"I dati Istat sul commercio al dettaglio evidenziano la tendenza, da parte di un crescente segmento della popolazione, ad acquistare prodotti alimentari a basso prezzo nei discount, alla quale può corrispondere anche una bassa qualità, con il rischio che il risparmio sia solo apparente". Lo afferma il presidente della Coldiretti, Sergio Marini, commenta gli ultimi dati diffusi dall'Istat.
"Risparmiare oltre un certo limite sul cibo - fa notare Marini - può significare nutrirsi di alimenti che possono avere contenuto scadente, con effetti negativi sul piano nutrizionale, sulla salute e sul benessere delle persone. Non è un caso - ricorda il presidente - che la prima mozzarella blu sia stata trovata proprio all'interno di un discount".
Una tendenza fortemente negativa, difficile da invertire
"Gli aumenti delle vendite di prodotti alimentari rilevati dall'Istat rappresentano un primo segnale incoraggiante, ma certo non sufficiente a invertire la tendenza fortemente negativa dei consumi delle famiglie nel 2011, sia perché il risultato positivo di agosto è 'gonfiato' dall'effetto vacanze, sia perché a settembre l'aumento dell'Iva di un punto percentuale ha già iniziato a esplicare i suoi effetti sui consumi, accrescendo il rischio di un ulteriore calo dell'1,5% della spesa alimentare".
Lo afferma la Cia, Confederazione italiana agricoltori, commentando gli ultimi dati diffusi dall'Istat.
"Nonostante le difficoltà economiche e la diminuzione degli acquisti in quantità e qualità - osserva la confederazione - gli italiani non rinunciano a 'godersi' le vacanze ed il periodo di ferie è l'unico momento in cui le famiglie si concedono qualche compera in più, stando meno attenti a risparmiare".
'Le imprese agricole devono crescere e dialogare di più con la Gdo'
"Il fatto che l'Istat indichi un ulteriore calo degli acquisti di generi alimentari nei negozi tradizionali ed una ben maggiore crescita in supermarket e discount indica chiaramente come l'agricoltura debba rafforzare il suo potere contrattuale per dialogare più efficacemente con la grande distribuzione". Lo afferma il presidente di Confagricoltura, Mario Guidi, commentando i dati Istat sul commercio al dettaglio.
"Un percorso di rafforzamento - prosegue Guidi - che parte dalla vitale necessità per gli imprenditori agricoli di distribuire in maniera più equilibrata il valore nella filiera, oggi sbilanciato verso l'ultima fase. Per farlo è necessario che le imprese del primario crescano, sia in termini dimensionali, sia di valore aggiunto e stringano con le industrie alimentari alleanze sempre più articolate. Questa è la chiave per garantire ai consumatori prodotti di qualità certa e costante con prezzi accessibili a tutti".
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Fonte: AgricolturaOnWeb