Il naturale ciclo di relazioni tra produttori, consumatori di sostanze organiche e decompositori che, attribuendo ad ogni cosa una sua utilità nel tutto non prevedeva scarti, è stato ormai da tempo alterato.
Iil colpevole, neanche a dirlo, l'uomo. Il risultato si chiama rifiuto: urbano e speciale.
Classificati, per opera del terzo comma dell’articolo 184 del Decreto legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 - Norme in materia ambientale - i rifiuti così detti 'speciali' sono ordinati in 12 categorie; una di queste 'scatolette' etichettata come rifiuti da attività agricole e agro-industriali riguarda proprio il comparto agricolo. Ne consegue che anche questo sistema produttivo deve preoccuparsi del loro corretto smaltimento.
Fino a poco fa, la gestione di questo tipo di rifiuti era affidata al Modello unico di dichiarazione ambientale (Mud), ma il 14 gennaio 2010 con l'entra in vigore il Dm del 17 dicembre 2009 emanato dal ministero dell'Ambiente della tutela del territorio e del mare, è stato istituito il Sistema informatizzato di controllo della tracciabilità dei rifiuti o Sistri che in linea del tutto teorica, ha sostituito le vecchie procedure cartacee.
In teoria dicevamo, perché ad oggi, il piccolo Sistri non cammina ancora con le proprie gambe e vede aggiungersi alla sua breve vita già punteggiata di proroghe un ulteriore slittamento della data prevista per la sua entrata in vigore a pieno regime.
La recente pubblicazione in Gazzetta ufficiale n. 302 del 28 dicembre 2010 del Decreto del 22 dicembre 2010 sposta, infatti, al 31 maggio 2011 la fine del periodo transitorio di operatività e di veriica della piena funzionalità del nuovo sistema di tracciabilità informatica dei rifiuti.
Tale notizia, accolta con generale favore, era già nell'aria prima della pausa natalizia quando il presidente di Fedagri-Confcooperative, Maurizio Gardini, dichiarava: “sono ancora numerose le problematiche tecniche legate all’utilizzo del nuovo sistema da parte delle cooperative agricole, mentre restano tuttora dubbi interpretativi sulla normativa”.
Chiedeva inoltre, insieme ai presidenti di Legacoop Agroalimentare, Agci Agrital, Confagricoltura, Cia e Copagri, al Ppresidente del Consiglio Berlusconi e al ministro dell’Ambiente Prestigiacomo che il periodo di sperimentazione per adeguarsi al nuovo sistema Sistri, pienamente operativo dal 1 gennaio 2011, venisse prorogato almeno a tutto il 2011.
Ancora numerose, infatti, le problematiche tecniche legate all’utilizzo del nuovo sistema e i dubbi interpretativi sulla normativa in materia.
“Il timore” ha spiegato Gardini “è che a partire dal prossimo anno le aziende agricole, soprattutto quelle di piccole dimensioni, si vedano costrette ad utilizzare un sistema informatizzato complicato e non ancora perfettamente collaudato, con il rischio non solo di essere sanzionate incolpevolmente ma anche di dover assicurare la tracciabilità del rifiuto sia con il nuovo metodo informatico sia con il vecchio modello cartaceo”.
Accolta dunque con soddisfazione, la proroga di cinque mesi per l’entrata in vigore del Sistri definita da Gardini “un atto di grande responsabilità” cui dovrà però seguire “una fattiva collaborazione tra Ministero ed Associazioni di rappresentanza del mondo agricolo e agroalimentare”.
“Sfruttando al meglio il tempo concesso da questa proroga” ha affermato Aproniano Tassinari presidente di Unima, “si potrebbe forse arrivare a scrivere il capitolo finale della questione” aggiungendo anche che, in qualità di organizzazione di rappresentanza degli agromeccanici, “non possiamo tuttavia non condannare la scelta delle istituzioni di intervenire sui sistemi gestionali delle imprese, con rilevanti oneri economici e burocratici a loro carico, piuttosto che fornire semplicemente le sole funzionalità relative alla tracciabilità. Rimane inoltre in sospeso” prosegue Tassinari, “il destino dei contributi già pagati dalle aziende nel 2010 per un servizio mai erogato e che dovrebbero essere, a rigor di logica, oggetto di rimborso”.
Dello stesso parere il presidente Cia, Giuseppe Politi, che sottolinea le criticità soprattutto per le piccole e piccolissime imprese le quali, secondo Politi, rischiano di vanificare la possibilità di adempiere all’obbligo dello smaltimento dei rifiuti senza ulteriori oneri amministrativi ed economici che, afferma il presidente “specie in questo periodo, peserebbero in modo insopportabile sulla gestione aziendale”.
Soddisfazione anche per Confagricoltura secondo cui in questo modo “si tiene conto degli oggettivi problemi riscontrati sul territorio a pochi giorni dall’entrata in vigore delle sanzioni e si consente a tutto il sistema imprenditoriale di adeguarsi alle nuove complesse procedure”. In tal modo, prosegue Confagricoltura, diventa possibile “attuare gli interventi sul sistema informatico e gestionale indispensabili per operare nel rispetto delle disposizioni di legge. Per raggiungere questi obiettivi” prosegue l'associazione, “sarà determinante il Comitato di indirizzo, con la partecipazione delle organizzazioni imprenditoriali, la cui istituzione è stata annunciata dal ministro dell’Ambiente, con il compito di verificare periodicamente lo stato di avanzamento del Sistri al fine di garantirne l'operatività entro la nuova data prevista”.
Tra le richieste avanzate da Confagricoltura al ministero dell’Ambiente, anche la sottoscrizione delle convenzioni per ottenere l’esenzione transitoria per imprese agricole produttrici di rifiuti pericolosi fino a 100 kg/litro e la definizione di specifici accordi di programma a livello provinciale per una gestione semplificata del sistema; “su questo aspetto” fa sapere l'organizzazione “sono stati già avviati contatti con l’Unione delle Province d’Italia”.