Sfide ambientali e nutrizionali. Dal 'greening' alla 'condizionalità', non più diversificazione ma rotazione delle colture. Obblighi annuali, non più impegni pluriennali. Possibilità di offrire incentivi ad agricoltori. Digitalizzazione e innovazione tecnologica. Questi sono i punti forti della nuova Pac discussi con il commissario Ue all'Agricoltura Hogan al Parlamento europeo.
La "nuova architettura verde" della Pac post 2020
"Quelle ambientali sono una sfida enorme anche rispetto al nostro obiettivo principale di garantire la sicurezza alimentare per tutti i cittadini dell'Unione europea e di permettere anche ai nostri agricoltori di continuare a sopravvivere in futuro", ha dichiarato
Phil Hogan, commissario europeo per l'Agricoltura e lo sviluppo rurale, in occasione del
dibattito sulla Politica agricola comune post 2020 tenutosi in Commissione Agricoltura del Parlamento europeo.
"La Pac quindi dovrà occuparsi del cambiamento climatico, delle risorse naturali e della biodiversità per garantire la sostenibilità delle nostre aziende agricole perché altrimenti non ci saranno più nemmeno gli agricoltori", ha specificato il commissario Hogan.
Parola d'ordine 'condizionalità'
Si vuole
passare da una diversificazione delle colture ad una
rotazione delle colture, più vantaggiosa. Si passerà quindi dal 'greening' all'eco- condizionalità, per una maggiore semplificazione e più flessibilità agli Stati membri che potranno fissare criteri più adeguati a seconda delle condizioni locali.
Per dare un esempio concreto, nel caso della diversificazione si hanno due o più colture diverse sui terreni a seminativo in una determinata annata agraria, con la rotazione invece sarà necessario fare in modo che su una determinata particella agraria non ci sia la stessa coltivazione per un certo numero continuativo di anni che lo Stato membro è chiamato a stabilire.
La novità: gli eco-schemi
Sono
tre gli
aspetti innovativi degli eco- schemi proposti per la nuova Pac che guideranno l'intera struttura della politica comune: prima di tutto il finanziamento verrà al 100% dal pilastro I della Pac, quindi niente co-finanziamento da parte degli Stati membri. In secondo luogo ci saranno obblighi annuali e non pluriennali in modo tale da aiutare gli agricoltori a non perdere reddito e a non essere vincolati per un lungo periodo di tempo. Infine gli Stati membri avranno più flessibilità nei pagamenti.
Incentivi al posto di obblighi
Si potranno offrire incentivi agli agricoltori affinché vengano spinti a cambiare i metodi produttivi a condizione che vengano rispettate le norme fondamentali della green box dell'Organizzazione mondiale per il commercio (Omc). Si avrà quindi
un sistema di incentivi piuttosto che un sistema prescrittivo come quello attuale del greening. Nel Primo pilastro della Pac gli eco-schemi saranno obbligatori per gli Stati membri e facoltativi per gli agricoltori.
Digitalizzazione e innovazione tecnologica
"Per migliorare davvero i risultati dobbiamo investire su efficienza delle risorse, formazione e innovazione tecnologica e dobbiamo far in modo che gli agricoltori cooperino tra loro", ha sottolineato il commissario Hogan, che a riguardo aveva incassato poco prima l'
appoggio del presidente di
Confagricoltura Massimiliano Giansanti.
Un modello basato sui risultati
Secondo il commissario Hogan
"è importante che il sistema si basi su obiettivi concreti" pertanto
"useremo indicatori il cui valore sarà indicato da quanto fanno gli Stati membri tramite la Pac e non da fattori esterni", ha concluso Hogan, che pertanto si attende
"obiettivi sostenibili e responsabili, una responsabilità degli Stati membri, mentre la Commissione europea avrà il compito di valutare le proposte".
In collaborazione con Irene Amenta