"Le donne fanno la differenza e riescono ad essere un motore di cambiamento perché ci mettono competenze, ci mettono coraggio, ci mettono visione e ci mettono sempre tanto cuore". Con questa frase Eleonora Chioda, giornalista esperta di innovazione, ha aperto il convegno Women4AgroInnovation, organizzato da Image Line® (al cui network fa parte anche AgroNotizie®) in collaborazione con l'Associazione Nazionale Le Donne dell'Ortofrutta lo scorso 7 maggio in occasione di Macfrut 2025 alla Fiera di Rimini.

 

Innovazione, sostenibilità e ruolo centrale delle donne nel settore agricolo, appunto, sono stati i temi principali affrontati nel corso del partecipato convegno. Sì, perché sulla base dei dati del 7° Censimento Generale dell'Agricoltura dell'Istat, elaborati dal Gruppo Parità di Genere costituito dal Crea nell'ambito delle attività della Rete Rurale Nazionale 2023-2024, le donne conducono circa un terzo delle aziende agricole totali (pari al 31,5% del totale), le lavoratrici dipendenti sono circa 470mila, pari al 32% del totale della manodopera. E poi ci sono tutte quelle donne impegnate nel supporto tecnico e scientifico al mondo agricolo, nella trasformazione e somministrazione dei prodotti alimentari.

 

Consultando l'infografica di seguito che abbiamo realizzato è possibile vedere il numero totale di chi conduce un'azienda agricola (grafico a sinistra) e nello specifico (grafico a destra) il numero di donne che conducono un'azienda agricola per ogni regione d'Italia.

 

In questa pagina è possibile consultare le altre infografiche che abbiamo realizzato sul tema

(Fonte infografica: AgroNotizie®)

 

Donne che promuovono lo sviluppo e la tutela dei territori rurali, contribuendo alla sicurezza alimentare e assicurando di conseguenza prodotti di qualità, rispettosi dell'ambiente e in grado di valorizzare il forte legame con il territorio e con le tradizioni culturali rurali. Attente alla biodiversità, all'inclusione e ben organizzate, dimostrano inoltre una maggiore propensione verso pratiche agricole più sostenibili e innovative e un più spiccato orientamento verso la multifunzionalità.

 

C'è da dire anche, come ricordato da Maria Carola Gullino, presidente dell'Associazione Nazionale Le Donne dell'Ortofrutta, che la superficie coltivata dalla donne è inferiore a quella coltivata dagli uomini, ma questo è sinonimo del fatto che le aziende agricole femminili sono più presenti nelle zone rurali, dove è più difficile lo sviluppo, aspetto che tra l'altro mette in evidenza la resilienza delle donne e anche la loro maggior capacità di affrontare le difficoltà.

 

Cosa succede però? Così sembrerebbe che le donne siano meno innovative, ma in realtà è proprio il contrario. "Lavorando in zone poco sviluppate - ha spiegato Maria Carola Gullino - la grande innovazione è proprio quella di riuscire a far nascere delle realtà produttive che, altrimenti, non sarebbero presenti". "I problemi si vedono, ci sono, però forse - ha continuato - riusciamo ad affrontarli con uno spirito diverso, più combattivo che sicuramente per il settore è indispensabile".

 

Maria Carola Gullino ha poi ricordato l'obiettivo principale dell'Associazione nata nel 2017, ovvero quello di "valorizzare il ruolo delle donne nel settore, lavorare per la parità di genere e promuovere l'innovazione grazie, in primis, alla formazione".

 

A seguire Simona Palermo, responsabile della Business Unit Progetti Speciali e CSR di Image Line®. Il focus di Simona Palermo è stato su CAP4AgroInnovation - Agrifood Edition, il progetto cofinanziato dall'Unione Europea che vede Image Line® come capofila e che vuole informare i cittadini sulla Politica Agricola Comune. "CAP4AgroInnovation - ha affermato Simona Palermo - rappresenta la testimonianza concreta dell'impegno di Image Line® a favore di un'agricoltura digitale, sostenibile e inclusiva. Con eventi come Women4AgroInnovation vogliamo mettere in luce il ruolo essenziale delle donne per il futuro del settore agricolo europeo, favorendo un dialogo diretto e stimolante tra esperti e operatori del comparto".

 

Sulle politiche europee e sulla nuova visione europea dell'agricoltura si è invece concentrata Simona Caselli, capo degli Affari Europei di Legacoop Agroalimentare. I temi toccati sono stati numerosi, tra i principali, le Tecnologie di Evoluzione Assistita (Tea), l'Ocm, i giovani e l'acqua, la nostra risorsa più preziosa.

 

L'innovazione corre in agricoltura (e nello spazio)

L'incontro ha poi visto due momenti di approfondimento: una prima sessione dal titolo "Inspiring Agroinnovation Talks" e una seconda sessione dal titolo "Panel: Learn, Practice, Share".

 

"L'agricoltura è un settore antichissimo, però è anche il settore maggiormente in grado di produrre innovazione", così ha esordito Stefania De Pascale, professoressa di Orticoltura e Floricoltura presso il Dipartimento di Agraria dell'Università degli Studi di Napoli Federico II e componente del Consiglio Direttivo dell'Accademia dei Georgofili, nel corso del suo intervento dedicato all'agricoltura spaziale nella prima sessione.

 

Oggi il settore agricolo trova nello Spazio una nuova incredibile frontiera di innovazione, ma davvero pianteremo patate su Marte?

 

La Stazione Spaziale Internazionale (Iss) è un grande laboratorio che galleggia nello Spazio e che si muove attorno alla Terra ad un'altezza di 400 chilometri, "la Terra è vicina e i rifornimenti arrivano regolarmente sulla Iss dalla Terra. Sulla Iss - spiega la professoressa - ci sono in realtà dei sistemi di rigenerazione fisico-chimici che funzionano anche con una buona efficienza, per esempio per la rigenerazione dell'acqua, ma hanno bisogno di pezzi di ricambio, di manutenzione e il cibo è interamente rifornito dalla Terra".

 

"Marte dista dalla Terra tra 55 e 400 milioni di chilometri, la differenza dipende dal fatto che entrambi i pianeti orbitano intorno al Sole, quindi quando sono dallo stesso lato la distanza è minima, altrimenti la distanza è massima. Ma anche se il viaggio lo facciamo quando la distanza è minima, una missione su Marte richiede tanto rifornimento", continua Stefania De Pascale.

 

Come fare allora? Ecco che entra in gioco l'agricoltura spaziale, che in estrema sintesi si può definire "la pratica di coltivare piante in ambienti extraterrestri per sostenere la vita dell'uomo". Piante che appunto svolgono un ruolo fondamentale per la vita, "sono alla base dell'ecosistema terrestre ed è stato anche dimostrato che la loro presenza svolge un ruolo positivo sul benessere psicofisico dell'equipaggio sottoposto a confinamento, isolamento".

Sulla Stazione Spaziale Internazionale si coltivano già le piante in piccoli apparati di crescita, "si coltivano cereali, pomodori, ortaggi da radice come il ravanello, con la sfida di irrigare in microgravità". Nel 2015 per la prima volta ufficialmente gli astronauti a bordo hanno mangiato insalata prodotta a chilometro zero sulla Iss, segnando un punto molto importante: le piante possono crescere nello spazio.

 

La ricerca dunque va avanti e l'obiettivo è quello innanzitutto di aumentare lo spazio a disposizione delle piante per poter integrare in modo più efficiente la dieta degli astronauti a bordo di piattaforme orbitanti come oggi la Iss. "Chiaramente quando ci allontaneremo, per esempio in transito verso Marte, avremo bisogno di cibo più sostanzioso", ed è per questo che si sta lavorando a un progetto per la produzione di patata in microgravità. Una sfida non banale.

 

Di piante, e nello specifico di salute delle piante, ha parlato Maria Lodovica Gullino, ordinaria di Patologia Vegetale, responsabile scientifica del Festival dell'Agricoltura Coltivato, presidente dell'Associazione weTree ed ex presidentessa dell'International Society for Plant Pathology. "È estremamente importante - ha subito affermato - che le piante siano sane, perché se le piante sono sane riusciamo a produrre cibo sano".

 

Oggi sono tante le sfide che ci troviamo davanti: aumento della domanda di cibo, superfici coltivabili che diminuiscono a causa della cementificazione e del cambiamento climatico, che influenza le piante che si spostano verso Nord e di conseguenza si spostano anche i parassiti. Dunque, è indispensabile difendere le colture dai parassiti perché in assenza di interventi di difesa le produzioni dimezzerebbero rispetto ai valori attuali; nonostante gli interventi di difesa, però, un terzo della produzione è perso a causa dell'attacco di parassiti animali e vegetali e le perdite di produzione causate dai parassiti sono maggiori nei Paesi in via di sviluppo.

 

L'intervento di Maria Lodovica Gullino, ordinaria di Patologia Vegetale, responsabile scientifica del Fesival dell'Agricoltura Coltivato, presidente dell'Associazione weTree ed ex presidentessa dell'International Society for Plant Pathology, nel corso del convegno a Macfrut 2025

L'intervento di Maria Lodovica Gullino, ordinaria di Patologia Vegetale, responsabile scientifica del Fesival dell'Agricoltura Coltivato, presidente dell'Associazione weTree ed ex presidentessa dell'International Society for Plant Pathology, nel corso del convegno a Macfrut 2025

(Fonte foto: Giulia Romualdi - AgroNotizie®)

 

Fondamentali sono quindi i nuovi approcci nella difesa delle colture, come per esempio:

  • riduzione nell'uso di agrofarmaci;
  • disponibilità di agrofarmaci più sicuri;
  • miglioramento genetico;
  • mezzi biologici e fisici di lotta;
  • resistenza indotta;
  • difesa integrata;
  • difesa sostenibile;
  • nuove tecniche colturali, come le colture fuorisuolo;
  • agricoltura digitale e intelligenza artificiale.

 

Infine, Francesca Valenti, Ph.D., Eng., professoressa di Meccanica Agraria del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari - Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, ha parlato degli scenari futuri dell'agritech e delle agroenergie.

 

Nello specifico Francesca Valenti ha illustrato le innovazioni agritech e agroenergetiche più promettenti per l'ortofrutta: dall'agricoltura di precisione alla valorizzazione degli scarti, passando per le tecnologie digitali e i modelli GIS. L'obiettivo è rendere le filiere più sostenibili, circolari e resilienti, migliorando produttività, riducendo sprechi e impatti ambientali. Un esempio è l'uso dei digestori anaerobici per trasformare scarti vegetali e reflui zootecnici in biogas e fertilizzanti, con benefici ambientali ed economici.

 

Agricoltura: strategie e casi di successo

Il secondo momento di approfondimento ha visto una tavola rotonda che ha coinvolto personalità del mondo agroalimentare: Anna Giacovelli, Business Development manager di Giacovelli Srl, Giorgia Morara, Coordinamento Qualità del Gruppo Agribologna e Raffaella Quadretti, giornalista, direttrice di MyFruit e Project leader di Fruit Gourmet.

 

Un momento per condividere strategie operative e casi di successo nell'ambito di pratiche agricole innovative e sostenibili, ma anche un momento per riflettere su una delle principali sfide che oggi il settore agricolo si trova davanti: il ricambio generazionale.

 

"Futura terra" il podcast che racconta l'agricoltura di oggi e quella di domani

Women4AgroInnovation è stato anche l'occasione per rilanciare "Futura terra", il podcast realizzato da Image Line® in collaborazione con Chora Media che esplora come le tecnologie avanzate - dall'intelligenza artificiale ai satelliti - possano dialogare con la conoscenza agricola tradizionale per affrontare le sfide globali della sostenibilità.

 

Tutti gli episodi sono disponibili su Spotify e sulle principali piattaforme di streaming.

 

AgroNotizie® è un marchio registrato da Image Line® Srl Unipersonale


Il logo del progetto CAP4AgroInnovation - Agrifood Edition

 

CAP4AgroInnovation - Agrifood Edition è il nuovo progetto di Image Line®, cofinanziato dall'Unione Europea, al fine di informare i cittadini sulla Politica Agricola Comune.

Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito

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