Il castagno (Castanea sativa) in passato rappresentava la componente più importante delle famiglie contadine. Questo perché il suo frutto, la castagna, era la base alimentare sia per le persone che per gli animali per tutto l'arco dell'anno.

 

Nel castagneto, nel bosco e nelle selve castanili tuttora continuano a convivere una moltitudine di animali selvatici e piante, in equilibrio fra loro, che compongono la biodiversità collinare e montuosa, nonostante maggior parte della popolazione non abiti più in queste zone.

 

Oggi questa specie forestale continua a essere coltivata in Europa e in Italia per la produzione di alimenti e legno, con nuovi sbocchi anche nella cosmetica e nella pasticceria. Inoltre, in Italia si contano molti marchi di denominazione, grazie alla spinta domesticazione che ha portato ad un ampio numero di varietà da frutto. La castanicoltura si colloca quindi tra tradizione e innovazione ma richiede comunque una maggiore valorizzazione, sia per garantire un reddito adeguato ai produttori, sia per tutelare la memoria storica e la biodiversità territoriale.

 

Su questi temi la filiera castanicola si è confrontata in occasione della prima edizione di Castanea Expo 2025, svoltasi dal 12 al 14 dicembre alla Fortezza da Basso a Firenze. Nell'ambito della manifestazione si è tenuto venerdì 12 dicembre il convegno "Produzione, conservazione, consumo di castagne e marroni in Italia e in Europa", organizzato dal Centro di Studio e Documentazione sul Castagno.

 

L'articolo propone una panoramica del comparto castanicolo attraverso dati e risultati di ricerca, dal campo fino alla tavola.

 

Numeri, rese e mercati del castagno in Italia

"La castagna è ben accettata dai consumatori in quanto è molto versatile ed è riconosciuta come un prodotto ad alta valenza ambientale" spiega Luciano Trentini, del Centro di Studio e Documentazione sul Castagno.

 

Questo frutto ha una valenza commerciale molto importante perché la presenza di castagneti è elevata: ci sono circa 750mila ettari a livello nazionale, e di questi, 40mila ettari sono raccolti. Il castagno poi è presente in tutte le regioni, da Nord a Sud, coprendo il 7,5% della superficie forestale complessiva. Le regioni più vocate alla coltivazione sono la Campania, il Piemonte, la Calabria, il Lazio, La Toscana e l'Emilia Romagna. Queste ultime due sono particolarmente famose per la produzione di marroni, un prodotto molto più pregiato della castagna.

 

Come scritto all'inizio dell'articolo l'Italia ha diverse Denominazioni di Origine Protetta (Dop) e Indicazioni di Origine Protetta (Igp) per un totale di 331 marchi registrati. "La castanicoltura italiana, quindi, è un settore ricco di identità e di tradizione che dobbiamo mantenere".

 

Varietà di castagno esposte a Castanea Expo

Alcune varietà esposte dal Centro di Studio e Documentazione sul Castagno durante la fiera

(Fonte: AgroNotizie®)

 

Visto che ogni areale di coltivazione ha le proprie caratteristiche pedoclimatiche le rese sono molto variabili. Comunque sia la resa media complessiva, registrata negli ultimi anni, è di circa 55mila tonnellate. Secondo Trentini quest'anno si potrebbe arrivare a 60mila tonnellate di frutti raccolti, ma i dati devono essere ancora confermati.

 

Sul totale della superficie coltivata 37mila ettari usano ancora tecniche agronomiche tradizionali, mentre i restanti 3mila ettari usano tecniche agronomiche moderne.

 

"In questo quadro il comparto inizia ad avere alcune problematiche, fra cui l'età avanzata dei castanicoltori - continua Trentini -. Si sta quindi cercando di rendere i castagneti più moderni come sta facendo, per esempio, il Piemonte con impianti all'avanguardia".

 

Molto interessante è il trend delle superfici che è tendenzialmente in aumento. Questo vuol dire che gli agricoltori professionisti o gli hobbisti tendono a recuperare i castagneti abbandonati, rendendoli di nuovo produttivi.

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Per quanto riguarda le esportazioni: "Nel 2024 si sono esportati circa 60 milioni di euro di prodotti a base di castagne in Germania, Francia, Svizzera, Austria, Stati Uniti e Canada che sono i nostri paesi target".
Mentre per le importazioni: "L'ultimo dato del 2024 è di 135 milioni di euro. Importiamo principalmente dalla Turchia (20 milioni di euro), dalla Spagna, dal Portogallo, dalla Grecia e dal Cile" conclude Trentini.

 

Castagne e crisi climatica: rischi e soluzioni

Il castagno, come tante altre piante da frutto, deve fare i conti con l'innalzamento della temperatura e il prolungamento della stagione estiva causati dalla crisi climatica. Il caldo, infatti, modifica due aspetti fondamentali: la pressione dei patogeni fungini e il periodo di consumo del frutto.

 

Le alte temperature avvantaggiano le infezioni del fungo Gnomoniopsis castaneae a cui poi si aggiungono gli attacchi di Ciboria batschiana, Penicillium spp e Colletotrichum acutanum. Tutti questi funghi patogeni sono responsabili di marciumi interni che rendono le castagne e i marroni non commercializzabili. Mentre il prolungamento della stagione estiva ha posticipato il periodo di consumo, passando da settembre a novembre. Questo perché i consumatori aspettano in genere il freddo per mangiare castagne e marroni. Lo spostamento delle vendite ha portato i castanicoltori a ritardare la raccolta dei ricci, ma in questo modo si diminuisce la qualità dei frutti.

 

Questi due aspetti, patogeni e consumo, infatti sono fortemente interconnessi fra di loro. Come spiega Massimo Zago del Centro di Sperimentazione Laimburg. "Come si fa a capire se una castagna è già infetta al momento della raccolta? Per capirlo abbiamo svolto nel 2021 una prova raccogliendo diversi campioni di castagne che a prima vista sembravano sane. Le abbiamo messe in piastre Petri in condizioni ottimali e dopo solo cinque giorni mostravano infezione da Gnomoniopsis castane e Ciboria batschiana".

 

Quali sono le conseguenze?

"I frutti freschi una volta raccolti se non vengono conservati correttamente diventeranno dopo poche settimane un prodotto completamente deperito".

 

Funghi patogeni che causano il marciume della castagna

Marciumi del frutto. Presentazione di Massimo Zago del Centro di Sperimentazione Laimburg

(Fonte: AgroNotizie®)

 

Una situazione perciò drammatica per chi coltiva castagno. Il Centro di Sperimentazione Laimburg, dopo cinque anni di sperimentazioni, ha presentato i risultati e ha sottolineato che questo fenomeno si può contenere seguendo alcune accortezze durante la raccolta, il post raccolta e la commercializzazione.

 

Si consiglia al castanicoltore di raccogliere immediatamente i ricci caduti a terra, senza aspettare troppo tempo. La raccolta ritardata infatti crea le condizioni idonee per la colonizzazione fungina del frutto, aumentando la percentuale di prodotto rovinato. Per velocizzare le operazioni si possono usare le reti antigrandine o le reti per la raccolta delle olive, da posizionare sotto gli alberi, e passare con un aspiratore apposito per prelevare i ricci, in modo che non stiano troppo tempo a contatto con l'umidità del terreno.

 

I frutti raccolti poi è bene conservarli subito in celle frigorifere: "Il migliore risultato di conservazione raggiunto è con la combinazione di bagno caldo e successivo mantenimento in frigo. Con questa combinazione abbiamo registrato il 95% di frutti sani non rovinati" specifica Zago. Il bagno caldo, cioè la sterilizzazione, non deve superare la temperatura di 50°C e la cella frigorifera deve essere calibrata su una temperatura di 1,6°C .

 

Infine deve essere tempestiva non solo la raccolta ma anche la commercializzazione con la catena del freddo che non si dovrebbe mai interrompere.

 

"La castagna è un frutto fresco che necessita di essere refrigerato ad una temperatura intorno allo zero e andrebbe cucinato il prima possibile. I rivenditori e i consumatori in genere non vengono informati di queste accortezze" conclude Zago.

 

Insomma, è vero che il cambiamento climatico incide fortemente sulla coltura e il settore deve adattarsi ad esso. Però per farlo bisognerebbe da un lato razionalizzare alcuni passaggi della raccolta e della conservazione, aggiornando i castanicoltori, e dall'altro lato informare correttamente sia gli esercizi di vendita che i consumatori per mantenere un'alta la qualità del frutto.

 

Castagne e marroni: trend di acquisto e consumi


Le castagne e i marroni si prestano a diversi momenti di consumo tramite l'industria di trasformazione (prodotto disidratato e confezionato), lo street food, l'horeca (mense, bar, ristoranti) e il consumo domestico.

 

Nello specifico per il consumo domestico Daria Lodi, di Cso Italy, dice: "Considerando il periodo dal 2016 al 2024 c'è stato un picco nel 2020-2021, causato dalla pandemia, che ha portato gli acquirenti a consumare qualsiasi prodotto ortofrutticolo". Nel 2024 i volumi sono arrivati a circa 15mila tonnellate riuscendo a raggiungere i volumi del 2020-2021. C'è stato poi un incremento del +31% rispetto al 2023, complice anche l'abbassamento del prezzo medio (-6%) che è passato da 5,80 euro di acquisto (2023) a 5,44 euro (2024).

 

La disponibilità di castagne e marroni è concentrata solo in tre mesi. In particolare, Daria Lodi sottolinea che gli acquisti hanno un picco nel mese di novembre (+43%) rispetto al mese di ottobre. Questo dato conferma lo slittamento del periodo di consumo.

 

"Le famiglie aspettano il freddo per mangiare castagne e marroni. Questo poi si collega alla modalità di conservazione per far sì che la qualità rimanga costante al momento del consumo" continua Lodi.

 

I consumi sono distribuiti omogeneamente su tutto il Paese. I volumi sono leggermente più contenuti nelle zone a nordest e nordovest rispetto alle isole e alle zone a sud. Nel Nord Italia, comunque sia, negli ultimi anni si è registrato un picco in volumi di consumo e questo potrebbe essere un buon segnale per iniziare a investire di più in tali aree.

 

Sull'età dei consumatori target Lodi spiega: "La fascia più giovane, ovvero con meno di 34 anni, non è il target principale di questo settore in quanto rappresentano l'8%. Mentre, gli over 65 rappresentano il 45% dei volumi totali di castagne e marroni acquistati nell'ultimo anno, con un +50% rispetto al 2023".

 

Che andamento hanno invece i marchi di tutela?
"In termini di volume nel corso dell'ultimo anno in esame (2024) l'11% delle quantità acquistate è stata di merce a marchio Dop e Igp, con un aumento del +2% rispetto all'anno precedente. Questa tipologia ha un volume di acquisto più basso, rispetto ai prodotti convenzionali senza marchio, ma soffre meno le annate di contrazione. Questo vuol dire che l'acquirente rimane fedele al prodotto".

 

Castagne e marroni Dop e Igp acquistati nel 2024

Acquisti in volume di Dop e Igp. Presentazione di Daria Lodi di Cso Italy

(Fonte: AgroNotizie®)

 

Per concludere, la produzione 2025 è buona, per non dire ottima, e il consumo segue questo andamento: "Solo nel mese di ottobre si ha +25% di acquisti rispetto all'anno precedente che comunque sia registrava un trend in crescita".

 

Castanea Expo 2025: il settore guarda al futuro

I tre giorni della fiera hanno offerto un'ampia panoramica di tutti i produttori nazionali e internazionali. Difatti si è articolata tra ampi spazi espositivi, mostre, convegni, workshop, laboratori formativi, degustazioni e cooking show, mettendo in scena una filiera strategica per molte aree montane ed interne italiane, oggi al centro di una nuova attenzione, anche in chiave di sostenibilità, biodiversità e rigenerazione dei territori.

 

"Abbiamo creduto fortemente in questa nuova fiera e i risultati ci confermano che era il momento giusto per dare voce ad un comparto ricco di storia, competenze e potenzialità" dice Lorenzo Becattini, presidente di Firenze Fiera.

 

"Siamo molto soddisfatti di questa prima edizione. Firenze è la città ideale per eventi di questo genere anche per la sua collocazione geografica al centro d'Italia e direi anche facilmente accessibile dall'Est e dall'Ovest d'Europa" aggiunge Bertrand Guerin, presidente di Eurocastanea.

 

"Il successo di questa prima edizione ci spinge a guardare avanti con fiducia proseguendo sulla strada della valorizzazione della castanicoltura come patrimonio identitario e risorsa strategica per lo sviluppo dei territori" conclude Becattini.

 

Inaugurazione e taglio del nastro di Castanea Expo a Firenze

Inaugurazione e taglio del nastro di Castanea Expo a Firenze

(Fonte: AgroNotizie®)