Prosegue su AgroNotizie® la rubrica dedicata a migliorare la conoscenza delle pratiche di uso sicuro e sostenibile degli agrofarmaci, obiettivo dell'iniziativa Bayer AgriCampus.
Quando la Commissione Europea annunciò che gli obiettivi del Green Deal di riduzione dell'impiego di agrofarmaci (-50% entro il 2030) erano stati archiviati, in molti tirarono un sospiro di sollievo. Secondo numerose stime indipendenti, infatti, obiettivi così ambiziosi avrebbero portato ad un decremento della produttività agricola europea, con un aumento delle importazioni da Paesi extra Ue.
Come sottolineato da più di un commentatore, però, l'annuncio è stato più un arrivederci che un addio. Nei prossimi anni le richieste di un sempre minore uso di prodotti fitosanitari si ripresenteranno, magari sotto forma di capitolati più stringenti della Grande Distribuzione Organizzata (Gdo) o magari con la revisione del Piano d'Azione Nazionale (Pan) per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, che dovrebbe essere in dirittura d'arrivo. D'altronde, anche l'attuale Pac ha messo al centro gli obiettivi ecoambientali.
Che cosa fare allora? "Se vogliamo ridurre l'impiego di prodotti fitosanitari la base di partenza è utilizzare attrezzature correttamente funzionanti, ben tarate ed innovative, mettendo in pratica le buone pratiche agronomiche, che troppo spesso vengono disattese", spiega Paolo Balsari, professore presso il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (Disafa) dell'Università degli Studi di Torino, che da anni lavora sul tema della corretta applicazione dei prodotti fitosanitari.
Sono dunque quattro i pilastri su cui si basa l'applicazione sostenibile degli agrofarmaci:
- Usare attrezzature correttamente funzionanti.
- Tarare le irroratrici prima di entrare in campo.
- Usare sistemi di monitoraggio e di distribuzione innovativi.
- Seguire le buone pratiche agronomiche per l'applicazione.
"Basti pensare che riducendo del 50% gli sprechi di prodotto nella fase di applicazione si potrebbero raggiungere gli obiettivi della Farm To Fork. Questo ci deve far pensare quanto agrofarmaco, durante il trattamento, non raggiunge il bersaglio ma viene disperso nell'ambiente".
La macchina irroratrice diventa un elemento centrale per raggiungere molti degli obiettivi fissati a livello Ue e nazionale
(Fonte foto: Paolo Balsari, professore presso il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell'Università degli Studi di Torino)
Controllo funzionale e taratura delle macchine irroratrici
L'obiettivo del Governo italiano (Decreto Legislativo 150 del 14 agosto 2012) era di raggiungere una copertura del 100% delle macchine irroratrici controllate entro fine 2016, assicurando poi che tutte le attrezzature fossero sottoposte a controlli funzionali periodici. Ad oggi tali numeri sembrano essere un miraggio, con circa il 50% delle attrezzature controllate.
Ma che cosa si intende per controllo funzionale? Nei centri autorizzati viene controllato che l'attrezzatura non abbia perdite, che i manometri funzionino regolarmente, che i filtri siano puliti, come anche gli ugelli. Vengono controllati i circuiti, nonché la presenza degli elementi di sicurezza, eccetera.
Insomma, si verifica che la macchina funzioni bene e sia sicura. "Questo è importantissimo, perché usare una macchina non funzionante significa aumentare il rischio di inquinamento puntiforme e di trattare male la coltura, con ripercussioni negative sulla produzione. Circa il 50% delle macchine controllate non supera la revisione e i problemi più frequenti riguardano gli ugelli, i manometri e il circuito idraulico", spiega Balsari. "Ma altrettanto importante è la taratura".
Tarare una irroratrice significa adattare le sue caratteristiche di funzionamento alla realtà di campo. Nel caso di un vigneto, è palese che trattare una vite ad un mese dal germogliamento è diverso rispetto ad intervenire sulla stessa pianta ad agosto. Bisogna dunque modificare velocità della ventola, apertura degli ugelli e inclinazione, nonché volumi di acqua. In questo modo si effettua una difesa corretta, su misura e senza sprechi.
L'importanza della regolazione dell'irroratrice
(Fonte foto: Paolo Balsari, professore presso il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell'Università degli Studi di Torino)
L'innovazione al servizio della sostenibilità
Se già tutti gli agricoltori effettuassero periodici controlli funzionali e la taratura delle attrezzature ogni volta che entrano in campo, la difesa delle colture diventerebbe molto più sostenibile. Ma si può anche andare oltre. L'innovazione tecnologica ha permesso infatti di avere attrezzature in grado di ottimizzare l'applicazione dei mezzi tecnici.
Spray kit è ad esempio un sistema semplice ma innovativo, messo a punto da Bayer, che permette di trasformare qualunque irroratrice analogica in una attrezzatura smart. Attraverso l'inserimento di flussimetri nelle diverse sezioni di una barra o di un atomizzatore è infatti possibile monitorare istante per istante la quantità di prodotto che viene erogato. I dati raccolti vengono poi trasmessi alla piattaforma FieldView e visualizzati comodamente dall'operatore in cabina.
Bayer presenta Spray kit
"Spray kit permette di misurare quanta miscela viene effettivamente distribuita in campo istante per istante, andando ad intervenire se ci sono anomalìe, causate ad esempio da un ugello intasato o da una tubazione che perde", ci racconta Nikolas Mitroulias, Climate Activation manager di Bayer, che ci illustra il sistema di funzionamento di Spray kit, novità che ha vinto la Foglia d'Oro per l'Innovazione a Fieragricola 2024 e il premio New Technology durante Enovitis in Campo 2024.
"Oltre ad essere sicuro che alla coltura arrivi la quantità di miscela che ho pianificato, il sistema permette anche di registrare i dati, tenendone traccia su FieldView. È possibile avere quindi uno storico degli interventi, scaricare report e statistiche per fare valutazioni sulle strategie di difesa", conclude Mitroulias.
Il credito d'imposta per l'agricoltura 4.0 ha dato poi impulso all'acquisto di attrezzature innovative, come ad esempio gli atomizzatori a recupero, che permettono di "risparmiare" quantità importanti di miscela fitoiatrica. "Prendendo il caso di un vigneto, un trattamento nelle prime fasi fenologiche permette di recuperare anche il 90% di miscela, mentre nelle fasi successive ci si attesta intorno al 50-60%, anche se molto dipende dall'attrezzatura e dalle condizioni di utilizzo", spiega Paolo Balsari.
Ancora più innovative sono le macchine che riescono a percepire la presenza e la sagoma del bersaglio, modulando di conseguenza l'apertura e la portata degli ugelli. Nel caso di un oliveto con un sesto d'impianto ampio, ad esempio, gli atomizzatori tradizionali irrorano anche lo spazio vuoto tra due alberi, a meno che non intervenga manualmente l'operatore. Ci sono invece oggi delle attrezzature che sono in grado di verificare la presenza dell'albero, ma anche di valutarne la forma della chioma per tarare in tempo reale l'atomizzatore.
"In questo caso il problema non è tecnologico, ma di tipo normativo, visto che l'agricoltore è obbligato a rispettare le dosi di etichetta, che invece con applicazioni mirate vengono disattese", sottolinea Balsari.
Possibile regolazione automatica dell'irroratrice
(Fonte foto: Paolo Balsari, professore presso il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell'Università degli Studi di Torino)
Ma il progredire dell'innovazione è continuo. Ed oggi ci sono allo studio apparecchiature che grazie a sensori RGB e multispettrali sono in grado di riconoscere le piante malate, trattandole in maniera mirata, oppure la presenza di infestanti al suolo, raggiungendole con getti puntuali di erbicida.
Rispettare le buone pratiche agronomiche
Non bisogna poi dimenticare la necessità di rispettare le buone pratiche agronomiche, che benché siano alla base di un trattamento efficace e sostenibile, troppo spesso vengono dimenticate.
Riassumendo, le regole da rispettare sono:
- Trattare solo quando le condizioni ambientali lo consentono (vento al di sotto dei 5 chilometri/orari, umidità relativa sopra il 60% e temperatura tra 8 e 25°C).
- Rispettare le dosi di etichetta, al fine di garantire una difesa corretta e scongiurare il rischio che si selezionino popolazioni resistenti.
- Scegliere volumi d'acqua corretti, in grado di assicurare una bagnatura fogliare efficiente.
- Mantenere velocità di avanzamento basse, non superiori a 6 chilometri/orari, poiché la correttezza della bagnatura risente fortemente di andature troppo spedite.
- Non esagerare con la velocità della ventola negli atomizzatori. L'idea di aumentare la velocità per penetrare meglio una parete fogliare è scorretta e porta solo ad un aumento della deriva.
- Prediligere gli ugelli antideriva che, formando gocce di maggiore dimensione, diminuiscono l'effetto deriva causato dal vento.
- Utilizzare pressioni contenute, massimo 10 bar, per evitare che la miscela si nebulizzi in goccioline troppo fini, facilmente trasportabili dal vento.
- Mantenere le fasce di rispetto dai corsi d'acqua.
- Pulire in maniera corretta la macchina irroratrice, dentro e fuori, dopo ogni trattamento.
- Smaltire correttamente i residui di miscela in botte.
- Usare i Dispositivi di Protezione Individuali (Dpi) durante la manipolazione degli agrofarmaci, come descritti nella Scheda di Dati di Sicurezza.
Distanza raggiunta dalle goccioline di acqua a seconda delle dimensioni e con un vento costante di 2 chilometri/orari
(Fonte foto: Agridea)
Difesa sostenibile a portata di mano
"Trattare le colture in maniera efficace e sostenibile è oggi possibile e agli agricoltori verrà richiesto con sempre maggiore insistenza di ridurre la quantità di prodotti utilizzati e di migliorarne l'applicazione", conclude Paolo Balsari.
Utilizzare attrezzature funzionanti e ben tarate, introdurre sistemi innovativi e adottare le buone pratiche agronomiche sono i quattro pilastri per avere una difesa soddisfacente delle colture e il rispetto dell'ambiente in cui viviamo. Per questo gli agricoltori sono i primi a dire #iocitengo, l'hashtag scelto da Bayer per la rubrica AgriCampus.
AgroNotizie® è un marchio registrato da Image Line® Srl Unipersonale
Bayer AgriCampus è un'iniziativa lanciata da Bayer Crop Science Italia con l'obiettivo di promuovere l'uso consapevole degli agrofarmaci.
Image Line® è partner e su AgroNotizie® ha creato una rubrica per ospitare i contributi provenienti da Bayer e dai partner di AgriCampus.
Consigli tecnici che se seguiti si traducono in vantaggi sia per l'agricoltore che per l'ambiente e i consumatori. Perché per tutti gli attori della filiera vale l'hashtag #iocitengo
Appuntamento a luglio per la nuova puntata di Bayer AgriCampus