Buone notizie per gli agricoltori italiani e per tutto il sistema agricolo. In una intervista fatta in occasione del convegno che si è tenuto a Bologna il 28 novembre 2022, organizzato dalle Giornate Fitopatologiche e dall'Associazione Italiana Protezione delle Piante (Aipp), il parlamentare europeo Paolo De Castro ha comunicato che la proposta di Regolamento sull'Uso Sostenibile dei Prodotti Fitosanitari è stata di fatto bloccata dalla presa di posizione trasversale di buona parte dei paesi dell'Unione Europea.


Il dibattito certamente continuerà nei prossimi mesi, con un ruolo rafforzato anche della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, ma ben difficilmente la proposta di Regolamento potrà avere una sua approvazione nel corso della presente legislatura. Troppo forti le contraddizioni del provvedimento in discussione con soluzioni totalmente ingiustificate e insostenibile per l'agricoltura della gran parte dei paesi comunitari.

 

I prossimi mesi saranno quindi caratterizzati da approfondimenti sui diversi aspetti proposti dal Regolamento, specie per quel che riguarda l'insostenibile riduzione del 50% dell'impiego dei prodotti fitosanitari e la determinazione delle aree di rischio nelle quali non dovrebbe più essere possibile applicare i prodotti fitosanitari di sintesi, ma solo quelli biologici.


Si presume, quindi, una nuova stesura della proposta di Regolamento da portare all'approvazione del Parlamento Europeo e del Consiglio Europeo non prima del 2024-2025.


Rassicurati da queste importanti informazioni e stimolati ad utilizzare i prossimi mesi per analizzare la proposta di Regolamento e per promuovere puntuali modifiche ed adeguamenti, molto positivo è stato quindi l'approfondimento che è maturato nel corso del convegno dello scorso 28 novembre durante il quale circa un migliaio di tecnici qualificati, di cui oltre 350 in presenza, hanno analizzato il contenuto della proposta e ne hanno identificato le criticità e le opportunità.

 

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Pasquale Falzarano al convegno del 28 novembre 2022

(Fonte foto: Ivano Valmori - AgroNotizie)


Dopo una dettagliata presentazione di Pasquale Falzarano del Ministero dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, che ha illustrato lo stato delle trattative tra la Commissione Europea e l'Italia, il convegno si è sviluppato sulle principali tematiche caratterizzanti la proposta di Regolamento:

 

  • riduzione dell'uso dei prodotti fitosanitari, proposta all'Italia una riduzione del 62%. Al di là delle incomprensibili giustificazioni per sostenere una simile riduzione, nelle relazioni presentate al convegno è emerso che per l'Italia il punto critico è principalmente rappresentato dall'uso dei fumiganti, per lo più impiegati a seguito di autorizzazioni eccezionali (previste ai sensi dall'Articolo 53 del Regolamento 1107/2009), che da soli rappresentano il 54% dell'intero carico di prodotti fitosanitari venduti in Italia nel 2019 e calcolati impiegando i parametri di ponderazione definiti dall'allegato VI della proposta di Regolamento. Altro gruppo di prodotti su cui dovrebbe essere necessario intervenire sono i composti dello zolfo, che rappresentano il 12% del carico e che dovrebbero essere meglio gestiti ottimizzando le modalità di applicazione e le dosi;
  • divieto di applicazione dei prodotti fitosanitari nelle aree sensibili. È questo l'aspetto più insostenibile dell'intero provvedimento; la sua applicazione puntuale determinerebbe l’impossibilità di utilizzare i prodotti fitosanitari su buona parte della pianura padana e sull'intera superficie di molti dei paesi dell'Unione Europea. Di fatto è questo il punto nodale su cui si è inceppata la discussione del nuovo Regolamento e sicuramente dovrà essere rivisto;
  • applicazione della difesa integrata. In Italia passerà principalmente attraverso il sistema di qualità della produzione integrata definito a livello nazione da uno specifico Decreto Ministeriale; la proposta comunitaria è comunque confusionaria proponendo di introdurre soluzioni che aumentano solo le attività burocratiche senza aumentare il livello di sostenibilità della difesa fitosanitaria. Incomprensibile l'obbligo di giustificare i trattamenti preventivi (praticamente gran parte degli interventi con fungicidi) attraverso specifiche prescrizioni di consulenti fitosanitari e autorizzazione all'esecuzione dei trattamenti giustificati e gestiti dagli agricoltori solo con il monitoraggio dei fitofagi e la verifica del superamento delle soglie di intervento previste. La difesa integrata è un sistema di difesa intelligente e consapevole a cui non possono essere imposte assurde soluzioni formali che finiscono per "pulire la coscienza" ai burocrati di Bruxelles che di fatto uccidono la gestione fitosanitaria delle colture riducendola a banali (e spesso assurdi…) adempimenti;
  • uso di macchine collaudate per la distribuzione dei prodotti fitosanitari. Il ritardo nell'attivazione del Registro Nazionale delle macchine impiegate in Italia per la distribuzione dei prodotti fitosanitari non consente ancora di stabilire con chiarezza quante siano le macchine distributrici che abbiano subito il controllo funzionale sul loro funzionamento. Su questo tema il professore Paolo Balsari, dell'Università di Torino, ha ribadito come siano ormai maturi i tempi per ottenere, attraverso l'ottimizzazione dei sistemi di distribuzione dei prodotti fitosanitari, una loro significativa riduzione; perché questo possa accadere è necessario che le autorità competenti provvedano a:
    • favorire interventi che, oltre al controllo funzionale delle macchine, garantiscano anche la regolazione delle stesse in funzione delle loro caratteristiche e dei sistemi produttivi in cui verranno impiegate;
    • favorire il fatto che gli interventi fitosanitari siano sempre più orientati contro i bersagli su cui serve garantire la loro distribuzione; facendo questo sarebbe possibile ridurre le dosi di impiego, limitando gli effetti di deriva e di dispersione dei prodotti nell'ambiente;
    • intervenire a livello normativo per non penalizzare le situazioni nelle quali le aziende agricole, grazie ad interventi localizzati e all'ottimizzazione delle modalità di distribuzione, provvedono alla riduzione delle dosi di impiego dei prodotti fitosanitari; questo "sembra" già essere garantito nei sistemi produttivi che si avvalgono della certificazione di sistemi di qualità, ma è ora necessario che questo aspetto venga consentito a tutti i produttori agricoli ed esca dall'attuale pericoloso cono d'ombra;
    • favorire la concessione di aiuti per l'acquisto delle macchine solo a quelle in grado di limitare la deriva e di ottimizzare le modalità di distribuzione; la ricerca in questi anni ha fatto tanto e sono disponibili sul mercato macchine molto efficienti ed efficaci;
    • intervenire da un punto normativo formalizzando il documento che è stato tecnicamente definito a livello nazionale e che consentirebbe di ottimizzare le modalità di distribuzione mitigando gli effetti nocivi dei prodotti fitosanitari e quindi consentendo anche di limitare le restrizioni che sono attualmente definite nelle etichette dei prodotti fitosanitari.
  • obbligo di assistenza tecnica alle aziende agricole attraverso la consulenza fitosanitaria. Punto nodale e nevralgico dell'intero provvedimento. Anche se in maniera non del tutto trasparente sembra che il provvedimento proponga l'obbligo della consulenza fitosanitaria per la prescrizione almeno degli interventi preventivi. Formulata in questo modo non ha molto senso, ma certamente il potenziamento dell'assistenza tecnica può essere una soluzione virtuosa, in grado di migliorare la gestione della difesa fitosanitaria, ma perché questo possa succedere è necessario che i costi non ricadano sui produttori agricoli. È quindi opportuno che si trovino le soluzioni per garantire adeguati contributi finanziari a queste attività, va trovata la sinergia e l'integrazione con la nuova Pac che a questo proposito delinea approcci innovativi particolarmente interessanti. La nuova Pac prevede infatti che si vada a superare lo stretto e univoco rapporto che esiste tra il consulente fitosanitario e le sue aziende assistite, per proporre, ad esempio attraverso i Goi, lo sviluppo di interventi di assistenza tecnici all'interno di sistemi organizzativi che si vadano ad integrare con la ricerca, la sperimentazione, le attività dimostrative, i supporti all'assistenza tecnica (modelli previsionali, reti di monitoraggio, servizi meteorologici, ecc.) e con lo sviluppo di soluzioni informatiche sempre più in grado di agevolare i contatti e l'attività dei tecnici e delle loro aziende nell'ambito delle relative strutture di riferimento (associazioni dei produttori, organizzazioni professionali, agenzie di consulenza, ecc.).

Questi i punti essenziali emersi nel corso della giornata di studio sul nuovo Regolamento Comunitario sull'Uso Sostenibile dei Prodotti Fitosanitari. Come detto, l'intervista a Paolo De Castro ha rasserenato l'ambiente ad ha consentito un esame approfondito dei punti essenziali del provvedimento proposto.


Per chi fosse interessato ad esaminare ulteriormente i contenuti dell'evento, è possibile recuperare tutte le relazioni e, molto presto, la registrazione dell'intero convegno sul sito delle Giornate Fitopatologiche

 

A cura di Tiziano Galassi, esperto fitosanitario