Geopolitica, tensioni, conflitto russo ucraino e cambiamenti climatici influiscono sempre di più sulle dinamiche dei mercati internazionali e sui prezzi delle commodity. L'andamento di questo fenomeno è stato al centro del dibattito intercorso lunedì 6 marzo durante l'Agrifood Monitor 2023, organizzato da Nomisma in collaborazione con Crif.

 

Nel dibattito, moderato dall'europarlamentare Paolo De Castro, dopo i saluti introduttivi di Piero Gnudi, presidente di Nomisma, e di Carlo Gherardi, presidente di Crif, si sono susseguiti alcuni relatori tecnici sulle tematiche relative a commodity, energia, efficienza idrica e valutazioni finanziarie, oltre a un panel di imprenditori e manager della filiera agroalimentare. Nella prima relazione di Denis Pantini, in merito alle dinamiche relative alle commodity, si evince come guerra in Ucraina e siccità abbiano mutato fortemente i mercati cerealicoli.

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Secondo dati Fao, in Ucraina le semine invernali di cereali per raccolto 2023 sono state ridotte del 40% rispetto al periodo 2017-2021. A questo si aggiungono le difficoltà sul mais, che da una produzione media ucraina di 34 milioni di tonnellate sembra stimato a 21 milioni per il 2023. La situazione non va meglio in Argentina, altro grande Paese produttore ed esportatore, dove a causa della perdurante siccità, si prevede un drastico calo della produzione e della quota destinata all'export.

 

"Le difficoltà di questi paesi vengono compensate dal Brasile, che già nel 2022 è diventato il primo esportatore a livello globale insieme agli Stati Uniti - sottolinea Denis Pantini - nel panorama dei top esportatori mondiali il Brasile rappresenta il Paese che più ha guadagnato da questo scenario fatto da tensioni geopolitiche e siccità".

 

"Nel complesso - continua Pantini - il generale aumento dei prezzi ha favorito i Paesi esportatori di commodity, andando a penalizzare i Paesi trasformatori come l'Italia che invece vendono all'estero prodotti a più alto valore aggiunto. Nel 2022, nella bilancia commerciale, l'Italia è tornata in disavanzo di 1,4 miliardi di euro, dopo i 4 miliardi di euro di surplus del 2021, nonostante l'obiettivo raggiunto dei 60 miliardi di euro di fatturato da export agroalimentare".

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"L'obiettivo per il futuro - conclude Pantini - sarà quello di ridurre i rischi di rotture nelle catene di approvvigionamento che da un biennio ad oggi ha portato a forti aumenti nei costi di produzione delle imprese e fiammate inflattive nei prezzi al consumo sui generi alimentari che non si vedevano da oltre trent'anni".

 

Successivamente Davide Tabarelli (Nomisma Energia) ha fatto il punto della situazione sui mercati energetici. "Il peggio è passato, possiamo tirare un sospiro di sollievo - ha esordito Tabarelli - l'Europa è stata resistente e i mercati hanno funzionato. Il prezzo del gas è in continua discesa, siamo intorno ai 43 euro a megawattora. La connessione tra agricoltura ed energia è molto forte, per questo le oscillazioni degli ultimi due anni hanno creato molti ostacoli alle nostre imprese agricole".

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"Oggi la domanda di energia sale ed è coperta all'80% da combustibili fossili, come 50 anni fa - ha continuato Tabarelli - questo perché su 100 milioni di barili al giorno di petrolio, solo due milioni e mezzo provengono da biocarburanti, che fra l'altro tolgono alimenti alla popolazione. Le politiche energetiche europee hanno visto un taglio delle emissioni del 24% dal 1990 ad oggi, con l'obiettivo di una riduzione del 55% da qui al 2030: è assolutamente impossibile, a meno che non si punti dritti alla decrescita, tutt'altro che felice". Infine, ha chiuso Tabarelli, "in futuro avremo bisogno ancora di molto gas, per questo diventerà prioritario trovare un accordo di pace che coinvolga anche la Russia".

 

Sul discorso acqua è intervenuto poi Marco Marcatili, responsabile sviluppo di Nomisma. "È fondamentale incentivare le misure di tariffazione dell'acqua, potenziare gli interventi di mitigazione e adattamento e promuovere un approccio integrato fra tutti gli attori coinvolti. Gli investimenti in nuove infrastrutture saranno sempre più importanti, perché dovremo rapportarci a un clima sempre più complesso".