La distanza che separa le nuove varietà di piante modificate con le Tea, Tecnologie di Evoluzione Assistita, e il campo sembra essersi accorciata. Mercoledì scorso, presso la Camera dei Deputati, è stato presentato un nuovo Disegno di Legge che ha proprio come obiettivo quello di abbattere gli ostacoli burocratici che oggi di fatto impediscono ai ricercatori di fare uscire dai laboratori le piante modificate con le cosiddette New breeding techniques.
"Fare dell'Italia un Paese leader sulle Tea, le Tecniche di Evoluzione Assistita in agricoltura, per poter avere piante più sostenibili dal punto di vista ambientale, ridurre l'uso di fitofarmaci e aumentare le resistenze ai cambiamenti climatici, con oggettivi benefici per la produttività sempre preservando le peculiarità della biodiversità italiana", ha dichiarato Filippo Gallinella, deputato del M5S e presidente della Commissione Agricoltura alla Camera, che è stato il primo firmatario della proposta legislativa.
Plauso unanime è arrivato dal mondo della ricerca (ad esempio dal Crea e dalla Siga), che da tempo aspetta che la politica, a Roma come a Bruxelles, prenda in mano la questione per mettere fine al limbo in cui giacciono le Tea. Si tratta di tecnologie che permettono di modificare il patrimonio genetico di un vegetale con meccanismi che sono propri della natura, limitandosi ad effettuare le modifiche in modo molto più veloce e preciso di quanto avvenga nei campi.
Ad oggi invece le Tea vengono assimilate ai vecchi Ogm transgenici, che sono soggetti ad una pesante regolamentazione europea e nazionale, livello rispetto al quale andrebbe ad intervenire la proposta di legge presentata da Gallinella. Questo permetterebbe ai ricercatori italiani di competere ad armi pari con i colleghi britannici, statunitensi o giapponesi.
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Che cosa significa questo in concreto? Vuole dire che le nuove varietà oggi presenti nei laboratori potrebbero essere testate nelle reali condizioni di campo, sempre che la proposta di legge sia approvata dai due rami del Parlamento (percorso non scontato e che comunque richiede almeno un anno di tempo). Ad oggi, ad esempio, esistono varietà di basilico resistenti alla peronospora. Viti che non necessitano di trattamenti fungicidi. Pomodori resistenti all'orobranca e molto altro ancora.
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