Ormai da alcuni anni Vespa orientalis sta ampliando il suo areale di distribuzione in Italia, spingendosi sempre più verso Nord, complice anche il cambiamento climatico e l'aumento delle temperature medie in atto.

 

Questo calabrone non è un insetto alieno, dal momento che è presente da sempre nel Sud Italia, in particolare in Sicilia, Calabria e Campania, ma ormai si è spostato anche più a Nord, facendo temere soprattutto gli apicoltori, data la sua voracità nei confronti delle api da miele.

 

Particolarmente famosa è la sua presenza a Roma, dove spesso salta agli onori della cronaca con articoli sensazionalistici, ma questa specie è accertata anche in Toscana, dove è stata ritrovata a Grosseto, a Livorno, in Versilia e a Firenze, e anche in Liguria, dove alcuni anni fa ci fu un ritrovamento nel porto di Genova.

 

Un'espansione quindi particolarmente concentrata sulla costa tirrenica della penisola, ma che sta iniziando a interessare anche l'Adriatico.

 

A settembre dello scorso anno alcuni esemplari di Vespa orientalis sono stati osservati e catturati in un apiario in un parco cittadino di Ancona, a poche centinaia di metri dal porto.

 

Una segnalazione che di fatto ha costituito il primo ritrovamento dell'insetto sul territorio marchigiano, che viene costantemente monitorato dall'Università Politecnica delle Marche.

 

Difficile dire come Vespa orientalis sia arrivata ad Ancona, anche se la vicinanza al porto potrebbe essere un indizio di un'introduzione accidentale via mare.

 

Non sarebbe infatti la prima volta che succede. Il ritrovamento di un esemplare isolato a Genova è avvenuto proprio nel porto e anche l'unico altro caso accertato sull'Adriatico è legato ad una città portuale: Trieste.

 

Qui nel capoluogo friulano è ben dal 2018 che è stata ritrovata una popolazione di Vespa orientalis, che ormai si è stabilizzata in città.

 

Un'altra caratteristica in comune a queste due popolazioni adriatiche, infatti, è anche quella di essere in città, cosa non nuova a Vespa orientalis, che anche a Roma, Grosseto e Firenze è stata ritrovata sempre in ambiente urbano. Un aspetto che desta qualche preoccupazione anche per la sicurezza pubblica, per quanto come specie non sia più aggressiva dei comuni calabroni.

 

Per quanto riguarda l'Adriatico, al momento siamo quindi difronte a due casi isolati e molto distanti, ma su entrambe le sponde di questo mare e anche a latitudini piuttosto elevate; segno che la possibilità di espansione e di colonizzazione anche di questa parte di Italia (oltre che di Slovenia e Croazia) è teoricamente possibile e probabile.