Si è svolta al Centro congressi della Comunità Montana Bisalta di Peveragno (Cn) il 10 luglio scorso il convegno per la presentazione di "Liste varietali 2007 Fragola e Piccoli frutti".
Il convegno, molto partecipato, si è aperto col saluto di Stefano Dho, presidente della Comunità Montana Bisalta e di Celestino Costa, presidente del Creso, sotto la supervisione del professore Carlo Fideghelli, direttore del Cra - Istituto sperimentale per frutticoltura. Sono intervenuti Walther Faedi, direttore del Cra - Istituto sperimentale per frutticoltura Sez. operativa Forlì, per presentare il progetto Fragola e Giancarlo Bounous, Dipartimento di Colture arboree - Università di Torino per presentare il progetto Piccoli frutti; Gianluca Baruzzi del Cra - Istituto Sperimentale per Frutticoltura sez. operativa Forlì, Michele Baudino, Creso e Gabriele Loris Beccaro, Dipartimento di Colture arboree - Università di Torino.

Fragola
La campagna 2007 ha sicuramente fatto registrare un ampliamento della coltivazione di Fragola, con i suoi 3.609 Ha (+6%) rispetto al 2006 (dati Cso - Centro servizi ortofrutticoli di Ferrara), anche se l’annata in corso, a seguito di problematiche climatiche, ha creato non poche difficoltà. L’obiettivo della ricerca della qualità (dolcezza, consistenza e sapore) rimane di primaria importanza, quale valore aggiunto che permetterà di garantire risultati importanti anche dal punto di vista economico.

Piccoli frutti
L’interesse economico che i Piccoli frutti suscitano (Lampone, Rovo, Mirtillo gigante, Ribes e Uva spina) è ancora limitato se paragonato ad altre specie frutticole (consumo pro-capite intorno ai 500 g/anno). Ma è altrettanto vero che oggi esiste un interesse nuovo tra gli operatori del settore, soprattutto per gli aspetti legati alla differenziazione colturale, alla valorizzazione delle aree interne e marginali e al fatto che questo gruppo colturale rientra perfettamente per le sue caratteristiche in un’agricoltura sostenibile ed attenta alle esigenze dell’ambiente. Ma anche tra i consumatori, sempre più attenti alla salubrità della frutta e alle sue proprietà nutraceutiche. Inoltre, i Piccoli frutti rientrano perfettamente per lo loro caratteristiche in un’agricoltura sostenibile e attenta alle esigenze dell’ambiente.
Restano però in piedi alcune problematiche, come il fattore prezzo (per i consumatori), che ne limita la  diffusione commerciale. Inoltre, gli operatori del settore hanno difficoltà legate alla commercializzazione (scarsa continuità di offerta sul mercato e forte deperibilità dei frutti destinati al consumo fresco).
La ricerca ha dato vita a nuovi progetti di ricerca e di sperimentazione, favorendo tra l'altro l’introduzione di nuove varietà.
La coltivazione è in grado di fornire un reddito 'interessante' sia alle medio-piccole aziende che a quelle più grandi, caratterizzate da elevata specializzazione ed alti investimenti.
Per quanto riguarda l'andamento produttivo, in Italia nel 2000 la produzione era superiore alle 3.000 t, di cui il 55% (1.826 t) coperta da Lampone, il 17% (581 t) da Mora, il 15% (494 t) da Mirtillo gigante americano ed il 13% (451 t) da Ribes ed Uva spina. Nel 2004 invece la produzione era complessivamente aumentata arrivando a toccare quasi le 4.000 t.

A cura di Lorenzo Cricca

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