Ecomondo si conferma un evento internazionale di riferimento per l'Europa e il bacino del Mediterraneo per la green, blue and circular economy, organizzato da Italian Exhibition Group (Ieg). In crescita i numeri anche dell'edizione 2025, con un aumento del 7% delle presenze totali, e uno del 10% dei visitatori esteri. Oltre 1.700 espositori e più di 600 giornalisti accreditati.
La 28ª edizione dell'hub globale per la transizione ecologica ha visto presente giovedì 6 novembre il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin, che ha spiegato: "Possiamo dirci tra i primi Paesi al mondo nella capacità di riciclo. Si parla tanto di terre rare e materie prime critiche ma il più grande giacimento che abbiamo sono i nostri rifiuti… E la capacità di riciclo si manifesta pienamente proprio in questa fiera, simbolo di innovazione e sostenibilità".
Ecomondo 2025 si conferma luogo di scambio tra aziende, ricerca e professionisti del settore di tutto il mondo. Grazie all'Agenzia Ice ed al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (Maeci), sono stati ospitati oltre 800 buyer e delegazioni provenienti da 65 Paesi. Tra i mercati più rappresentati: Spagna, Turchia, Polonia, Romania, Serbia, Croazia, Bulgaria, Tunisia, Marocco ed Egitto. Coinvolte circa 90 associazioni internazionali e generati 3.800 business matching, favorendo la cooperazione e la diffusione delle migliori pratiche per la transizione ecologica.
Tre highlights da AgroNotizie®: sostenibilità e circolarità in agricoltura, come si realizza
Ad Ecomondo 2025 è stato dato spazio anche al settore agricolo, con appuntamenti dedicati alla sostenibilità ambientale in agricoltura e alla filiera del riutilizzo dei sottoprodotti agroalimentari o di fanghi dalla depurazione delle acque reflue per produrre fertilizzanti.
Materiali biodegradabili e compostabili in agricoltura: teli, tutori e ancoraggi
Secondo la Fao, l'agricoltura utilizza ogni anno 12.5 milioni di tonnellate di plastica. I film agricoli costituiscono un mercato in crescita, con una previsione di valore da 6.1 miliardi nel 2018 a 9.5 miliardi di dollari nel 2030. Circa il 25% dei rifiuti plastici agricoli proviene da teli, clip, tutori, reti e vasetti.
Per aumentare la sostenibilità del settore, con l'atto delegato 2024/2787, si definiscono i requisiti di biodegradabilità ed ecotossicità che i teli pacciamanti in Mater-Bi devono rispettare per essere classificati come ammendanti e rientrare nella categoria Pfc 3* del Regolamento Ue 2019/1009. Infatti, dal 20 novembre 2024 gli strumenti realizzati in Mater-Bi possono riportare il marchio Ce se registrati come fertilizzanti.
Tra i primi teli pacciamanti in Mater-Bi che hanno ottenuto la certificazione europea come ammendanti inorganici ci sono quelli di Novamont. Il materiale è biodegradabile in suolo e compostabile, non rilascia microplastiche persistenti, non ha effetti ecotossici e degrada anche a basse temperature.
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Novamont ha sviluppato anche clip e tutori in Mater-Bi, spesso difficili da separare dai residui vegetali. In un test condotto ad Almeria, in Spagna, nelle serre di Bayer Crop Science, l'Azienda ha valutato il compostaggio dei residui colturali con questi dispositivi, compostabili appunto insieme al materiale vegetale.
I dispositivi in Mater-Bi sono stati testati su cucurbitacee, liliacee ed erbe aromatiche. L'utilizzo dei teli pacciamanti, unitamente a tutori come spaghi e ancoraggi come le clips compostabili, ha prodotto un anticipo colturale di circa una settimana e ha ridotto in modo significativo la presenza di infestanti.

I relatori da sinistra: Michele Falce di Novamont, Alberto Forigo di Forigo Roter Italia, Felix Niedermayr di Loacker e Massimiliano Minotti di Agribologna
(Fonte: AgroNotizie®)
Recupero e riuso: fanghi, digestato e struvite
I fanghi sono il principale residuo del trattamento di depurazione delle acque reflue, in cui si concentrano gli inquinanti rimossi e la massa batterica derivata dalla depurazione biologica. Per loro natura sono rifiuti ma possono essere valorizzati come risorsa attraverso il recupero energetico o di materia.
La produzione nazionale di fanghi è di 3.22 milioni di tonnellate. Sempre più diffusa la realizzazione di fertilizzanti derivati da fanghi, anche se con forti differenze territoriali. La produzione nel Nord Italia è di circa 2 milioni di tonnellate, circa 616mila al Centro e 699mila tonnellate al Sud (fonte: Ispra). Tuttavia, ad oggi, 1.4 milioni di tonnellate di fanghi vengono ancora smaltiti come rifiuti in Italia, circa il 47% del totale prodotto dagli impianti di depurazione (fonte: Teha Group su dati Ispra, 2025).
Il limite più grandi di un loro utilizzo diffuso in agricoltura è la mancanza di una normativa nazionale chiara e condivisa. Un tema ancora caldo e dibattuto, soprattutto per quanto riguarda tracciamento, sicurezza e salubrità delle diverse tipologie di prodotti ottenuti, come i gessi di defecazione o altri tipi di compost e ammendanti derivati dalla lavorazione dei fanghi di depurazione. Il Cic (Consorzio Italiano Compostatori) ha proposto una "carta d'identità dei fanghi" come strumento per provare a superare i limiti e le controversie legate all'utilizzo dei fanghi in agricoltura, laddove mancano linee guida regolatori comuni.
In particolare, sta aumentando anche la produzione di ammendanti compostati con fanghi; in Italia se ne producono circa 551mila tonnellate l'anno.
Le nuove tecnologie di processo negli impianti di lavorazione dei fanghi e nei biodigestori permettono il recupero di nutrienti da effluenti e digestati zootecnici, come azoto e fosforo, rendendoli disponibili in aree carenti e limitandone l'eccesso in zone ad alta densità zootecnica ad esempio. In questo modo si possono creare realtà virtuose di simbiosi industriali tra aree ad elevata vocazione zootecnica e aree agricole, in un'ottica di gestione circolare dei reflui zootecnici in agricoltura, con un ritorno importante anche in termini di sostenibilità ambientale e fertilità del suolo.
In questo ambito, il progetto "GOI - Struvite" punta alla realizzazione di un impianto di recupero di struvite da digestato agrozootecnico e Forsu (Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano). Il fertilizzante ottenuto, in linea con il Regolamento 2019/1009, potrà sostituire concimi minerali e di sintesi, riducendo le emissioni di gas a effetto serra derivanti dalla loro produzione.
Inoltre, la struvite come fertilizzante è in grado di fornire alle colture macronutrienti essenziali come azoto e fosforo, che risulta essere tra le materie prime critiche per l'Unione Europea (Regolamento Ue 2024/1252), come sottolineato da Federchimica Assofertilizzanti.
Orticole e fotovoltaico, è possibile? Il caso del BioOrto ElettroAttivo
Un "BioOrto ElettroAttivo" è un sistema che combina un orto con un micro impianto fotovoltaico innovativo, detto anche agrivoltaico.
L'idea nasce da un confronto tra Giovanni Deregibus di Holdim, Roberto Roasio di Ecomotive Solutions e Fabio Roggiolani di Ecofuturo, durante una visita alla sede Holdim nel Monferrato in Piemonte.
L'iniziativa punta a creare un orto aziendale produttivo, sostenibile e autosufficiente, capace di valorizzare energia rinnovabile e risorse agricole locali, promuovendo al contempo benefici ambientali e sociali, essendo a disposizione dei dipendenti di Holdim.
Il primo BioOrto è stato realizzato nei pressi delle sedi di Ecomotive Solutions e Holdim Group a Serralunga di Crea, in provincia di Alessandria. La protezione fornita da pannelli fotovoltaici semitrasparenti ha migliorato le condizioni di crescita. L'orto - progettato secondo l'approccio della permacultura con ortaggi ad alta densità - è stato installato in casse fuori terra dotate di substrato forestale da attivare con digestato pellettizzato.
Inoltre, la fertilità del substrato viene preservata grazia alla minima lavorazione, mantenendo anche le radici delle colture a fine ciclo.
Secondo i promotori, il BioOrto ElettroAttivo produce fino al 400% in più rispetto alla coltivazione tradizionale a terra, con ortaggi che presentano livelli di polifenoli fino a 40 volte superiori.
Il BioOrto ElettroAttivo sperimentale di Holdim ha dimensioni ridotte ed è troppo recente - bisognerà aspettare il prossimo anno - per poter produrre valutazioni e analisi significative, ma sicuramente questo sistema produttivo su piccola scala può avere un grande potenziale applicativo, soprattutto in contesti urbani di microagricoltura e in termini di educazione del consumatore a pratiche agricole sostenibili.
Il progetto LIFE VitiCaSe a Ecomondo 2025 insieme ad Image Line®
All'appuntamento "I progetti europei di Confagricoltura", è stato presentato il progetto LIFE VitiCaSe da Cristiano Spadoni di Image Line®, capofila del progetto.

Cristiano Spadoni presenta il progetto LIFE VitiCaSe
(Fonte: Image Line®)
Fra i partner, l'Unione Provinciale Agricoltori di Siena ha contribuito a cogliere le esigenze del territorio e trasformarle in una proposta progettuale che è in fase di sviluppo nelle aziende pilota Castello di Albola, Tenute Ruffino Srl Società Agricola e San Felice Wine Estates. Il progetto sta evolvendo con lo studio dell'integrazione delle blockchain (grazie a Ez Lab France) e con le valutazioni approfondite relative al processo di certificazione dei crediti di carbonio, grazie a Carbon Credits Consulting. Tool digitali, white paper dedicati alle buone pratiche di viticoltura rigenerativa, poster scientifici realizzati dal partner Crea, database dedicati al carbon farming sono i primi risultati del progetto, già disponibili sul sito dedicato.
Ecomondo tornerà alla fiera di Rimini di Italian Exhibition Group dal 3 al 6 novembre 2026.






























