Gli arbusti comunemente diffusi nelle campagne del Nord Italia vengono sovente reintrodotti e messi a dimora nei seguenti ambiti d'impiego:

  • costituzione di boschi di pianura, in abbinamento alle specie arboree
  • creazione di siepi campestri con funzione schermante, naturalistica
  • accompagnamento delle specie principali in impianti di arboricoltura da legno.

 

Elenchiamo, a titolo d'esempio, alcune di queste specie arbustive:

  • Prunus spinosa
  • Frangula alnus
  • Cornus mas
  • Euonymus europaeus
  • Ligustrum vulgare
  • Crategus monogyna
  • Corylus avellana
  • Cornus sanguinea
  • Viburnum opulus.

 

È ormai tempo che queste utili e versatili specie escano dal consolidato utilizzo che se ne fa in ambito rurale, per poter venire ampliamente utilizzate anche in ambito urbano, a scopo ornamentale, grazie alle loro caratteristiche di rusticità, resistenza a situazioni di stress e facilità d'insediamento.

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Ma come potremmo più precisamente definire questa tipologia di piante?

 

Per la scelta delle suddette ed altre specie botaniche si può far riferimento alla carta della vegetazione naturale potenziale d'Italia del Tomaselli:
"Per vegetazione naturale potenziale s'intende la vegetazione che si costituirebbe in una zona ecologica o in un determinato ambiente a partire da condizioni attuali di flora o di fauna, se la selezione esercitata dall'uomo sul manto vegetale venisse a cessare e fino a quando il clima attuale non si modifichi di molto" (Tomaselli, 1970).

 

Il Comune di Schio, mediante progetti redatti dal proprio Servizio Ambiente - Verde Pubblico, ha scelto di utilizzare specie arbustive botaniche autoctone in varie realizzazioni a verde, in ambito urbano. Citiamo, ad esempio, la Circonvallazione Est, via Maestri del Lavoro, la riqualificazione della centralissima area Ex Scalo Merci.
Tale scelta è risultata estremamente proficua nella creazione di fasce arbustive limitrofe a strade e piste ciclabili, con funzione estetica, di schermatura ed antirumore.

Pista ciclabile separata, mediante filare arbustivo, da strada ad intensa percorrenza.

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Ma un elemento di innovazione, se così si può chiamarlo, è consistito nell'utilizzare specie arbustive appartenenti alla vegetazione naturale potenziale in zone centrali della città, anche in abbinamento e consociazione visiva con generi botanici specificatamente ornamentali (ad esempio piante erbacee annuali, rose tappezzanti, eccetera).

 

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Rotatoria stradale caratterizzata da specie arbustive autoctone e fioriture stagionali

(Fonte: Andrea Gasparella, Associazione Pubblici Giardini)

 

A distanza di circa 15 anni da quando furono realizzati i primi impianti, la sperimentazione con tali specie arbustive ha dato ottimi risultati soprattutto in fatto di:

  • resistenza alle fitopatie
  • tolleranza agli stress idrici
  • cromatismi fogliari autunnali
  • minima manutenzione (nessuna irrigazione/concimazione, uno o due potature di contenimento/anno).

 

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Cromatismi fogliari

(Fonte: Andrea Gasparella, Associazione Pubblici Giardini)

 

Aggiungiamo che, pur non riuscendo a competere con l'abbondanza floreale di varietà arbustive specificatamente ornamentali, specie autoctone quali Viburnum opulus, Cornus mas o Prunus spinosa possono dare notevoli soddisfazioni al progettista paesaggista, in fatto di fioriture primaverili.

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L'utilizzo che se ne è fatto lungo la viabilità ad elevato scorrimento verso il centro città ha consentito inoltre di creare dei corridoi ecologici per la fauna selvatica (in particolare uccelli ed insetti pronubi), la quale ha potuto fare la sua ricomparsa in zone fino ad ora precluse, permettendo di aumentare la biodiversità anche in aree fortemente urbanizzate.

 

A cura di Andrea Gasparella, Associazione Pubblici Giardini, Delegazione Veneto


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