I biostimolanti sono una classe di mezzi tecnici che sta suscitando sempre più interesse tra gli agricoltori. Questo perché le sfide che l'agricoltura ha davanti sono di portata epocale: produrre più cibo per soddisfare una domanda globale in aumento, coltivare i campi in maniera sostenibile e farlo in un contesto di cambiamenti climatici.

 

I biostimolanti sono dei prodotti, formalmente dei fertilizzanti, che anche se non apportano direttamente alle colture elementi nutritivi sono in grado di migliorare le produzioni, aiutando le piante a resistere agli stress abiotici e a gestire al meglio i fattori produttivi, come acqua e nutrienti.

 

Proprio per indagare le potenzialità dei biostimolanti nell'ambito dell'agricoltura lombarda, ma potenzialmente nazionale, è nato il progetto BIOSTIMOLA, finanziato da Regione Lombardia nell'ambito del Programma di Sviluppo Rurale (Psr) - Operazione 1.2.01, linea di finanziamento che ha come obiettivo quello di favorire la competitività dei sistemi agricoli, agroalimentari e forestali attraverso la diffusione di conoscenze e innovazioni.

 

Il progetto BIOSTIMOLA nei dettagli

"Il progetto BIOSTIMOLA mira alla valorizzazione dei biostimolanti ed al loro utilizzo come mezzi tecnici in grado di migliorare e potenziare le produzioni agricole in un'ottica moderna e sostenibile", spiega Giacomo Cocetta, professore presso l'Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali - Produzione, Territorio, Agroenergia.

 

E proprio l'ateneo milanese è responsabile del progetto, che vede la collaborazione del Centro di saggio e di ricerca Agricola 2000. Entrambi i soggetti promotori hanno una lunga esperienza nello studio dei prodotti biostimolanti, grazie a numerose attività di ricerca, sperimentazione e valutazione della loro efficacia e del modo di azione, dal laboratorio al campo e viceversa.

 

Le Categorie di Materiali Costituenti (Cmc)

Le Categorie di Materiali Costituenti (Cmc)

(Fonte foto: Progetto BIOSTIMOLA)

 

L'ambizione di BIOSTIMOLA è dunque quella di studiare questi prodotti e di trasferire verso gli stakeholder (aziende agricole, tecnici e consulenti, rivenditori, aziende produttrici e studenti) conoscenze tecniche circa, ad esempio, la scelta del prodotto, le modalità di applicazione, i tempi e i dosaggi.

 

BIOSTIMOLA, attività dimostrative e di informazione

Come ben spiegato da Cocetta, le attività del progetto si dividono in azioni di informazione e azioni di tipo dimostrativo. "Le attività di informazione hanno come scopo quello di far conoscere i biostimolanti, il loro corretto impiego e l'inquadramento normativo e merceologico attuale", sottolinea il professore.

 

Le attività informative si realizzano attraverso l'organizzazione di webinar, seminari e giornate di studio dedicati ad argomenti specifici inerenti al mondo dei biostimolanti ed al loro utilizzo in agricoltura. Ogni evento prevede la partecipazione di esperti che operano a vario titolo nel settore e che offrono il loro contributo nell'approfondimento della tematica scelta.

 

In aggiunta alla partecipazione in presenza, per permettere ad un pubblico più ampio di seguire e partecipare attivamente agli eventi informativi, è sempre resa disponibile la partecipazione da remoto. In generale, l'obiettivo degli eventi informativi è quello di realizzare dei momenti di scambio e di favorire i collegamenti, i contatti e le interazioni tra le diverse realtà del settore coinvolte a diversi livelli lungo tutta la filiera.

 

"Le prove dimostrative condotte in campo sono aperte a tutti gli interessati e riguardano la coltivazione di soia in condizioni ottimali per verificare gli effetti positivi del trattamento con biostimolanti e prove per mostrare l'efficacia dell'applicazione di biostimolanti nel superamento dei danni causati dal diserbo", ci spiega Marta Guarise, Training & Projects manager di Agricola 2000.

 

"Parallelamente al campo, in ambiente protetto è stata impostata una prova per dimostrare l'efficacia dell'applicazione di prodotti biostimolanti nel superamento dei danni provocati dallo stress idrico. La decisione di condurre la prova in vaso e in camera di crescita è stata dettata dalla necessità di gestire meglio la somministrazione di acqua e dunque dello stress idrico".

 

Piante di soia in camera di crescita

Piante di soia in camera di crescita

(Fonte foto: Progetto BIOSTIMOLA)

 

Sinergie tra industria e ricerca

Il settore dei biostimolanti è ancora agli albori e per questo motivo la ricerca e la sperimentazione sono essenziali per mettere a punto prodotti efficaci. Se l'accademia è impegnata su questo fronte, un ruolo fondamentale lo giocano le aziende produttrici. In tutte le prove del progetto BIOSTIMOLA, infatti, i trattamenti sono stati effettuati utilizzando biostimolanti commerciali selezionati sulla base del regolamento e delle indicazioni d'uso specifiche riferite ad un'azione migliorativa e/o, a seconda della prova, in risposta a danni provocati da carenza idrica e danni provocati dal diserbo.

 

"Tutti i prodotti biostimolanti sono stati forniti direttamente dalle aziende produttrici che hanno deciso di aderire al progetto", sottolinea Marta Guarise. "Grazie al loro coinvolgimento diretto sono stati definiti i protocolli di applicazione, seguendo le indicazioni riportate in etichetta, partendo da un protocollo di prova comune e un'impostazione del campo sperimentale a blocchi randomizzati".

 

Nelle prove di campo ci si è concentrati su tre aspetti:

  • L'uso dei biostimolanti per aumentare la resa e la qualità della soia in campo aperto.
  • L'uso dei biostimolanti per aiutare la soia a riprendersi dopo i trattamenti di diserbo in campo aperto.
  • L'uso dei biostimolanti per aiutare le piante a superare stress idrici in camera di crescita.


"Per misurare l'efficacia dei prodotti biostimolanti sono stati organizzati dei campi prova, mettendo a confronto le tesi trattate con il testimone. Si sono poi valutati numerosi indici di resa, di qualità, nonché le risposte fisiologiche della coltura nelle diverse condizioni di crescita. I risultati delle prove dimostrative vengono analizzati e studiati, anche attraverso il confronto con la letteratura scientifica più attuale, e discussi nell'ambito degli eventi informativi e delle giornate di campo", conclude Marta Guarise.

 

A tal proposito lo scorso 30 gennaio si è svolto il workshop "Il primo anno del progetto BIOSTIMOLA. Presentazione dei risultati e delle attività svolte" che è possibile "ripercorrere" grazie alle slide e ai video.

 

Focus sulle conclusioni

Focus sulle conclusioni

(Fonte foto: Progetto BIOSTIMOLA)

 

Conclusioni generali sul primo anno di prove

Gli agricoltori talvolta lamentano la difficoltà nel valutare gli effetti dei trattamenti con i biostimolanti. Questo è dovuto a diversi fattori, confermati anche dalle prove effettuate nell'ambito del progetto BIOSTIMOLA. Prima di tutto, in condizioni di pieno campo, gli elementi di stress sono molteplici e tutti concorrono ad influenzare la crescita della coltura. Questo mix di fonti rende piuttosto difficile la valutazione dell'efficacia del biostimolante, applicato per gestire una o più tipologie di stress ben precise.

 

In secondo luogo, nell'applicazione dei prodotti è fondamentale identificare il timing corretto, nonché le dosi, la frequenza e il numero di applicazioni. Spesso infatti si tratta successivamente al verificarsi dello stress o con dosi non ottimali, con effetti non percepibili.

 

"Dopo il primo anno di sperimentazione possiamo comunque affermare che esiste una convergenza tra quello che è stato descritto in letteratura e i dati delle prove dimostrative condotte", conclude Giacomo Cocetta. "I prossimi anni saranno importanti per approfondire queste conoscenze e trasmetterle agli stakeholder".

 

Per maggiori informazioni sul progetto BIOSTIMOLA è possibile consultare questa pagina, il canale Telegram e la pagina Facebook.


Logo del progetto Biostimola

Iniziativa realizzata nell'ambito del progetto BIOSTIMOLA, cofinanziato dall'Operazione 1.2.01 "Progetti dimostrativi e azioni di informazione" del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 della Regione Lombardia. Responsabile del progetto è il Disaa dell'Università degli Studi di Milano, realizzato con la collaborazione di Agricola 2000

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