Il digitale cresce in tutti i settori, lo dice il Rapporto "Il digitale in Italia 2020" contenente i dati consuntivi 2019 e le previsioni 2020 presentato da Anitec-Assinform il 22 giugno scorso.

E cresce anche in agricoltura. A confermarlo è l'Osservatorio Smart AgriFood che nel webinar del 30 giugno "Agricoltura 4.0 in Italia: caratteristiche e impatti", oltre a sfatare qualche luogo comune, ha fornito un bel ritratto dell'agricoltura 4.0 italiana.
 


Miti da sfatare

Elemento capace di generare competitività, l'innovazione in agricoltura non è, come siamo soliti dire, trainata da imprenditori giovani e specializzati. A segnare il punto che fa la differenza è l'imprenditorialità.

Lo studio presentato dalla ricercatrice Maria Pavesi ed effettuato su un campione di poco inferiore alle 1.500 aziende, dimostra che ad essere "digitali" sono per il 54% imprenditori tra 40 e 60 anni (solo il 27% ha meno di 40 anni) con studi superiori ad indirizzo generico in oltre il 30% dei casi (il 18% ha titolo superiore ad indirizzo agrario e si trova una laurea, un master o un dottorato solo nel 5% dei casi).

Più significative diventano le dimensioni aziendali e il settore di appartenenza: capofila è il comparto cerealicolo seguito dalla produzione di olio, vino e frutta. Basso il grado di digitalizzazione per aziende con meno di 10 ettari, nonostante diverse case history dimostrino che il ritorno economico dell'investimento esista anche per aziende di piccole dimensioni (2-3 ettari).

Anche andando ad indagare le esigenze che spingono verso soluzioni 4.0 si scopre (studio su circa 300 aziende) che capofila è la sostenibilità ambientale seguita da un bisogno di consapevolezza derivante dalla lettura dei dati e, solo al terzo posto, la riduzione dei costi. Mentre, in linea con le aspettative, i principali ostacoli alla digitalizzazione risultano essere la mancanza di competenze, di connettività e di interoperabilità dei sistemi.
 

I tasti del digitale

Se di spinta al digitale vogliamo parlare, occorre chiarire le leve su cui l'adozione di tecnologie in ambito agricolo va ad agire.
I tre macroinsiemi - sostenibilità economica, ambientale e sociale - delineati da Filippo Renga, direttore dell’Osservatorio Smart AgriFood, ben rappresentano una definizione di agricoltura 4.0 (risultante dall'unione dell'agricoltura di precisione e dello smart farming) quale "applicazione armonica di diverse tecnologie per migliorare: condizioni di lavoro, resa, qualità produttiva, efficienza e sostenibilità delle coltivazioni".
 
I macroinsiemi dell'agricoltura 4.0
Le sostenibilità dell'agricoltura 4.0
(Fonte foto: Osservatorio Smart AgriFood)

A sfatare un ulteriore mito, il dato che non posiziona l'agricoltura quale settore fanalino di coda del panorama nazionale in quanto a vivacità e sviluppo del mercato digitale. Oggi l'Italia quota il 5% del mercato mondiale pari a 7,8 miliardi di euro e vive un trend di crescita importante che ha portato il valore dell'agricoltura 4.0 da 100 milioni di euro nel 2017 a 450 milioni nel 2019.
 

L'offerta

Ampia e variegata, l'offerta di prodotti dedicati al campo agricolo è trainata da attori tradizionali (incidono per l'86% del valore del mercato mentre gli attori emergenti coprono il 14%), ovvero realtà già presenti tra cui costruttori di macchine agricole oltre a fornitori di componenti e output, che hanno ampliato la propria offerta con nuovi prodotti.
 
Attori offerta agricoltura 4.0
Panorama dell'offerta di strumenti di agricoltura 4.0 in Italia nel 2019
(Fonte foto: Osservatorio Smart AgriFood)

Il 39% del valore del mercato totale è attribuibile alla vendita di sistemi di monitoraggio e controllo dei mezzi, seguiti dai software gestionali aziendali (20%), da macchinari connessi e sistemi di monitoraggio da remoto (rispettivamente 14 e 10%). I Sistemi di supporto alle decisioni sono per ora a quota 5% ma vivono una lenta e costante crescita.

Procedendo all'analisi di 415 soluzioni offerte da 160 provider, l'Osservatorio ha osservato un'offerta che risponde in prevalenza alla domanda di soluzioni di agricoltura di precisione orientate al supporto delle attività in campo. Fuori dal campo, vi è una leggera crescita dei sistemi a supporto della pianificazione. 
I dati, e le tecnologie in grado di raccoglierli ed elaborarli, sono - evidenzia infine l'Osservatorio - i principali abilitatori dell'agricoltura 4.0.