Sono forti le tensioni a livello internazionale sul mercato del latte, che puntualmente si riflettono nella difficoltà di trovare un punto d'incontro fra allevatori e industria per definire il prezzo. In Lombardia, che normalmente fa da apripista per analoghi accordi nelle diverse regioni italiane, le posizioni fra allevatori e industrie sono ancora distanti. Ma nel Lazio vogliono stringere i tempi e la discussione si fa sempre più accesa.
Per favorire la ricerca di un punto di incontro si è mossa anche la Regione Lazio, una mediazione che sembra non essere apprezzata da Legacoop Agroalimentare Lazio. “Il prezzo del latte lo fa il mercato e spetta ai produttori e ai trasformatori trovare gli accordi necessari per fissarlo, come sempre accaduto negli ultimi anni e come è avvenuto anche in questa scadenza. Le decisioni necessarie non possono essere affrontate avendo come soggetto interlocutore la regione Lazio e il suo assessorato all'Agricoltura.” Con queste parole Giuseppe Codispoti, che di Legacoop Agroalimentare è presidente regionale, è intervenuto agli “Stati generali del latte” indetti dalla regione Lazio rimarcando la posizione delle sue associate, fra le quali Granarolo e Centrale del latte.
Il costo del latte (alle industrie), è stato ribadito, è nel Lazio più alto che in altre Regioni. Codispoti ha concluso invitando la Regione a distinguere fra trattative sul prezzo del latte che non sono di sua competenza per intervenire invece su tutti gli altri fattori che possono rendere più efficiente la filiera del latte. Un percorso da sviluppare attraverso un piano regionale per la zootecnia.