E' nuova allerta nei frutteti cuneesi in seguito alla ricomparsa del batterio Psa (Pseudomonas syringae pv. Actinidiae) che la scorsa estate ha danneggiato diverse piantagioni di kiwi, di cui la Granda è tra i primissimi produttori italiani e non solo. A dare la notizia è la Confagricoltura provinciale, che in questi mesi invernali sta continuando a monitorare con i propri tecnici l’evolversi dei casi riscontrati e l’insorgere di nuove possibili manifestazioni.
“Con le temperature miti delle ultime settimane abbiamo scoperto diversi casi di piante potenzialmente infette dalla malattia - commenta il tecnico dell’associazione agricola, Maurizio Ribotta -, specie nella zona di Verzuolo, Lagnasco e Revello, ma più in generale in tutto il Saluzzese. Al momento siamo in attesa degli esiti delle ultime analisi”.
A destare particolare attenzione è proprio la possibilità che la malattia sia insorta su piante che non erano state attaccate i mesi scorsi, sintomo di una probabile latenza del batterio che in condizioni favorevoli può arrivare a manifestarsi e ad avere conseguenze anche di una certa violenza.
Il Creso, che in collaborazione con il Servizio fitosanitario della Regione Piemonte e l’Università (Agroinnova) sta analizzando il problema, ha sottolineato “la potatura (sia estiva sia invernale) negli impianti infetti rappresenta il mezzo di trasmissione potenzialmente più pericoloso in grado di diffondere la patologia a macchia d’olio”.
Per questo motivo, negli actinidieti colpiti occorre seguire alcune semplici ma importanti precauzioni: gli impianti o le piante infette vanno potati per ultimi al fine di evitare ulteriori contagi; è consigliabile, se le condizioni ambientali lo consentono, prima di iniziare le operazioni di taglio ridurre la carica batterica presente nell’appezzamento utilizzando prodotti ad azione disinfettante; durante la potatura è necessario procedere alla disinfezione delle forbici ogni 10/15 tagli ed è inoltre consigliabile utilizzare 2 forbici per persona in modo che con una si operi e l’altra rimanga immersa nella soluzione disinfettante per la sterilizzazione.
Terminate le operazioni di taglio, infine, occorre bruciare il materiale infetto, rispettando le norme vigenti in materia, e intervenire poi con rameici entro le 24 – 36 ore dalla potatura.
“Ciò che possiamo consigliare agli agricoltori è di avvisare noi tecnici o il Servizio fitosanitario regionale non appena notano anomalie (essudazioni bianco-rossastre) sui tronchi e sulle gemme - conclude Ribotta -; come associazione, infine, stiamo lavorando di concerto con la Regione Piemonte affinché si arrivi presto alla definizione di una certificazione di tracciabilità dei prodotti che provengono dai vivai”. Importante ribadire che la difesa chimica può soltanto contenere lo sviluppo della malattia, ma non è risolutiva. Ecco perché le azioni di prevenzione diventano, dunque, fondamentali per il contenimento del fenomeno".
Gli sportelli di Confagricoltura Cuneo sono a disposizione per fornire tutte le delucidazioni sull’argomento, nell’ambito del progetto di informazione per il settore agricolo attivato sulla misura 111 del Psr 2007/2013.