Anche se le autorità continuano a “promuovere” il glifosate, nelle aule di giustizia di tutto il mondo continua il tiro al bersaglio sull’erbicida, anche a opera di soggetti insospettabili.

Il più recente esempio di questa moda è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea del 4 giugno scorso, e consiste nel ricorso della regione di Bruxelles-Capitale che chiede di annullare il provvedimento di rinnovo del glifosate (regolamento 2017/2324 del 12 dicembre 2017), in quanto non avrebbe rispettato il principio di precauzione e conterrebbe affermazioni contraddittorie nel testo.

Le argomentazioni del ricorso sono ben note, meno consueto è il ricorrente: delle 32 cause che abbiamo trovato interrogando il database della giustizia Ue con la parola chiave “glifosate”, solamente questa riguarda un’amministrazione territoriale. La regione di Bruxelles-Capitale è infatti una delle tre regioni del Belgio, assieme a Vallonia e Fiandre, con una popolazione di poco superiore al milione di abitanti (1.138.575 al 2011, di poco superiore al Trentino Alto Adige) e con una superficie di 161 km2, di cui meno del 13% è coltivata, considerando anche parchi e giardini. Approfondendo il merito di questa causa dal significato molto simbolico e poco pratico troviamo anche qui una novità: mentre l’argomentazione della mancata applicazione del principio di precauzione per non aver tenuto conto della discussa monografia dello Iarc l’abbiamo trovata e sviscerata diverse volte, non ci eravamo ancora imbattuti nell’accusa di mancata coerenza tra le differenti sezioni del provvedimento.

I ricorrenti hanno infatti contestato il modo con cui i tecnici della Commissione Ue hanno scritto il regolamento, che da una parte recita che il glifosate può essere rinnovato in quanto sono stati soddisfatti i requisiti della norma ma dall’altra (allegato II – raccomandazioni finali) fa presente agli Stati membri che dovranno rinnovare le autorizzazioni dei relativi formulati, esaminando tutti gli impieghi (mentre nel rinnovo della sostanza attiva per motivi di tempo e risorse si valutano solo alcuni usi rappresentativi), di approfondire l’esame degli aspetti che sono risultati maggiormente critici. In soldoni: da una parte dici che è sicuro, ma dall’altra parte, sottolineando le criticità, metti in dubbio quanto appena affermato.

Ovviamente gli addetti ai lavori sanno perfettamente che è così per la stragrande maggioranza delle sostanze attive e che questa ennesima causa ha poco di scientifico e molto di politico. L’unico aspetto coerente è la sintonia con la posizione del Belgio, che ha votato contro il rinnovo dell’approvazione dell’erbicida. Le conseguenze della causa sono imprevedibili e potrebbe costituire un singolare precedente che potrebbe dare la stura a una miriade di ricorsi di qualsiasi genere da parte delle regioni dei 28 paesi Ue.
 

Approfondimenti per studiosi, addetti ai lavori o semplicemente curiosi

  • Causa della Regione di Bruxelles-capitale contro il regolamento di rinnovo del glifosate.
  • Regolamento di esecuzione (UE) 2017/2324 della Commissione del 12 dicembre 2017 che rinnova l'approvazione della sostanza attiva glifosato, in conformità al regolamento (CE) n. 1107/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo all'immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari, e che modifica l'allegato del regolamento di esecuzione (UE) n. 540/2011 della Commissione