La Commissione Ue è sul punto di ritirare il contestatissimo regolamento sui fitofarmaci Sur che prevede la riduzione dell'impiego di sostanze di sintesi chimica del 50% nei campi dell'Unione entro il 2030? Sì, è vero, forse anche scontato, ma non bisogna farsi illusioni, perché il Green Deal non si tocca e l'annunciato ritiro, pronunciato giusto ieri, 6 febbraio 2024, innanzi all'assemblea plenaria del Parlamento di Strasburgo dalla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, non è una resa senza condizioni, ma solo l'inizio di una ritirata strategica su posizioni più favorevoli al prossimo contrattacco.

 

Questo perché il Sur - così come confezionato dalla Commissione Ue e peggiorato dagli emendamenti della Commissione Ambiente del 24 ottobre 2023 ed infine bocciato dal voto dell'aula dell'Europarlamento il 22 novembre 2023 - era già indifendibile in un ulteriore trilogo tra Consiglio Ue, Commissione e Parlamento, e allora che farne?
Tanto vale abbandonarlo e riavviare una trattativa "bottom up" con gli stakeholder, finalizzata ad ottenere uno strumento di pari impatto, ma più digeribile dal mondo produttivo, agricoltori europei in testa.

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E conoscendo l'abilità politica dell'ex ministra più longeva dell'allora cancelliera tedesca Angela Merkel c'è da giurarci che la guerra sui fitofarmaci non è finita, ma continuerà su altri fronti. Il discorso pronunciato ieri di fronte agli stessi eurodeputati che avevano bocciato il provvedimento in aula va letto con molta attenzione, perché è ricco di insidie, oltre che di vantate opportunità.

 

E salvo sorprese nell'urna ai primi di giugno 2024, c'è proprio poco da cantare vittoria, come pure hanno fatto ieri da alcune organizzazioni agricole italiane, pronte a mettere all'incasso qualche primogenitura all'ombra di un ritrovato orgoglio di categoria. Ed ecco spiegato il perché.

 

Il discorso della von der Leyen sul Sur

Intanto la presidente proporrà al Collegio dei commissari Ue di ritirare la proposta di regolamento sui fitofarmaci: attenzione, per ora è solo una sua idea, per quanto autorevolissima. La prima dichiarazione della von der Leyen nel corso del suo primo intervento alla plenaria del Parlamento Europeo di Strasburgo di ieri suona così: "La Commissione ha proposto il regolamento sui fitofarmaci (Sur, Ndr) con l'obiettivo di ridurre i rischi dei prodotti fitosanitari chimici. Tuttavia, la proposta è diventata un simbolo di polarizzazione. È stata respinta dal Parlamento Europeo e anche in Consiglio non si registrano più progressi. Per questo motivo proporrò al Collegio dei Commissari Europei di ritirare la proposta", ha detto von der Leyen.

 

Vittoria? L'incubo è finito? Neanche per sogno: "Naturalmente il tema rimane e per andare avanti è necessario un maggiore dialogo e un approccio diverso. Su questa base, la Commissione potrebbe presentare una nuova proposta molto più matura, con il coinvolgimento delle parti interessate", ha aggiunto la presidente della Commissione Ue. In parole povere: dobbiamo convincervi che abbiamo ragione, bisogna trovare solo il modo migliore e più indolore.

 

"I mesi a venire non saranno facili - ha aggiunto - ma credo che ora abbiamo una grande opportunità. È chiaro a tutti in quest'aula che il nostro settore agroalimentare, a partire dalle aziende agricole, ha bisogno di una prospettiva a lungo termine e di una volontà di ascolto reciproco e di ricerca di soluzioni comuni". È questo il passaggio almeno inizialmente più controverso dell'intervento di ieri: la "grande opportunità" sembrano proprio essere i trattori in strada, la confusione che ne deriva e "i mesi a venire non saranno facili" è interpretabile come il breve lasso di tempo ora rimasto alla legislatura europea. Ma più in chiaro l'enfasi cade sulla duplice necessità di ascoltare meglio le richieste del mondo agricolo e di trovare, infine "soluzioni comuni". Un secondo affondo sulla permanente necessità di ridurre l'utilizzo di fitofarmaci.

 

"Abbiamo lanciato il Dialogo strategico sul futuro dell'agricoltura nell'Ue. Abbiamo invitato i rappresentanti del settore agricolo, delle comunità rurali, dell'industria delle sementi e dei fertilizzanti, del settore alimentare, ma anche del settore finanziario, dei consumatori e del settore alimentare, dei gruppi di consumatori e ambientalisti e della scienza. Abbiamo bisogno di analizzare insieme la situazione, condividere idee e sviluppare scenari per il futuro. Dobbiamo andare oltre un dibattito polarizzato e creare fiducia - ha detto ancora la von der Leyen -. La fiducia è la base fondamentale per soluzioni praticabili. La posta in gioco è alta per tutti noi. Il nostro sistema di produzione alimentare è unico".

 

È questo il passaggio più nobile: la presidente della Commissione fa esplicito riferimento alla sede del confronto anche per il nuovo regolamento post Sur, il Dialogo strategico sul futuro dell'agricoltura Ue, un'assise "bottom up" presieduta dal professor Peter Strohschneider che il 25 gennaio 2024 ha tenuto la sua prima seduta. Un luogo di consultazione, di incontro e confronto, non certo una sede decisionale però.

 

In un clima di alta tensione la von der Leyen lancia così i suoi ultimi due affondi, il primo ha il valore di proposta tecnico politica: "Gli agricoltori hanno bisogno di un'argomentazione commerciale valida per le misure di miglioramento della natura, e forse noi non l'abbiamo fatta in modo convincente. Di un vero e proprio incentivo che vada oltre la semplice perdita di resa. I sussidi pubblici possono fornire tali incentivi", ha proseguito von der Leyen che ha lanciato l'idea di "un'etichettatura premium, ad esempio in collaborazione con i rivenditori e i trasformatori".

 

Nulla di nuovo dopo il marchio sul biologico, minori rese e prezzi al consumo più alti, cosa bella, ma alla faccia dell'inflazione e che può però essere di facile applicazione per le derrate che vanno direttamente al consumo: ma sul come convincere i trasformatori a pagare di più materie prime "politically correct" come grano e pomodori da industria vige il più fitto mistero.

 

A questo punto la presidente da la stoccata finale e serve il piatto freddo delle soluzioni comuni al futuro Parlamento e alla prossima Commissione, che pure potrebbe ancora presiedere: "Dobbiamo evitare il gioco delle colpe e trovare insieme le soluzioni ai problemi. La relazione che verrà presentata entro la fine dell'estate sarà estremamente importante. I risultati e le raccomandazioni di questo dialogo saranno discussi in Parlamento e con gli Stati membri e costituiranno le fondamenta della nostra futura politica agricola". Così Ursula von der Leyen ieri, 6 febbraio 2024, ha parlato al Parlamento Europeo.

 

E in Italia? Coldiretti e Confagricoltura si intestano i meriti, voci fuori dal coro il ministro Francesco Lollobrigida per buona metà, e il duo Cia - Copagri, organizzazioni più realiste e attente al voto di oggi del Parlamento: quello sulle Tecniche di Evoluzione Assistita.

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Lollobrigida, Commissione Ue accoglie le richieste dell'Italia

"La Commissione Ue recepisce le proposte dell'Italia. Bisogna limitare ulteriormente gli agrofarmaci solo quando si è in grado di proteggere le produzioni con metodi alternativi. Abbiamo contrastato, dal primo giorno, un approccio ideologico sul tema che avrebbe avuto un effetto devastante sulle produzioni e limitatissimo sull'ambiente". Così il ministro dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida sulle dichiarazioni della von der Leyen al Parlamento Europeo.

 

"È evidente e logico che eliminare medicine indispensabili per le piante, lasciandole preda di insetti o fitopatie, contrae decisamente la produzione se non la cancella. Se i consumi europei restano invariati, ci si deve approvvigionare, di conseguenza, da Paesi terzi che non rispettano alcuna delle regole che imponiamo ai nostri agricoltori. Anzi producono utilizzando maggiori quantità di agrofarmaci. In questo modo l'effetto su aria e acqua del pianeta è esattamente l'opposto di quello dichiarato" afferma ancora il ministro italiano all'Agricoltura.

 

"L'Italia - continua Lollobrigida - ha proposto di lavorare, ed è stata all'avanguardia in questo, sulle Tea per garantire piante più forti e resistenti che possano fare a meno di agrofarmaci. Le politiche pragmatiche del nostro Governo in Italia e in Europa stanno portando i primi frutti. Recuperare i disastri di anni di politiche irrispettose della produzione e del lavoro agricolo richiederà tempo. Ma la strada intrapresa è quella corretta", conclude il ministro Lollobrigida.

 

Coldiretti, è merito nostro

"Il ritiro della proposta di regolamento sull'uso sostenibile dei fitofarmaci (Sur) salva il 30% delle produzioni alla base della dieta mediterranea, dal vino al pomodoro, messe a rischio dall'irrealistico obiettivo di dimezzare l'uso di agrofarmaci". È quanto afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel commentare l'annuncio della presidente del Commissione Europea Ursula von der Leyen.

 

Nel comunicato si fa riferimento al "rigetto della proposta" dopo "la grande manifestazione della Coldiretti a Bruxelles in occasione del vertice Ue". L'annuncio della presidente della Commissione Ue diventa nella prosa di Coldiretti "Una risposta alla protesta degli agricoltori provenienti dal Sud e dal Nord dell'Unione Europea, dalla Coldiretti agli spagnoli di Asaja, dai portoghesi di Cap ai belgi dell'Fwa fino ai giovani agricoltori alla quale aveva fatto seguito l'incontro tra il presidente della Coldiretti e la Von der Leyen".

 

Cia, ora inizi un dialogo serio

Più prudente la Cia: "Ci siamo battuti fin da subito per sostenere l'impraticabilità di un taglio netto del 50% dei fitofarmaci al 2030 senza valide alternative e con la crisi climatica in atto - spiega il presidente della Cia - Agricoltori Italiani, Cristiano Fini-. Alla fine il passo indietro è giunto, ora chiediamo all'Europa di promuovere davvero una politica graduale, realista e gestibile per giungere ai target green, riequilibrando le esigenze produttive agricole con gli obiettivi di sostenibilità ambientale, sviluppando la difesa integrata e investendo di più su ricerca e innovazione".

 

Fini tira poi il freno e vira così: "Auspichiamo che l'annuncio di von der Leyen detti la linea per un nuovo approccio da parte della Commissione Ue, iniziando sul serio quel dialogo strategico tanto annunciato, perché ormai è chiaro a tutti che nuove leggi e normative non possono prescindere da un lavoro condiviso con mondo agricolo e rappresentanza".

 

Infine un passaggio dell'intervento di Fini è poi concesso al voto di oggi dell'Europarlmento sulle Tecniche di Evoluzione Assistita: "Confidiamo che domani la plenaria del Parlamento Ue dia un altro segnale importante di ascolto agli agricoltori, votando a favore del dossier sulle Ngts, uno strumento essenziale per ottenere colture resistenti alle malattie e resilienti ai cambiamenti climatici".

 

Confagricoltura, pragmatismo è sempre buona notizia

"Quando il pragmatismo prevale sull'ideologia è sempre una buona notizia. È stata accolta una richiesta avanzata da tempo dalla nostra organizzazione per salvaguardare il potenziale produttivo del nostro settore. Prendiamo atto positivamente che la Commissione Europea ha scelto di dare ascolto alle proteste in atto in numerosi Stati membri. Ora occorre andare avanti su questa strada".  È il commento del presidente della Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, sull'annuncio della presidente von der Leyen.

 

"In Italia - sottolinea Giansanti - il taglio avrebbe potuto superare addirittura il 60%. La nostra linea è chiara. Il ricorso alle medicine delle piante nei processi produttivi va ridotto, come già si sta verificando, ma ogni divieto deve prevedere un'alternativa valida sotto il profilo tecnico ed economico".

 

"Ora - conclude il presidente della Confagricoltura - va sospesa l'entrata in vigore delle nuove misure in materia di emissioni industriali estesa agli allevamenti e sul ripristino della natura. I testi potranno essere rivisti alla luce dei risultati del dialogo strategico sul futuro dell'agricoltura promosso dalla Commissione Ue. È una questione di coerenza".

 

Copagri, servono gradualità e innovazione

"Il ritiro da parte della Commissione Europea della proposta di regolamento sull'uso sostenibile degli agrofarmaci, che avrebbe comportato insostenibili tagli da mettere in atto nei prossimi anni, viene incontro alle istanze avanzate dai produttori agricoli del nostro Paese, da tempo impegnati in prima linea per assicurare la sostenibilità delle produzioni, e fa il paio con il rigetto deciso dal Parlamento Europeo un paio di mesi fa". Lo sottolinea il presidente della Copagri Tommaso Battista a proposito dell'annuncio arrivato oggi dalla presidente dell'esecutivo comunitario Ursula von der Leyen.

 

Battista inoltre auspica che "per future simili iniziative si dovrà procedere con una preventiva e approfondita valutazione d'impatto delle ricadute economiche e socioambientali dei tagli, tenendo in debita considerazione le alternative a disposizione degli agricoltori per difendere le proprie produzioni".

 

"Penso, ad esempio, alle enormi possibilità legate all'utilizzo della genetica e di tutto quello che ne consegue con il genome editing, ovvero le Tecniche di Evoluzione Assistita, che potrebbero avere un impatto incredibile sulle possibilità di difesa dai patogeni e dai parassiti, con effetti positivi anche in termini di capacità produttiva", evidenzia Battista, ricordando che "questi temi saranno domani all'esame dell'Europarlamento, dal quale ci aspettiamo una risposta importante".

 

"È bene ricordare che al netto dell'odierno positivo e atteso rigetto della proposta sugli agrofarmaci, si andrà comunque verso una progressiva diminuzione nel consumo di prodotti fitosanitari; e tutto questo si potrà e si dovrà farlo attraverso la genetica, ma anche grazie allo sviluppo di biostimolanti, senza contare il sempre maggiore ricorso all'agricoltura di precisione e a metodi di lotta integrata basati su antagonisti naturali", prosegue il presidente, secondo cui "proprio il miglioramento genetico sarà una delle principali chiavi di volta per raggiungere la tanto decantata rivoluzione green, andando a coniugare concretamente la sostenibilità ambientale con quella economica".