Le cover crop, o colture di copertura, sono specie seminate non per essere raccolte, ma per svolgere funzioni agronomiche e ambientali a beneficio della coltura da reddito e del suolo. Nella pianura lombarda, in particolare, si inseriscono di solito tra la raccolta di una coltura estiva (come il mais o la soia) e la semina di quella successiva.

 

Il loro ruolo è ormai ben riconosciuto: assorbono l'azoto minerale presente nel terreno riducendo la lisciviazione dei nitrati, limitano l'erosione, migliorano la struttura e la lavorabilità del suolo, arricchiscono di sostanza organica il profilo superficiale e aiutano a contenere le infestanti in autunno e a fine inverno. Se si utilizzano specie leguminose, possono anche fissare azoto atmosferico, contribuendo alla fertilità del sistema colturale.

 

Tutto questo si traduce in benefici concreti per l'azienda, ma nella pratica l'agricoltore deve fare i conti con una serie di variabili che rendono la scelta della specie da seminare tutt'altro che banale. Innanzitutto entrano in gioco il clima e il suolo, bisogna poi valutare le finestre disponibili per la semina, la precessione e successione colturale, la presenza di residui al suolo, ma anche la sua dotazione di azoto e sostanza organica. Senza dimenticare il costo della semente e gli obiettivi specifici dell'azienda.

 

"Dopo anni di prove in campo la nostra conoscenza delle cover crop era ampia, ma ci siamo resi conto che scrivere un libro o un articolo non sarebbe bastato a mettere gli agricoltori nelle condizioni di fare le migliori scelte possibili", ci racconta Luca Bechini, professore del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell'Università degli Studi di Milano. "Serviva invece uno strumento che, partendo dalla situazione reale dell'azienda, potesse suggerire soluzioni concrete, con numeri alla mano. Così è nato Succo".

 

Un Dss per aiutare l'agricoltore nella scelta della cover crop

Succo è un Sistema di Supporto alle Decisioni (Dss) dedicato alla scelta delle cover crop autunno vernine nelle aree di pianura della Lombardia (ma può essere usato anche in altre regioni). Il progetto è stato sviluppato da un Gruppo Operativo finanziato dal Programma di Sviluppo Rurale della Regione Lombardia, coinvolgendo ricercatori, tecnici e soggetti del territorio. Partner del progetto sono stati l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, Condifesa Lombardia Nord Est, nonché due aziende agricole: Agricola Motti e Azienda Agricola Fiorini Giuseppe.

 

"Abbiamo deciso di costruire un sistema consultabile online, che potesse essere interrogato dall'utente e dare risposte personalizzate sulla base delle condizioni pedoclimatiche e colturali dell'azienda agricola", spiega Bechini. "Dentro questo sistema ci sono i dati raccolti in anni di lavoro e quelli estrapolati da una ricerca approfondita sulla bibliografia scientifica".

 

Il risultato è uno strumento gratuito, accessibile via browser da computer, tablet o smartphone, che traduce questo enorme patrimonio di dati in indicazioni pratiche su quali specie seminare, quando farlo e con quali benefici attesi, in una specifica combinazione di suolo, clima e rotazione.

 

Migliaia di combinazioni dietro a un click

Dal punto di vista tecnico, Succo è alimentato da uno strumento di calcolo che simula gli effetti agronomici e ambientali delle cover crop in funzione delle condizioni pedoclimatiche e delle pratiche agronomiche. Per ciascuna combinazione possibile, valuta la crescita della biomassa, l'assorbimento di azoto dal terreno e, per le leguminose, la fissazione di azoto atmosferico.

 

Inizialmente è necessario geolocalizzare il campo

Inizialmente è necessario geolocalizzare il campo

(Fonte foto: Tratta dal sito di Succo)

 

Su questa struttura sono state costruite migliaia di "righe" di un database che incrociano:

  • quindici specie di cover crop;
  • cinquantadue tipologie di suolo, raggruppate in dodici aree climatiche della pianura lombarda;
  • otto possibili epoche di semina della cover crop;
  • tre livelli di applicazione di effluente zootecnico in presemina (nessuno, 85 chilogrammi N/ha, 170 chilogrammi N/ha);
  • due livelli di qualità del letto di semina (discreta o ottima);
  • due modalità di gestione dei residui della coltura precedente (asportati o restituiti al suolo);
  • otto possibili epoche di semina della coltura da reddito successiva.

 

Lo strumento è pensato per fornire indicazioni strategiche e non è influenzato dall'andamento meteo stagionale, tuttavia è calibrato sul clima di un anno medio. Quindi è adatto a pianificare nel medio periodo la semina, piuttosto che a decidere che cosa fare di giorno in giorno.

 

Come funziona il Dss per l'utente

Dal punto di vista dell'utente, l'utilizzo di Succo si articola in pochi passaggi, tutti guidati. La prima volta è necessario registrarsi, inserendo un indirizzo email e scegliendo una password. Questo permette di salvare le sessioni di lavoro e di recuperarle in seguito, magari per confrontare soluzioni diverse nella stessa azienda o su appezzamenti differenti.

 

Una volta autenticato, l'agricoltore o il tecnico può creare una nuova sessione. Per prima cosa viene chiesto di localizzare l'appezzamento su una mappa della pianura lombarda. "La cosa importante è che l'utente selezioni dove si trova, perché questo consente al sistema di identificare in quale area climatica ricade il suo campo e di proporre, all'interno di quell'area, alcune tipologie di suolo possibili", spiega Luca Bechini.

 

Il sistema chiede informazioni sulla coltura precedente, la gestione della cover crop e la coltura in successione

Il sistema chiede informazioni sulla coltura precedente, la gestione della cover crop e la coltura in successione

(Fonte foto: Tratta dal sito di Succo)

 

Per ogni area sono infatti disponibili da tre a cinque profili pedologici, descritti attraverso tessitura, contenuto in sostanza organica e presenza di scheletro. Non si tratta di una carta pedologica di dettaglio: è l'utente che deve scegliere la tipologia più simile alla propria situazione.

 

Scelto clima e suolo, si passa alla rotazione. Succo chiede di specificare la coltura da reddito precedente, con data di raccolta e gestione dei residui (ad esempio, un mais trinciato con residui esportati). Si passa poi alla qualità del letto di semina, la data a partire dalla quale si è disponibili a seminare e l'eventuale distribuzione di effluente zootecnico in presemina. Per aiutare l'utente, il sistema mette a disposizione anche una tabella di conversione che traduce i chilogrammi di azoto per ettaro in metri cubi o tonnellate di effluente. Viene poi chiesta la coltura da reddito successiva, con particolare attenzione alla data di semina, che influenza la durata di permanenza in campo della cover crop e quindi le sue performance.

 

Inseriti questi dati, il software lavora sul database e restituisce una lista di soluzioni ritenute migliori per quel contesto: diverse specie di cover crop, ognuna abbinata a una decade di semina consigliata, ordinate in base a un punteggio complessivo espresso in decimi.

 

Cliccando su ciascuna soluzione è possibile vedere come si compone il punteggio: rilascio di azoto per la coltura successiva, effetto sull'aumento di sostanza organica, controllo delle malerbe in autunno e a fine inverno, riduzione della lisciviazione dei nitrati, miglioramento delle proprietà fisiche del suolo, costo della semente (stime raccolte presso le ditte sementiere) e indicazione della probabilità che la coltura venga terminata dal gelo in quelle condizioni di semina.

 

Infine Succo propone una classifica delle migliori cover crop seminabili nello specifico appezzamento

Infine Succo propone una classifica delle migliori cover crop seminabili nello specifico appezzamento

(Fonte foto: Tratta dal sito di Succo)

 

Personalizzare gli obiettivi: quando il Dss si adatta all'azienda

Uno degli elementi più interessanti di Succo è la possibilità di pesare diversamente questi criteri, per rispecchiare le priorità dell'azienda. Il sistema assegna inizialmente dei pesi "di default", dedotti automaticamente dal contesto: per esempio, se l'utente ha dichiarato di distribuire effluente zootecnico, Succo interpreta che si tratti di un'azienda zootecnica e tende a dare maggiore importanza alla riduzione della lisciviazione dei nitrati.

 

Ma l'utente può intervenire e cambiare l'ordine degli obiettivi, oppure, in modalità avanzata, assegnare delle percentuali precise. "Se all'agricoltore non interessa ridurre più di tanto la lisciviazione e vuole mettere al primo posto il costo della semente, può farlo", racconta Bechini.

 

È un modo anche per rendere trasparente il processo decisionale: l'agricoltore può sperimentare virtualmente scenari diversi, capire quanto sta "sacrificando" in termini di servizio ecosistemico per risparmiare sulla semente, o viceversa quanto costa privilegiare la massima riduzione dei nitrati o il controllo delle infestanti.

 

Tra le funzioni operative c'è anche la possibilità di salvare le soluzioni preferite, contrassegnandole con un'icona, e di esportare un file pdf che riassume il lavoro svolto. Il documento contiene i dati dell'azienda e dell'appezzamento, le scelte di rotazione, i pesi assegnati agli obiettivi, i punteggi delle prime soluzioni in classifica e una scheda botanica e agronomica delle cover crop suggerite.

 

"In pratica il sistema propone una scheda che riassume i dati di input e le soluzioni migliori, con una descrizione sintetica della cover crop. È un supporto utile sia per l'agricoltore sia per il tecnico che lo assiste", conclude Luca Bechini. "Alla fine quello che conta è aiutare gli agricoltori a scegliere la cover crop giusta per il loro campo, in quel preciso contesto, rendendo le motivazioni di questa scelta il più possibile trasparenti".

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