Pochi mesi fa, parlando delle aspettative sulla produzione di nocciole, le evidenze non erano ancora sufficienti per poter giudicare se il 2024 potesse essere un anno di buon raccolto. È vero che si intravedevano i primi abbozzi ma trattandosi di una specie che manifesta le proprie infruttescenze in un arco temporale abbastanza lungo non era ancora possibile dare un giudizio completo.

 

Ben diversa è la situazione attuale: dopo vari controlli in campo, su diverse piantagioni di noccioli dell'Umbria, la conclusione sulle aspettative di produzione sono ormai ben più rosee di qualsiasi ottimistica aspettativa. Come sempre accade le situazioni cambiano e non poco tra una piantagione e l'altra. Le differenze risentono dell'influenza legata alle varietà impiegate, dalle condizioni ambientali e soprattutto dalla qualità e quantità degli interventi colturali che le diverse piantagioni hanno ricevuto.

 

In Umbria i noccioleti di età superiore agli 8-10 anni sono realmente pochi. Li troviamo sporadicamente diffusi lungo le parti pianeggianti o collinari che affiancano i fiumi Topino, Nera, Chiascio, Menotre e Nestore, tutti tradizionalmente gestiti a cespuglio policaule, a volte con scarse o inesistenti cure colturali.

 

Per questo le aspettative per una produzione significativa devono essere riposte quasi esclusivamente nelle nuove piantagioni comparse negli ultimi anni, in particolare dalla seconda metà del decennio scorso. Per poter parlare di produzione vera e propria infatti dobbiamo riferirci a degli impianti che abbiano almeno più di 4-5 anni e tralasciando quelli più giovani, anche se in alcuni casi quest'ultimi possono mostrarci qualche gradita presenza di frutti.

 

Impianto di Tonda Francescana® al quinto anno

Impianto di Tonda Francescana® al quinto anno

(Fonte: Fondazione per l'Istruzione Agraria Perugia)

 

La Regione Umbria ha finanziato con il Piano di Sviluppo Rurale ben 3 progetti di filiera e i risultati di tali incentivi sono già tangibili visitando le aziende che hanno avuto accesso ai fondi regionali. Si tratta sempre di piantagioni realizzate con criteri attuali, progettate per facilitarne le cure colturali meccanizzate, quasi sempre ben curate e dotate spesso di moderni impianti di irrigazione ai quali, in alcuni casi, si aggiungono anche quelli complementari per la fertilizzazione.

 

Durante alcune recenti visite in campo, sia a noccioleti condotti con metodo biologico che integrato, in tutti gli scambi di opinioni con i produttori è sempre emersa l'importanza della scelta sia della cultivar che dei relativi impollinatori. Si tratta di temi che dovranno essere ben approfonditi e valutati prima di intraprendere qualsiasi futura piantagione, favorendo le varietà che più si adattano ai cambiamenti climatici e alle escursioni termiche degli ambienti di fondovalle tipici delle zone interne del nostro paese.

 

Quest'anno lungo le valli dell'Umbria, a differenza del passato, il clima mite dell'inverno non ha causato danni visibili alle varietà notoriamente più precoci e più a rischio per i danni da freddo, come ad esempio la Tonda di Giffoni. Nonostante ciò la quantità di frutti presenti, sia nei corileti condotti con il metodo biologico che integrato, è ben diversa tra una cultivar e l'altra.

 

Rispetto alle altre varietà, grazie agli internodi molto più ravvicinati, la Tonda Francescana® è sempre ben distinguibile tra tutte le altre già al primo sguardo del visitatore per l'abbondante quantità di frutti. La stima, anche se non è possibile determinarla a priori con precisione, si attesta intorno al 30% in più rispetto a tutte le altre cultivar tradizionali.
È evidente come questo aspetto rappresenti un forte margine aggiuntivo per gli agricoltori che hanno investito su tale varietà rispetto a quelli che, invece, hanno seguito i soliti consigli di coloro che rifuggono a priori dalle novità vegetali.

 

La Tonda Francescana® spicca rispetto alle altre varietà per la sua quantità di frutti

La Tonda Francescana® spicca rispetto alle altre varietà per la sua quantità di frutti 

(Fonte: Fondazione per l'Istruzione Agraria Perugia)

 

Purtroppo è noto a tutti come l'agricoltura rappresenti un segmento produttivo al cui interno gli attori, per gran parte, vedono come uniche certezze le esperienze legate alle tradizioni del passato con scarsa propensione verso le novità offerte dalla ricerca. Tale approccio non ha consentito al settore primario di evolversi con lo stesso ritmo di sviluppo sostenuto fin dal secolo scorso dal settore industriale.

 

Le piantagioni, oramai alla quinta foglia, della varietà Tonda Francescana® possono invece offrire ai coltivatori eccellenti risultati. Si tratta di produzioni che già dopo pochi anni possono ricompensare gli sforzi fatti, coprendo in anticipo una parte degli investimenti iniziali.

 

Il nucleo più importante di noccioleti impiantati con la nuova cultivar, esteso complessivamente per circa 100 ettari può essere visitato a Deruta (Pg), nelle proprietà della Fondazione per l'Istruzione Agraria. Sulle piante al quinto anno l'attuale stima, tenendo conto del numero di frutti ormai ben individuabili, prevede una raccolta non inferiore a 3-4 chilogrammi a pianta.


A cura di Moreno Moraldi, agrotecnico libero professionista, Studio di consulenza "ProVerde"