La nuova annata olivicolo olearia vede una preoccupante caduta del prezzo dell'olio extravergine di oliva di produzione nazionale, al punto che le organizzazioni agricole - Coldiretti, Confagricoltura e FedagriPesca - hanno chiesto l'intervento del Governo.

 

Alla Borsa Merci di Bari, solo il 9 ottobre 2025, il prezzo dell'olio di oliva extravergine di alta qualità, con un titolo di acido oleico inferiore a 0,40%, era di 9,30 euro al chilogrammo sui minimi e 9,50 euro sui massimi. Nel mese di ottobre è iniziata la campagna di raccolta delle olive e la molitura un po' in tutta l'Italia meridionale, per via delle alte temperature di settembre che hanno spinto le drupe verso la fase dell'invaiatura prima del previsto. Ma nel giro di poche settimane, pur in presenza di una produzione nazionale di ottima qualità, abbondante ma non certo da primati, i prezzi dell'Evo di alta qualità sono scesi a Bari l'11 novembre scorso a 7,40 euro al chilo sui minimi e gli 8,40 euro sui massimi, un crollo sul prezzo medio da 1,5 euro al chilogrammo (-15,96%). Tali valori sono stati confermati nelle successive sedute del 18 e del 25 novembre.

 

Dietro questo improvviso crollo pare vi sia un incremento delle importazioni comunitarie ed extracomunitarie di olio Evo a basso costo, circostanza che in parte si rileva anche dall'analisi dei flussi commerciali, delle giacenze e dei prezzi dell'olio Evo di importazione.

 

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La visita di La Pietra in Puglia

Il sottosegretario Patrizio La Pietra, in visita in Puglia lo scorso 17 novembre, a sei giorni dal crollo del prezzo, ha promesso una Cabina di Regia interforze per i controlli nei porti pugliesi, ma anche nelle aziende importatrici per tracciare provenienza e destinazione finale dell'olio che varca i confini nazionali per sventare pratiche sleali e contratti al ribasso che deprimono il mercato dell'extravergine made in Italy, ma anche un tavolo al Masaf sui prezzi dell'olio.

 

Tali intenzioni sono state rese note durante un incontro con i dirigenti regionali di Coldiretti Puglia. L'organizzazione agricola pugliese, che approva le proposte del ministro, del resto accusa: l'olio Evo è "sotto attacco, con gli arrivi di prodotto di bassa qualità dall'estero che mettono a rischio il lavoro degli agricoltori, facendo crollare le quotazioni all'origine".

 

Coldiretti Puglia, serve controllare il mercato dei future

Sulle proposte del sottosegretario La Pietra, Coldiretti e Unaprol rivelano di aver chiesto esattamente quelle misure. Ma sollecitano inoltre un piano straordinario di controlli nei porti e nei punti di ingresso delle merci per verificare l'origine dei prodotti e il rispetto dei limiti sui residui fitosanitari. Infine, propongono di monitorare i contratti future sulle principali borse merci per prevenire fenomeni speculativi e frodi sull'origine.

 

L'analisi di Coldiretti Puglia

Le importazioni di olio straniero - secondo Coldiretti - sono quasi raddoppiate nel 2025 con un'accelerazione che alimenta le speculazioni ai danni dell'extravergine italiano, le cui quotazioni sono crollate nel giro di poche settimane, piombando sotto i costi di produzione. Nei primi otto mesi del 2025 gli arrivi di olio d'oliva straniero sarebbero saliti a 427mila tonnellate, il 67% in più rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, con un'impennata nel mese di agosto (+93%), alla vigilia della campagna di raccolta.

 

"Una vera e propria invasione che ha impattato sulle quotazioni del prodotto nazionale, sotto la spinta di contratti al ribasso", ha denunciato il direttore di Coldiretti Puglia, Pietro Piccioni. Si tratta peraltro di un'anomalia evidente, soprattutto se si considera la situazione del Frantoio Italia. Secondo l'ultimo rapporto dell'Icqrf le giacenze di olio al 31 ottobre 2025 risultano del 32,7% superiori rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, grazie soprattutto all'aumento della disponibilità di extravergine (+37,5%).

 

Se si va però a guardare alla provenienza del prodotto, l'olio Evo italiano è cresciuto di appena l'8,7%, mentre quello straniero è nettamente aumentato: +100% il comunitario, +47,7% quello di importazione non comunitaria e +57,1% il blend. Secondo Coldiretti "non può essere dunque spiegabile un simile crollo delle quotazioni anche alla luce dell'arrivo dell'extravergine 'nuovo' che normalmente dovrebbe portare a un incremento dei prezzi". Il crollo sarebbe legato all'arrivo dell'olio estero.

 

Del resto, non è un mistero per nessuno che le quotazioni dell'olio di importazione comunitario alla Borsa Merci di Milano sono in picchiata da mesi: quelle dello scorso 30 settembre erano attestate ad un magro 4,80 euro al chilogrammo sui minimi e 5,30 euro sui massimi, valori che non sono cambiati con l'inizio della campagna olivicolo olearia 2025-2026 e confermati fino al 18 novembre scorso. E nella stessa data a Milano l'extravergine italiano scende tra gli 8,00 e gli 8,60 euro al chilogrammo, perdendo 0,50 euro al chilo solo sulla precedente seduta dell'11 novembre 2025.

 

Fedagripesca Toscana, fase aperta a frodi

"Il mercato dell'olio vive una fase di incertezza e confusione: l'annata è stata complicata e questa situazione sta aprendo spazio a speculazioni e possibili contraffazioni, ed è per questo che oggi la priorità è prestare molta attenzione a cosa arriva sugli scaffali". A dirlo il 17 novembre scorso a Firenze è Ritano Baragli, vicepresidente di Fedagripesca Toscana, commentando il recente crollo dei prezzi dell'olio all'ingrosso, anche se non nella Regione Toscana, dove l'Igp e le Dop tengono le quotazioni. "Abbiamo avuto poca produzione, una qualità buona in una stagione caratterizzata da siccità e attacchi della mosca olearia. Tutto questo - spiega Baragli - ha messo in difficoltà molte aziende, in un mercato fragile e vulnerabile".

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"Quando c'è poco prodotto e la qualità è altalenante - dice il vicepresidente di Fedagripesca Toscana - è purtroppo molto probabile che qualcuno provi ad approfittarsene. Il rischio concreto è che arrivino sul mercato oli stranieri, magari a basso costo, accompagnati da documenti che li fanno risultare italiani: è un fenomeno noto".

 

"Per questo diciamo ai consumatori: fate attenzione. Guardate le etichette, la provenienza, le certificazioni Dop o Igp e cercate di acquistare da produttori, frantoi, cooperative o canali di filiera corta. Un prezzo troppo basso, in questa annata, non è un affare: è un campanello d'allarme", fa notare Baragli.

 

"Non vogliamo allarmare - conclude il vicepresidente di Fedagripesca Toscana - ma essere chiari: la trasparenza è l'unico modo per tutelare produttori e consumatori. L'olio toscano ha un valore culturale, economico e identitario. Non possiamo permettere che venga compromesso da chi lucra sulla confusione".

 

Confagricoltura Puglia, forte preoccupazione

Confagricoltura Puglia - con una nota del 20 novembre, successiva alla prima seduta di conferma del calo del prezzo dell'olio Evo alta qualità sulla piazza di Bari - esprime "forte preoccupazione per il ribasso del prezzo dell'olio extravergine di oliva. La dinamica che sta mettendo in difficoltà migliaia di produttori non appare giustificata da un reale surplus produttivo e che sta mettendo in seria difficoltà gli agricoltori pugliesi".

 

Secondo quanto emerso nella recente riunione della Filiera Regionale Produttiva Olio di Confagricoltura Puglia, il crollo dei prezzi, giudicato "anomalo e ingiustificato", sta colpendo duramente il comparto, che oggi non dispone di strumenti adeguati a contrastare o almeno rallentare questa tendenza. Per questo la Frp Olio di Confagricoltura Puglia ritiene "impellente" la convocazione di un tavolo di confronto con tutti gli attori della filiera, con l'obiettivo di individuare le cause reali del fenomeno e definire strategie difensive immediate.

 

L'organizzazione regionale chiede inoltre un intervento incisivo della Confederazione nazionale, coinvolgendo anche le altre regioni maggiormente interessate - in primo luogo la Calabria - per presentare una posizione comune e coordinata a livello nazionale.

 

Nell'ambito del tavolo, l'organizzazione agricola ritiene essenziale aprire una discussione anche sulle strategie di medio-lungo periodo, a partire da accelerazione dell'attuazione del Piano Olivicolo Nazionale; rafforzamento della rete dei punti di stoccaggio; intensificazione dei controlli; avvio di una campagna di comunicazione strutturata a tutela del settore.