Prosegue su AgroNotizie® la rubrica dedicata a migliorare la conoscenza delle pratiche di uso sicuro e sostenibile degli agrofarmaci, obiettivo dell'iniziativa Bayer AgriCampus.
Coltivare pomodoro da industria è sempre più sfidante. Da un lato, infatti, l'incertezza sul prezzo di vendita rende la pianificazione colturale difficile. Dall'altro i cambiamenti climatici, con la carenza di acqua durante il periodo estivo, aumentano i costi di produzione e la complessità che deve essere affrontata. A questo si sommano le sfide generali del settore agricolo: aumento dei costi di produzione, riduzione dei mezzi tecnici e disciplinari sempre più stringenti.
In questo scenario un elemento facilitatore proviene dalla tecnologia. Negli ultimi anni si stanno sperimentando con grande successo strumenti volti a migliorare la gestione del campo. Come ci racconta il professor Salvatore Faugno, docente presso il Dipartimento di Agraria dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, "l'utilizzo delle mappe satellitari permette all'agricoltore di monitorare giorno dopo giorno lo stato di salute e l'idratazione delle piante, in modo da intervenire in maniera puntuale in caso di stress. Mentre le moderne macchine da raccolta, dotate di sensori di carico, abilitano la gestione di precisione del campo".
Pomodoro da industria sotto l'occhio del satellite
I fattori che influenzano la produttività di un campo di pomodoro da industria sono numerosi. Ci sono gli stress biotici, come attacchi di ragnetto rosso o di alternaria. Ci sono poi quelli abiotici, come ad esempio temperature eccessive, stress idrico o irraggiamento solare elevato. Tutti questi fattori hanno un impatto sulle piante e a fine stagione concorrono a determinare la produttività dell'appezzamento.
"Non sempre risulta facile individuare le aree sotto stress e le ragioni di tale sofferenza", ci spiega Faugno. "Specialmente per chi ha tanti ettari, magari dislocati su un ampio territorio, monitorare l'evoluzione della coltura è complesso. E così la presenza di una fonte di stress, come un attacco di ragnetto rosso, può passare inosservata e causare danni alla produttività del campo".
Su questo fronte il digitale può essere di grande aiuto. Utilizzando le mappe satellitari è infatti possibile monitorare quasi giornalmente i campi, individuando immediatamente le aree in cui le piante sono meno vigorose. In questo modo l'agricoltore può andare a colpo sicuro nella zona stressata per capire l'origine di tale sofferenza e intervenire di conseguenza.
"Utilizzando la piattaforma FieldView è possibile consultare le mappe di vegetazione, che grazie all'elaborazione di un indice di vigore proprietario sono in grado di allertare l'agricoltore in caso di problemi", sottolinea Nikolas Mitroulias, Climate Activation manager di Bayer Crop Science Italia, che insieme al team FieldView segue diverse aziende produttrici di pomodoro da industria in giro per l'Italia.
Uno strumento particolarmente utile presente in FieldView è la mappa di evapotraspirazione. Selezionando un campo è infatti possibile monitorare il consumo idrico della coltura e la dispersione dal suolo. Di conseguenza è possibile calibrare al meglio i turni irrigui.
Il digitale può essere di grande aiuto per avere più resa e maggiore sostenibilità
(Fonte foto: Bayer)
Certo, molti agricoltori oggi usano le sonde al suolo per monitorare la disponibilità idrica, ma questi strumenti offrono una lettura puntuale dell'umidità del terreno, che non è detto sia rappresentativa dell'intero campo. Con le mappe di evapotraspirazione si può conoscere invece la dispersione di acqua metro per metro. Se dunque un'area di campo, lontano dalla sonda, è in sofferenza, l'agricoltore può intervenire per evitare perdite di produzione.
Gestire la variabilità in campo
Gestire la variabilità è l'obiettivo centrale dell'agricoltura di precisione. Spesso infatti i campi vengono considerati appezzamenti omogenei, ma non è detto che lo siano. Le differenze a livello di suolo, l'interazione con le varietà di pomodoro, a cui si sommano l'andamento climatico e la gestione agronomica, creano un mix di variabili che a fine anno determina il conto economico dell'azienda.
Gestire tali variabili è complesso, ma possibile. Bisogna però avere i dati giusti. "Le raccoglitrici automatiche di ultima generazione montano dei sensori di carico sul nastro trasportatore che sono in grado di mappare la produttività del campo, metro dopo metro. In questo modo è possibile sapere quali sono le parti più produttive e quelle che invece lo sono meno", spiega Salvatore Faugno.
Una moderna macchina per la raccolta del pomodoro
(Fonte foto: Salvatore Faugno, docente presso il Dipartimento di Agraria dell'Università degli Studi di Napoli Federico II)
Avere delle mappe di produzione è importante per due motivi. Primo, perché consente di valutare le proprie strategie. Secondo, perché permette di pianificare la produzione negli anni successivi.
Valutando le rese produttive a fine stagione e confrontando le performance tra un campo e l'altro, ogni agricoltore può fare dei ragionamenti sulle scelte fatte, ad esempio a livello di varietà trapiantata, di concimazioni ed irrigazioni effettuate, come anche di difesa.
"In questa mappa vediamo delle aree verdi, che hanno avuto una buona produzione, e delle aree rosse, dove invece si è prodotto poco. Facendo dei sopralluoghi in campo l'agricoltore può cercare di capire le motivazioni di tali differenze e agire di conseguenza", sottolinea Faugno.
Mappa di produzione relativa a un campo di pomodoro da industria
(Fonte foto: Salvatore Faugno, docente presso il Dipartimento di Agraria dell'Università degli Studi di Napoli Federico II)
Si scopre così che, magari, l'area rossa ha una carenza di nutrienti o un terreno molto sciolto o è vicina a campi da cui provengono insetti dannosi. Conoscendo gli elementi di variabilità è così possibile intervenire negli anni successivi, ad esempio con delle concimazioni mirate, turni irrigui più frequenti o con una difesa più attenta.
"Per poter fare le migliori scelte l'agricoltore moderno ha bisogno di avere dei dati a disposizione e le mappe di produzione visualizzabili su FieldView sono fondamentali", racconta Mitroulias. "Il sistema si collega infatti alla macchina di raccolta, scarica i dati e li analizza, creando infine delle mappe di facile interpretazione".
Digitale: buono per l'ambiente, buono per il portafogli
Le ragioni per utilizzare delle soluzioni digitali, come FieldView, per la gestione dei campi sono presto dette. Come sintetizza Salvatore Faugno, esse permettono di risparmiare input produttivi o semplicemente di applicarli nella maniera più efficiente. In questo modo aumenta il rapporto tra tonnellate di pomodoro prodotte e investimento in acqua, concimi, agrofarmaci e piantine.
E se da un lato aumentano le rese, dall'altro si promuove un'agricoltura più sostenibile. L'utilizzo consapevole dei mezzi tecnici consente infatti di non sprecare nulla. Si interviene solo quando necessario, con una possibile riduzione degli input produttivi. E proprio per questo gli agricoltori sono i primi a dire #iocitengo, l'hashtag scelto da Bayer per la rubrica AgriCampus.
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Bayer AgriCampus è un'iniziativa lanciata da Bayer Crop Science Italia con l'obiettivo di promuovere l'uso consapevole degli agrofarmaci.
Image Line® è partner e su AgroNotizie® ha creato una rubrica per ospitare i contributi provenienti da Bayer e dai partner di AgriCampus.
Consigli tecnici che se seguiti si traducono in vantaggi sia per l'agricoltore che per l'ambiente e i consumatori. Perché per tutti gli attori della filiera vale l'hashtag #iocitengo
Appuntamento ad aprile per la nuova puntata di Bayer AgriCampus