Ora anche la tanto odiata agricoltura intensiva viene sbattuta come mostro in prima pagina con l'ormai frusta equazione "Agricoltura intensiva/Covid-19". C'è infatti chi realizza correlazioni spurie, prive cioè delle debite prove di concausalità fra varabili considerate. Poi c'è anche chi, Oltreoceano, addirittura punta il dito contro, indovinate, glifosate. E qui si rischierebbe di cadere nella barzelletta se non si trattasse purtroppo di un'epidemia mortale, visto che in Argentina lo irrorano con gli aerei sulla testa della gente, ma quanto a coronavirus sarebbero a soli 3.073 contagiati e 145 morti (22 aprile, dati Oms) rispetto a Paesi che di glifosate ne usano ben meno e con le dovute maniere.
Per tali ragioni si è deciso di dare vita a uno specifico contenitore che accolga tutto ciò che riguardi i rapporti fra agricoltura, ambiente e salute, in quanto la già nota serie di articoli "La tossicologia spiegata semplice" appare contenitore più adatto all'analisi di notizie altamente specifiche, come qualche pubblicazione farlocca che dimostrerebbe che somministrato a chili glifosate è dannoso per le oloturie marine o i Condor Pasa.
Non meno fertile si ritiene infatti sarà questa nuova serie, viste le molteplici fake news che vengono rilanciate contro agricoltura e zootecnia che non siano quelle rappresentate da trasmissioni domenicali di stampo turistico ed enogastronomico.
Questa prima puntata è dedicata alle illazioni prodotte da alcuni cattedratici e media su ipotizzate correlazioni fra agricoltura intensiva e coronavirus. Come al solito, i numeri ufficiali saranno gli unici utilizzati per smentire tali fake news.
I motivi dell'indagine
A parte denunciare il deprecabile sciacallaggio di chi perseveri nel portare avanti le proprie crociate personalistiche anche a fronte di una tale tragedia, sarà bene fornire qualche dato utile a comprendere come le illazioni restino solo illazioni, mentre i numeri restino pur sempre numeri. Ecco un'altra ottima ragione per non rimandare, citandoli, a coloro i quali abbiano sparso fake news infamanti contro l'agricoltura, proprio per non fornire loro ulteriore pubblicità. Perché quando una variabile sale e l'altra scende, a voler cercare correlazioni dirette fra esse ci vuole proprio un discreto pelo sullo stomaco. E questo è esattamente ciò che viene confermato analizzando quanto accaduto in Usa.A tal proposito è stato realizzato un apposito dossier in cui sono stati riportati i dati ufficiali provenienti dagli Stati Uniti, il Paese più colpito dal coronavirus e caratterizzato al contempo da una delle agricolture più intensive del Pianeta. E agricoltura intensiva vuol dire uso di pesticidi. Pure tanti, nell'immaginario collettivo.
Quindi, sono stati raccolti i dati sui contagi e sui decessi in America, Stato per Stato, per come li ha fotografati l'Organizzazione mondiale della Sanità il 22 aprile 2020. Questi sono stati poi comparati con i dati relativi agli impieghi, sempre Stato per Stato, relativi agli usi in tonnellate degli odiati "pesticidi", ponendo particolare attenzione a glifosate. Perché è soprattutto contro questo erbicida che si sono focalizzate le più recenti aggressioni immotivate da parte di personaggi ormai ben noti e ai quali non si rimanderà per non fornire ulteriore visibilità.
Il dossier in sintesi
- Recentemente sono state avanzate ipotesi circa la correlazione fra agricoltura intensiva e diffusione dell'epidemia di Cov-Sars-2, altrimenti noto come Covid-19 o più generalmente come Coronavirus.
- Per verificare l'eventuale veridicità di tali illazioni si è operato negli Stati Uniti, Paese con attualmente il maggior numero di contagiati e di decessi dovuti al virus, come pure caratterizzati da un'agricoltura fortemente intensiva. L'uso di agrofarmaci è quindi un ottimo termometro per valutare appunto l'intensità di coltivazione e le sue eventuali influenze sull'epidemia.
- Sono state raccolte le informazioni da banche dati ufficiali (U.S. Geological survey), sia per quanto concerne l'impiego di agrofarmaci in genere sia di glifosate in particolare, essendo al momento il principale accusato in tal senso negli States da parte dei soliti noti.
- Sono stati fotografati al 22 aprile i diversi Stati americani in funzione del numero di positivi e di decessi, tramite i dati condivisi dall'Organizzazione mondiale della Sanità.
- Sono stati infine posti in comparazione i dati ottenuti, producendo una molteplicità di grafici esplicativi.
Scarica il dossier in formato pdf