La digitalizzazione? È un percorso ineluttabile e decisivo per diversi aspetti dell'agricoltura. Lo afferma Wolfgang Burtscher, direttore generale della Dg Agricoltura della Commissione Ue a Bruxelles, che evidenzia nel corso degli EU Agri-Food Days 2023 la centralità dei dati, essenziali nell'ambito della ricerca, dell'innovazione, per favorire la competitività dell'agricoltura del futuro, ma anche per procedere in direzione della semplificazione.
Non si dimentichi che la stessa Commissione Europea subisce pressioni per dimostrare che i fondi destinati all'agricoltura sono ben spesi. Di qui, l'essenzialità di processare dati in tempo reale, strategici anche nel policy making, nell'imprimere cioè la giusta direzione alla politica in fase decisionale. E senza dati, ormai, è sempre più difficile prendere decisioni analitiche.
In quest'ottica diventa cruciale colmare il divario esistente fra le diverse aree dell'Unione Europea, dove la parte orientale sembra scontare qualche ritardo in più rispetto all'area definiamola più "atlantica" (sarebbe curioso capire dove collocare l'Italia, che sulla banda larga è forse ancora un po' indietro). Un'accelerazione finalizzata a garantire le condizioni idonee per la digitalizzazione, la diffusione della banda larga, i servizi di consulenza, che sono elementi altrettanto strategici per diffondere l'innovazione nel settore primario.
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I progressi di copertura della rete, comunque, ci sono stati, anche se ci sono ampi margini di miglioramento. "Quattro anni fa - afferma il direttore generale Burtscher - in Ue potevamo contare sul 15% delle zone rurali coperte da banda larga, oggi siamo di media al 40%".
Digitalizzazione e banda larga, inoltre, significano "possibilità di garantire lo smart working anche dalle aree rurali". Un tema che è emerso prepotentemente nella fase delle restrizioni causate dal covid-19, in cui la possibilità di lavorare da casa ha fatto la differenza ed è diventata un elemento chiave nel nuovo riassetto del lavoro. Ma la rivoluzione digitale potrebbe portare ulteriori benefici in agricoltura, come ad esempio il monitoraggio ambientale e la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra.
"La storia dell'agricoltura è una storia di evoluzione e progresso, dall'aratro in avanti. Oggi la sfida si chiama digitalizzazione - evidenzia Wolfgang Burtscher - e per rendere efficace la trasformazione digitale sarà necessario un nuovo approccio".
Fra gli invitati agli EU Agri-Food Days 2023 e ritenuto un pioniere del digitale in Finlandia, Max Schulman è un agricoltore con i piedi per terra e lo sguardo rivolto almeno ai dodici mesi successivi. "Io utilizzo i dati raccolti nell'arco di una stagione per pianificare la stagione successiva" spiega Schulman. "Fondamentali, però, sono alcuni elementi, perché deve essere chiaro che il mondo digitale funziona nella misura in cui è collegato al suolo. Allo stesso tempo, la condivisione dei dati e la fiducia nel loro utilizzo sono i pilastri insostituibili sui quali costruire il futuro".
A livello pratico, prosegue l'agricoltore finlandese, "grazie alla semina diretta e alla mappatura dei suoli per le diverse operazioni agricole, si capiscono meglio quali strumenti rispondono meglio alle esigenze della sostenibilità, che non è solo ambientale. Grazie all'agricoltura digitale riusciamo a risparmiare carburante e tempo, a calcolare l'umidità dei suoli, controllare il vento, a conoscere quindi quando gli impollinatori volano, così da pianificare l'attività in campo. Per massimizzare i risultati, però, è bene condividere insieme ai decisori politici quali sono i dati di maggiore interesse, in modo da poter raccogliere informazioni utili per il futuro". La condivisione, dunque, è un'azione necessaria.
Resta il mondo dei costi, in quanto "l'accesso alle tecnologie richiede investimenti e la cooperazione, gli accordi con i vicini, i contratti di gestione possono aiutare a individuare soluzioni meno onerose per la raccolta e la condivisione dei dati".
Una nuova frontiera nell'utilizzo dei dati digitali la sta studiando la Spagna. Ne parla Maria José Hernández Mendoza, direttore generale dell'Organismo di Coordinamento e Organismo Pagatore Nazionale dei fondi Pac in Spagna, che illustra il Siex, il sistema di informatizzazione delle aziende. "Siamo l'ente pagatore della Pac, vogliamo semplificare la burocrazia attraverso l'inserimento delle informazioni in un'unica piattaforma informatica, una sorta di registro digitale delle aziende" specifica Maria José Hernández Mendoza. "La condivisione dei dati, in particolare, necessita l'armonizzazione dei linguaggi, in modo che tutte le informazioni siano interoperabili fra loro, attraverso codici uniformi". È un'opera che lo stesso direttore spagnolo definisce "certosina, finalizzata tuttavia a migliorare la resa economica e la sostenibilità ambientale e, parallelamente, a migliorare le politiche per l'agricoltura. Per il futuro, l'obiettivo di arrivare ad elaborare la domanda Pac automatica".
L'innovazione corre anche nell'area baltica. Nel 2016 in Lituania è stato creato lo European Digital Innovation Hub allo scopo di migliorare la ricerca in agricoltura e favorire le startup in ambito digitale.
Nel 2008 la prima opera infrastrutturale di digitalizzazione nell'area baltica, incentrata al monitoraggio e alla gestione dei silos di stoccaggio di cereali. A raccontarlo, una delle protagoniste della crescita del settore nel Paese, Kristina Šermukšnyté-Alešiuniené, ceo di AgriFood Lithuania, un'organizzazione senza scopo di lucro fondata nel 2011 a Vilnius, che riunisce le principali parti interessate della ricerca, delle imprese e del settore pubblico con la missione comune di trasformare l'agricoltura, l'alimentazione e i settori associati con le innovazioni AgTech.
"Una delle strategie da tenere in considerazione, alla luce degli impegni finanziari elevati necessari per l'innovazione, è quella di continuare a sperimentare, favorendo il dialogo e il networking fra agricoltori, cooperative, piattaforme e stakeholder, così da adattare soluzioni innovative su misura, utili alle esigenze pratiche degli agricoltori", specifica Kristina Šermukšnyté-Alešiuniené. Attenzione, però, al rovescio della medaglia. "La digitalizzazione nasconde anche risvolti di sicurezza" avverte. "Nei prossimi anni ipotizziamo che i cyberattacchi potrebbero colpire anche l'agricoltura, triplicando addirittura nei prossimi anni".
Un altro elemento di criticità riguarda i grandi consumi di energia che richiedono le nuove tecnologie. "Allo stesso tempo - spiega Sjaak Wolfert dell'Università di Wageningen -, la raccolta dei dati può rappresentare un aiuto contro le frodi". Più dati si hanno, minore è il rischio di poter "inventare" dati e informazioni fasulle. Un aspetto tutt'altro che marginale, quando si ha a che fare con la sicurezza alimentare e la tracciabilità del cibo.
Anche la gestione dei dati rappresenta una questione da affrontare, dal momento che gli agricoltori vogliono trattenere per sé i dati, senza doverli cedere o dirottare su cooperative o industria. Una questione da risolvere con equilibrio, vincendo la diffidenza - talvolta giustificata - degli agricoltori.
"Il Data Act europeo richiede il consenso degli agricoltori per la trasmissione dei dati e la transizione digitale deve essere giustificata dall'interesse degli agricoltori. In quest'ottica, in particolare, la fiducia è l'elemento fondamentale per sostenere il percorso di digitalizzazione. E gli agricoltori, magari attraverso l'anonimato, devono sviluppare fiducia nel processo di raccolta, diffusione e analisi dei dati", insiste Christiane Lambert, presidente del Copa.
Sulla stessa lunghezza d'onda anche Michael Pielke, direttore alla Dg Agri dell'Unità per la Sostenibilità Economica della Politica Agricola Comune e direttore ad interim della Direzione B per la Sostenibilità. "Le condivisioni dei dati devono avvenire in assoluta sicurezza" riconosce Pielke. "Per questo serve una collaborazione molto stretta fra agricoltori e scienziati. La centralizzazione è un mezzo per la crescita; la competitività delle imprese e la cooperazione, in questo frangente, sono la chiave di volta. In quest'ottica la regia della Dg Agricoltura può essere strategica per divulgare le migliori prassi, così da facilitare l'adozione di soluzione digitali anche fra i piccoli agricoltori".
Sul versante pratico, la sfida è complessa, ma stimolante. "L'interoperabilità è assolutamente necessaria per produrre e analizzare dati tramite le piattaforme digitali" riassume Gianluca Feligini, responsabile delle Tecnologie di Precisione per Europa, Medio Oriente e Africa per CNH Industrial. "La spinta verso il target emissioni zero, invece, deve essere perseguita puntando sulle propulsioni alternative come il biometano o l'elettrificazione. Ma essenziale deve essere il ritorno degli investimenti, che è fondamentale, in quanto la sostenibilità finanziaria è l'unico modo per diffondere l'agricoltura di precisione".
Elemento altrettanto cruciale, poi, dovrà essere "la connettività anche per la flotta di macchinari meno nuovi, così da raccogliere e gestire dati in maniera omogenea e semplice" conclude Feligini. "La differenza nella diffusione dell'agricoltura di precisione sarà appunto la capacità di dare flessibilità all'utilizzazione dei dati".
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