Lunedì 13 luglio alle 14,30 il Creso fa il punto sulla sperimentazione dell’albicocco in un incontro divulgativo presso il Centro ricerche per la frutticoltura di Manta.
Non è un’annata facile per il mercato europeo: la crisi economica picchia duro sui consumi della frutta estiva e i prezzi ne risentono. Un segnale positivo per il Piemonte viene dalla crescente differenziazione dei prezzi in funzione della qualità: sapore, succosità, aspetto attraente fanno la differenza. La collina piemontese, dal Monferrato al Roero, e l’area pedemontana (Costigliole Saluzzo, Piasco, Busca, Verzuolo, Manta, ecc.) hanno puntato su un assetto varietale di alto profilo, tale da mantenere competitiva la coltura rispetto ad aree che hanno rincorso la produttività a buon mercato.

L’albicocchicoltura piemontese compete da sempre con le aree meridionali, maggiormente vocate sotto il profilo della costanza produttiva e delle caratteristiche qualitative indotte dalle favorevoli condizioni pedo-climatiche. Questo handicap territoriale ha orientato la sperimentazione varietale al superamento di una stretta griglia di adattabilità ambientale. Si è puntato con successo sulla coltivazione di cultivar di gran qualità gustativa e colorazione intensa, luminosa, tipica degli ambienti pedemontani, delineando un paniere varietale tra i più innovativi a livello internazionale.
 
La valorizzazione dell’albicocca locale segue diversi indirizzi: si punta su stagionalità e freschezza per il Km Ø; su qualità tecnologica (persistenza della qualità, polpa consistente, lenta evoluzione della maturazione) per forniture alla grande distribuzione e a prestigiosi mercati esteri.
  
A Manta si farà il punto sull’innovazione varietale, illustrando i risultati del Progetto MipaafRegione Piemonte “Liste di orientamento varietale dei fruttiferi”, coordinato dal Cra – Centro ricerche per la frutticoltura di Roma e dal DCDSL dell’Università di Pisa.
Dopo un esame dell’andamento climatico a cura di Cristiano Carli, che si soffermerà sulla sensibilità varietale al gelo e al cracking da precipitazioni, Lorenzo Berra esporrà i risultati 2009 e le liste di programmazione dei nuovi impianti. Un tema delicato è la sensibilità alla batteriosi che nell’inverno scorso ha colpito molti giovani impianti. La difesa prende in considerazione molte componenti, dalla sensibilità varietale (si farà il punto su quelle rivelatesi tolleranti), alla scelta del portinnesto, fino alla tecnica colturale che prevede un’altezza di innesto di 80-100 cm per sfuggire alle microlesioni della corteccia che si verifica nello strato più freddo vicino al suolo. Insomma, un incontro atteso su temi di stretta attualità.
 
L’incontro è svolto con la collaborazione dei Soci del Creso: Regione Piemonte, Province di Cuneo, Alessandria, Asti e Torino, Cciaa di Cuneo, le Organizzazioni di Prodotto Piemonte Asprofrut, Lagnasco Group e Ortofruit Italia, le organizzazioni professionali Coldiretti Cuneo, Confagricoltura e Cia, il Cadir Lab di Alessandria.