che oggi avviene in pratica tutta da terra con l'aiuto di piccole scale e carri bassi. In questo modo la resa produttiva è passata dagli 8-10 Kg/ora dei vecchi impianti agli attuali 20-30 Kg/ora. Inoltre è importante anche l'immediato raffredamento del prodotto attraverso la pre-refrigerazione o la pronta consegna del prodotto alle centrali di condizionamento che consentono alle ciliegie di avere una shelf-life più duratura e quindi una migliore commercializzazione.

Sempre legandosi alla gestione dell'impianto e delle sue problematiche, si sono introdotti film plastici o reti antipioggia che consentono di diminuire o eliminare i rischi della coltivazione legati alla pioggia, alla grandine, agli uccelli, al cracking ed alla monilia.

L'ultimo requisito di una cerasicoltura di successo è la qualità del prodotto, che dipende dalla varietà, dall'adempimento di adeguate pratiche colturali e dal soddisfacimento di disciplinari di produzione.