Dopo una lunga e complessa trattativa, ieri, 20 giugno 2024, l'Anicav, Associazione Nazionale Industriali Conserve Alimentari Vegetali, e le organizzazioni di produttori del bacino Centro Sud Italia hanno sottoscritto l'accordo per la gestione della prossima campagna di trasformazione del pomodoro.

 

Le parti hanno confermato l'impianto del Contratto Quadro d'Area approvato nel 2022 e applicato anche nella campagna 2023, con la sola variazione dei parametri relativi ai difetti minori della materia prima al fine di assicurare alle industrie una maggiore qualità del pomodoro da trasformare.

 

Fermo restando l'autonomia contrattuale delle singole aziende in sede di sottoscrizione dei contratti di fornitura, le parti, sulla base di una serie di criteri, hanno definito un prezzo medio di riferimento pari a 150 euro alla tonnellata per il pomodoro tondo e 160 euro alla tonnellata per il pomodoro lungo e una maggiorazione di 30 euro alla tonnellata per il biologico.

 

"È prevalso il senso di responsabilità - ha dichiarato ieri Marco Serafini presidente di Anicav -. Nonostante le migliori condizioni dei costi di produzione rispetto alle passate campagne che negli altri Paesi trasformatori hanno fatto registrare riduzioni dei prezzi della materia prima, abbiamo voluto riconoscere, con grande sacrificio, alla parte agricola un prezzo medio di riferimento che rimane il più alto al mondo e che dovrà garantire alle nostre imprese un miglioramento degli già elevati standard qualitativi, che da sempre caratterizzano le nostre produzioni, e la massima attenzione in fase di raccolta, cosa sulla quale saremo intransigenti nel corso della campagna".

 

Fin qui la nota di Anicav, ma ecco cosa ne pensa il mondo delle Op del Sud, che ha sottoscritto l'accordo. "Anche quest'anno è prevalso in buonsenso su alcune sfaccettature che potevano sembrare di principio, ma che in realtà sono di sostanza. È chiaro che quando le parti si incontrano puntano a salvaguardare la filiera e nel nostro caso i produttori agricoli" afferma Gennaro Velardo, coordinatore di parte agricola dell'Organismo Interprofessionale Pomodoro del Centro Sud, che aggiunge: "Ci auguriamo in futuro di poterci occupare soprattutto della visione che questo settore deve avere per affrontare le sfide che lo attendono, visto che il consumo di pomodoro trasformato aumenta nel mondo, ma aumentano anche i Paesi produttori". Per Velardo "di sicuro dovremo trovare politiche che caratterizzino i nostri prodotti al fine di valorizzarli ancora meglio sui mercati internazionali".

 

I prezzi di riferimento di questa campagna 2024 in realtà sono lievemente maggiori di quelli dell'accordo quadro del 2022, quando per l'ultima volta furono fissati i valori medi di riferimento per la campagna di trasformazione del pomodoro: 10 euro in più per il pomodoro tondo e 20 euro in più per il pomodoro lungo.

 

Nel 2022 infatti i prezzi di riferimento furono fissati in ragione di 140 euro alla tonnellata sul pomodoro lungo, mentre sul pomodoro tondo si pervenne ad accordo per 130 euro alla tonnellata.

 

Tutto sommato si tratta di un accordo conveniente anche per la parte industriale, dato che nello scorso anno, mancando un accordo sui prezzi medi di riferimento, le industrie conserviere arrivarono a pagare anche 200 euro alla tonnellata il prodotto al Sud, come riferito dallo stesso Serafini in occasione del Filo Rosso del Pomodoro tenutosi a Napoli il 24 novembre 2023.