La tre giorni si snoda tra numerosi stands allestiti nel cuore della città, nei pressi del Castello. La possibilità di un rilancio della mandorla barese è legato alla possibilità del suo largo impiego, dai preparati alimentari alla cosmesi. Troppo spesso, però, la mandorla proviene dall'estero. Da qui l'iniziativa dell'associazione culturale “Il Sud-Est nel Cuore” di promuovere il recupero di colture e tradizioni locali, bio e a filiera corta.
A Conversano e nel Sud Est Barese - secondo i dati del ministero per le Politiche agricole – sono 800 gli ettari investiti a mandorleto; ben 90 ettari si trovano nella sola zona di Toritto, dove ha il suo areale d’elezione la cultivar “Filippo Cea" coltivata prevalentemente con metodo biologico.
Nel Sud Est Barese, invece, è largamente impiegata la mandorla Genco, che, secondo la tradizione locale, fu ottenuta proprio da un cittadino di Conversano. “Questa produzione – segnalano gli organizzatori di "Mandorle e sapori a corte" - si sta imponendo anche all'attenzione dei circuiti dei gruppi d'acquisto per la produzione e commercializzazione di prodotti tipici, salutistici e bio a base di mandorle”.
Ed è presto spiegato il perché: “La mandorla del Sud Est Barese ha un livello qualitativo elevato, in particolare – sostengono gli organizzatori - perché è altamente proteica, ricca di calcio e di acidi grassi essenziali utili a combattere le malattie cardiovascolari e a mantenere una pelle giovane ed elastica”.
Dalle mandorle, come è noto, si possono ricavare paste, dolci e il latte di mandorla, una bevanda rinfrescante, dalle proprietà dissetanti, depurative e antinfiammatorie, ricca di antiossidanti, fibre e minerali. Dalle mandorle si ricava anche un prezioso olio limpido, che si usa come emolliente per le pelli secche e sensibili e che trova impiego nella formulazione di creme e preparati, perchè facilmente assorbibile e ricco di vitamina E.
“Le nostre mandorle vengono largamente impiegate dai presìdi Slow Food con un disciplinare per i mandorlicoltori utile a ricostruire una filiera in cui le mandorle sono prodotte, essiccate, sgusciate, spellate e vendute direttamente dai produttori – spiegano gli organizzatori della kermesse.
Si tratta di un primo passo per contrastare la massiccia importazione di mandorle, largamente acquistate in Cina e Spagna. Ma la mandorlicoltura pugliese ha un grande alleato, i pasticcieri pugliesi: “Negli ultimi anni, grazie a una maggiore attenzione verso la filiera corta e la produzione biologica – ricordano gli organizzatori - si sta riscoprendo una tradizione produttiva importante, soprattutto in Puglia, dove la pasticceria a base di mandorle è conosciuta da secoli”.
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Autore: Mimmo Pelagalli