Il 7 novembre scorso è stato pubblicato il report dettagliato di quanto è stato votato lo scorso 24 ottobre in merito alla proposta della Commissione Ue sul nuovo regolamento per l'uso sostenibile.
Contrariamente ai desiderata della Commissione Agricoltura (Agri), il testo uscito dalla votazione della commissione Ambiente, Sanità Pubblica e Sicurezza Alimentare (Envi) e che verrà votato in Commissione Plenaria il prossimo 20-23 novembre conferma la scadenza per la riduzione del 50% dell'uso dei prodotti fitosanitari al 2030. Di seguito riportiamo i punti salienti della proposta votata.
Il testo è stato adottato con 47 voti favorevoli, 37 contrari e 2 astenuti e prevede appunto la riduzione del 50% dell'uso dei prodotti fitosanitari entro il 2030 e del 65% dei prodotti più pericolosi entro la stessa data.
Il confronto è da effettuarsi con la media 2013-2017 rispetto alla proposta della commissione che limitava il periodo di confronto al 2015-2017. Questo premia i Paesi più virtuosi, come l'Italia, che avevano già operato significative riduzioni prima del 2015 rispetto alle "cicale" che non avevano svolto "i compiti a casa".
Ogni Stato membro dovrà porsi obiettivi e strategie nazionali, basati sulle vendite annuali e sulle situazioni contingenti locali, quali il livello di pericolo e le caratteristiche delle proprie coltivazioni. Il tutto sarà verificato dalla Commissione, anche con l'ausilio del registro dei trattamenti elettronico che vedrà la luce qualche anno prima della scadenza.
Solo prodotti per agricoltura biologica e biocontrollo nelle aree sensibili
La proposta prosegue col divieto di utilizzo dei prodotti fitosanitari chimici (ad eccezione di quelli autorizzati per l'agricoltura biologica e il biocontrollo) nelle aree sensibili come tutti gli spazi verdi cittadini (parchi, campi da gioco, aree ricreative), e le aree Natura 2000.
Per le zone agricole "normali" si prevede l'adozione generalizzata di una zona di rispetto di almeno 5 metri, indipendentemente dalle caratteristiche del prodotto utilizzato (anche quando la valutazione del rischio non evidenzia la necessità di misure di mitigazione), come già in vigore in alcuni Paesi Ue (Francia).
Come sostituiamo il chimico?
La logica della proposta è che il chimico sia l'ultima risorsa da utilizzare solo quando le altre strategie non si rivelano sufficienti a proteggere le colture. Il regolamento dovrebbe quindi favorire l'entrata sul mercato delle soluzioni più compatibili, a cominciare dai prodotti a basso rischio e quelli per il biocontrollo e la commissione dovrebbe fare in modo di accelerare le procedure di autorizzazioni dei prodotti a basso rischio e di quelli per il biocontrollo il cui "time to market" è scandalosamente superiore a quanto succede nel resto del mondo, a cominciare dagli Stati Uniti e dal Sudamerica (a seconda delle stime si parla di 7-9 anni in Europa contro 2-3 nel resto del mondo).
Importazione da Paesi extra UE: il nocciolo del problema
La proposta prevede anche che entro il 2025 la Commissione cominci a proporre misure che vietino le importazioni di derrate alimentari da Paesi che hanno regolamentazioni meno rigide rispetto a quella euriopea: solo così si diminuirà l'interesse economico a commercializzare prodotti pericolosi.
Qualcosa si sta attuando già adesso: diversi Paesi hanno manifestato riluttanza a consentire il mantenimento dei limiti massimi di residuo (Mrl) sulle derrate alimentari di sostanze attive bandite nella Ue. Ciò sarebbe un modo semplice per proteggere i propri agricoltori che non possono competere ad armi pari con i propri colleghi di oltre oceano.
La proposta affronta anche il nodo dell'esportazione extra Ue dei prodotti chimici banditi nella Ue che forse tornerebbero sotto forma di residui nelle derrate alimentari: il divieto totale.
Approfondimenti per studiosi, addetti ai lavori o semplicemente curiosi
Report sulla proposta votata in commissione Envi il 24 ottobre, pubblicato il 7 novembre 2023
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Fonte: AgroNotizie