Votate bene. Lo raccomandiamo al Parlamento europeo che oggi, 20 ottobre 2020, vota la riforma della Pac – una riforma che dovrà essere più aderente ai principi del Green new deal ma soprattutto dovrebbe essere più equa, andando a premiare chi in campagna ci vive e lavora e non chi specula.

Noi speriamo bene – la settimana scorsa intanto l'abbiamo trascorsa organizzando il Bologna award - il premio sulla sostenibilità agricola - che quest’anno è andato a un ricercatore italiano. Giacomo Grassi è un agronomo e climatologo che lavora presso il Ccr della Commissione europea ed è autore di numerosi studi di grande rilievo internazionale - che peraltro servono proprio alla Commissione europea per orientare le proprie scelte.
Il riscaldamento climatico è una drammatica evidenza e non ne vogliamo parlare ancora - che di Cassandre, di sti tempi, in giro ce ne sono anche troppe.

Per ora l’Europa ha centrato i suoi obiettivi – negli ultimi 30 anni le emissioni di CO2 sono già calate del 20% - ma dovranno calare del 55% nel prossimo decennio e si dovrà poi arrivare entro il 2050 alla completa neutralità climatica. Obiettivo neanche tanto ambizioso, che si spera sia seguito anche dalle altre amministrazioni mondiali.
L’agricoltura e la forestazione sono parte del problema ma sono anche un'importante parte della soluzione. E qui torniamo al Farm to fork, piano europeo per l’agricoltura futura e parte fondamentale della politica verde europea. In molti già oggi parlano di un passaggio dalle smart city alla smart land, campagne sempre più abitabili, digitali, comunità magari piccole ma distretti sociali evoluti ed attrezzati (partendo da ospedali, scuole…). Non solo 4 G quindi.

Come ha detto l’architetto tedesco Andreas Kipar (lui premiato con il Bologna media award) per il futuro delle campagne bisogna pensare al 5 C: conoscenza, consapevolezza, continuità, coltivazione e crescita.