Il buon posizionamento economico sul mercato, l'interesse crescente a fini alimentari e le applicazioni storiche sono tutti fattori che concorrono ad accrescere l'attenzione sul settore produttivo della soia e a rendere la coltivazione di quest’importante leguminosa appetibile per le aziende cerealicole e zootecniche.

Il trend di crescita delle superfici dedicate e delle produzioni è costante non solo nelle aree vocate quali Argentina e Brasile, ma anche in Italia dove tra il 2013 e il 2014, si è avuta una crescita delle superfici coltivate e delle produzioni vicina al 30 per cento - dati Istat - imputabile a ragioni di natura economica e agronomica.

Qualità made in Italy
Il mercato italiano, ai primi posti a livello europeo, pur rappresentando una piccola parte del mercato mondiale, gode di grande considerazione.
Ciò va ricercato nel fatto che il nostro paese propone sul mercato un prodotto non geneticamente modificato, con alti rendimenti e buon valore qualitativo ma, soprattutto, caratterizzato da ampio margine di miglioramento.

L'impossibilità di competere sul piano quantitativo, per ovvie ragioni, ha portato i produttori italiani a orientarsi verso un prodotto con qualità superiore.
Scelta vincente, essendo la soia coinvolta direttamente, attraverso i suoi derivati o indirettamente, quale elemento della razione alimentare a uso zootecnico, nell'alimentazione umana.

La percentuale di proteina grezza, il contenuto di oli e di Fattori Anti-Nutrizionali quali i limitatori dell’assorbimento proteico, sono i principali parametri attraverso i quali avviene la valutazione qualitativa della soia.


La genetica non basta
Se da un lato la genetica sta compiendo notevoli passi in avanti sulla strada della qualità, dall’altro la tecnica agronomica si sta arricchendo di strumenti sempre più accurati e in grado di condizionare il valore qualitativo del prodotto finale.

E' proprio in quest'ultimo ambito che rientra l’irrigazione a goccia proposta da Netafim.
Tradizionalmente la soia, soprattutto in primo raccolto, è considerata una coltura poco esigente dal punto di vista idrico in virtù della sua naturale resistenza alla siccità. Per questa ragione, nel nord Italia è consuetudine intervenire esclusivamente con irrigazioni di soccorso.

Se andiamo ad analizzare i risultati di approfonditi studi fisiologici, possiamo renderci conto che anche per la soia, in alcune fasi del ciclo vegetativo in cui è soggetta a maggiore sensibilità, la carenza idrica può compromettere non solo le rese ma anche la qualità del prodotto.

Acqua fonte di vita e di...proteina
Una di queste fasi è quella di riempimento del seme, dove un equilibrato e puntuale apporto di acqua, come quello offerto dal sistema a goccia Netafim, consente di trasferire in modo efficiente la proteina sintetizzata a livello fogliare e, conseguentemente, condizionare il contenuto utile di proteina nel seme.

Inoltre, l’uniformità di distribuzione offerta dal sistema a goccia Netafim, aumenta lo sviluppo della superficie assorbente dell’apparato radicale e lo manteiene sempre attivo. 
La presenza di un sistema radicale sano e quindi capace di consentire una rapida simbiosi dei batteri azotofissatori con la pianta, rende più efficiente l’assimilazione dell’azoto precursore della sintesi proteica giocando, quindi, un ruolo determinante nella coltivazione della soia.

Partendo da queste premesse, diventa chiaro come lo scopo dell’irrigazione a goccia su soia proposto da Netafim, sia quello di migliorare la qualità finale del prodotto mediante un aumento del contenuto proteico ma anche quello di mantenerlo costante nel tempo dal momento che oggi, questo parametro, oscilla in un range compreso tra il 38 e il 42 per cento in funzione dell’annata.

E' in questo modo che Netafim offre un vantaggio al settore della trasformazione ma si rivolge anche a quelle aziende che intendono utilizzare la soia prodotta, anche come insilato, per autoconsumo così da raggiungere una maggiore indipendenza dalle oscillazioni del mercato.