Feromoni contro la cimice asiatica
I ferormoni sono utilizzati dagli insetti per aggregarsi, segnare percorsi da seguire (come fanno le formiche), lanciare un allarme o per l'incontro maschio-femmina. Sfruttando ferormoni sintetizzati in laboratorio, negli anni sono state messe a punto trappole per il monitoraggio delle popolazioni, con il fine di determinare le soglie di intervento. Ma anche trappole per la cattura massiva e diffusori per la confusione sessuale che, generando finte tracce, disorientano i maschi, impedendo l'accoppiamento.Questo settore di ricerca ha visto un forte fermento negli ultimi anni, soprattutto dopo l'arrivo in Italia della cimice asiatica (Halyomorpha halys). Un insetto autoctono di Cina e Giappone che si nutre di moltissime piante e che è in grado di causare serie perdite alle aziende agricole. Ad oggi non ci sono soluzioni risolutive, come ha spiegato bene Luciana Tavella, docente del dipartimento di Scienze agrarie, forestali e alimentari (Disafa) dell'Università di Torino.
Della cimice asiatica si sono isolati i ferormoni di aggregazione che permettono di raggruppare gli esemplari in un'area di circa cinque metri intorno al diffusore. Tuttavia questo non è sufficiente a sviluppare trappole di cattura massiva efficaci. Molti esemplari infatti, seppur attratti dal diffusore, non si avvicinano abbastanza alle trappole per essere catturati. Per rimediare a questo inconveniente i ricercatori dell'Università di Torino sono intervenuti trattando con insetticidi (il cosiddetto attract&kill) l'area intorno al diffusore, ottenendo buoni risultati.
Isagro ha lanciato da pochi giorni una propria trappola a colla per il monitoraggio a base di ferormoni e dotata anche di tre reti da posizionare a contatto col terreno per permettere la risalita delle neanidi di Halyomorpha halys. Quella della cimice asiatica è una emergenza così sentita dagli agricoltori, ma anche dei privati cittadini che si vedono invadere le case, che Giulio Maggiorotto, manager di Isagro, ha ammesso di faticare a far fronte alle numerose richieste.
La trappola di monitoraggio di Isagro per la cimice asiatica, dotata di due diffusori
Uno degli obiettivi primari delle trappole è quello di intercettare gli esemplari svernanti per mettere a punto strategie di difesa mirate. Trappole a ferormoni sono anche utilizzate in Piemonte per il monitoraggio della popolazione e per diramare bollettini sulla eventuale necessità di trattamenti insetticidi.
I ricercatori stanno anche lavorando sui parassitoidi della cimice asiatica. Dai rilievi fatti in campo è risultato che le uova di Halyomorpha halys sono parassitizzate da Anastatus Bifasciatus, che tuttavia non è specie-specifico e che quindi difficilmente riesce a controllare la popolazione, anche se viene immesso artificialmente nei campi. I dati riportati da Luciana Tavella tuttavia hanno indicato sul territorio piemontese la presenza di Trissolcus japonicus e Trissolcus mitsukurii, parassitoidi autoctoni di Cina e Giappone, specifici della specie Halyomorpha halys. La loro introduzione in natura, vietata per legge, non è chiaro come sia avvenuta ma potrebbe nei prossimi anni contribuire al controllo di questo dannoso insetto.
Nello stabilimento di Isagro di Novara non si sintetizzano solo i ferormoni di cimice asiatica ma anche di altri insetti dannosi come la cocciniglia asiatica (Pseudococcus comstocki), per la quale esiste una specifica trappola di monitoraggio. Anche il feromone della mosca orientale della frutta (Bactrocera dorsalis), che sta spaventando i frutticoltori campani, è stato isolato. Isagro vuole poi ampliare la sua linea trappole, chiamata Isatrap, lavorando su Lygus rugulipennis, Tuta absoluta e Popillia japonica.
Anche i microrganismi per il biocontrollo
Oltre ai ferormoni nei laboratori Isagro di Novara viene prodotto anche Trichoderma, un fungo benefico che può avere un ruolo nel diminuire la possibilità di sviluppo di malattie fungine. È un micete che contrasta l'insediamento di funghi patogeni sulle colture in vari modi, ad esempio occupando la stessa nicchia ecologica o sintetizzando metaboliti tossici con funzione antibiotica.Occorre sottolineare che Trichoderma è un fungo che non ha potere curativo, ma solamente preventivo. Inoltre, essendo composto da microrganismi vivi, ha una efficacia 'non certa' che dipende molto dal metodo di applicazione e dalle condizioni ambientali che trova in campo.
Se Daniela Beretta, consulente agronomo, ha raccontato la sua esperienza con i prodotti Isagro a base di Trichoderma nel campo florovivaistico e dei tappeti erbosi, Massimo Blandin, docente del Disafa dell'Università di Torino, ha invece delineato possibili strategie di contrasto della Fusariosi della spiga per quanto riguarda le coltivazioni di frumento. E' questa una malattia causata da diversi funghi che provocano un calo produttivo e la presenza di micotossine nella granella, comportando gravi danni alle aziende agricole.
La virulenza del Fusarium dipende da vari fattori, come ad esempio la precessione colturale, la presenza di residui vegetali al suolo o la tolleranza più o meno elevata della varietà di frumento impiegata. Prese in considerazione tutte queste variabili, prodotti a base di Trichoderma possono essere utilizzati per diminuire la virulenza di questa malattia, anche in associazione con trattamenti chimici antifungini.
Isagro ha diversi prodotti a base di Trichoderma, come Ecofox, utile a prevenire gli attacchi di diversi funghi patogeni sulle ferite di potatura della vite. O Radix Soil, indicato nella prevenzione degli attacchi di funghi parassiti dell'apparato radicale e del colletto. Sfruttando le potenzialità di Trichoderma i ricercatori di Isagro stanno lavorando anche a nuovi prodotti per la prevenzione di malattie come il cancro del pesco, la maculatura bruna del pero e la concia del riso anti-brusone.